Monfalcone: si conferma una piccola città laboratorio per l'estrema destra

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Oramai non è più una domanda, ma una constatazione dei fatti, della realtà. Monfalcone, che aspira alla medaglia d'oro al valor civile per il contributo dato nella Resistenza , è diventata a tutti gli effetti un laboratorio politico e sociale dell'estrema destra. Il prima gli italiani, di casapound memoria, sembra essere un niente rispetto a quello che sta accadendo da tempo in questa città periferica d'Italia, dipendente in toto dal cantiere navale, senza il quale, non avrebbe più anima e corpo. Identità, nazionalismo, dio, patria e famiglia, ordine e disciplina, e chi più ne ha, più ne metta. Mentre nel resto d'Italia faticano i partiti ad avere delle sedi, a Monfalcone, vi è quella di Fratelli d'Italia, dopo il boom con le politiche nazionali, vi è la sede della lega nord, che da due mandati esprime il sindaco, vi è  una sezione di Forza Nuova, e vi è soprattutto una città che sta vivendo una tensione sociale inedita dalla fine della seconda guerra mondiale ad o...

Parte il processo per l'omicidio di Stato di Giulio, ma i rapporti tra Italia ed Egitto continuano come se niente fosse

Il 29 aprile si parte. Parte il processo per l'omicidio di Stato di Giulio. Un processo difficile, soprattutto per l'assenza di accordi di cooperazione giudiziaria, per l'assenza di ogni minima collaborazione da parte della dittatura egiziana che in Italia a livello istituzionale non può essere inquadrata come dittatura, contrariamente da come è accaduto con la Turchia di Erdogan che è nemica dell'Egitto. I rapporti tra Italia ed Egitto continuano come se niente fosse. L'ultimo tassello è anche la moda. Milano ed il Cairo uniti da un progetto sulla moda. Non c'è un solo campo che non sia coinvolto da affari, business con l'Egitto. Viviamo in un Paese tecnicamente democratico, dove è sacrosanta la separazione dei poteri, cosa che in Egitto non esiste, ma buon senso e rispetto per la dignità del proprio Paese vorrebbe un comportamento diverso viste le porte in faccia sbattute dall'Egitto. Dopo cinque anni e cinque governi nulla è mutato sostanzialmente nelle relazioni tra questi due Paesi, anzi, a dirla tutta, i rapporti ne sono usciti consolidati, rinforzati. Il paradosso nel paradosso. Si è fatto l'esatto contrario di quello che si sarebbe dovuto fare. Si è registrata in Italia una spaccatura tra il mondo istituzionale e la società civile a dir poco sconcertante sull'omicidio di Giulio. Il processo parte, non è scritta nessuna condanna, non è un processo politico, ma ai fatti ed i fatti puntano diritti verso gli apparti di sicurezza egiziani dove tra rapporti famigliari e fedelissimi è evidente che se dovesse cadere una delle teste coinvolte in questo processo ci sarebbero delle conseguenze per la dittatura egiziana. Un Paese serio come minimo avrebbe sospeso i rapporti diplomatici, non avrebbe armato la dittatura egiziana, avrebbe preteso almeno la cooperazione giudiziaria e trattato l'omicidio di un proprio cittadino come affare di Stato. Ma noi non siamo un Paese serio, e questo lo sapevamo già.

mb

fonte foto profilo social giuliosiamonoi

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