Cosa è rimasto del primo maggio nazionale a Monfalcone?

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Si parlava di Gorizia, della storia del suo confine, anche se si era a Monfalcone, che non ha avuto alcun muro nel corso della sua storia, ma solo un confine con Duino, quando si dovevano scegliere le sorti del territorio con la questione del TLT osteggiata tanto dall'Unione Sovietica, quanto dagli americani. Altri tempi, altre storie, nella storia. Ma come è risaputo la scelta di Monfalcone per il primo maggio 2024 è stata logistica ed un ripiego rispetto alla scelta principale di Gorizia in vista della capitale europea della cultura 2025. Una piazza della Repubblica gremita di militanti sindacali, tanti provenienti dal vicino Veneto e anche dal resto d'Italia, tante bandiere, ci si aspettava forse una partecipazione più importante della rappresentanza dei lavoratori immigrati della Fincantieri. Scesero in piazza in 6 mila per rivendicare il diritto a pregare. Il diritto sul lavoro e le questioni del lavoro non sono sicuramente meno importanti, anzi, tutto parte da lì. E gli i

Rinunciamo ad Alitalia per collegarci con Roma e Milano. Rivolgiamoci ad altre compagnie


Da un lato hai tutta la retorica che da cent'anni a questa parte evidenzia quanto sia importante Trieste per l'Italia. Centinaia di migliaia di morti per sottrarla all'Impero Austroungarico cosa vuoi che siano. Dall'altro lato hai la realtà che ti sbatte in faccia una società che vede la nostra regione continuare ad essere considerata marginale, estremamente periferica e forse neanche "italiana". Quante volte, anche oggi, nel 2020, si continua a sentire che Trieste è in Slovenia? Siamo una elegante periferia, ma pur sempre periferia. Ed il fatto che la fantomatica compagnia di bandiera, Alitalia, nazionalizzata, "isoli" la nostra regione è un qualcosa che dovrebbe far inalberare anche il più zen dei nostro corregionali. Tralasciando il fatto se sia ancora oggi necessario avere una compagnia di bandiera, tralasciando la questione di quanto al nostro Paese costi e sia costata ad oggi il carrozzone Alitalia, non possiamo rinunciare ai collegamenti con le due capitali italiane. Roma, quella politica, Milano, quella economica. E' anche una questione di principio. Siamo consapevoli che esiste anche nella nostra regione chi non aspetta l'occasione giusta che affossare definitivamente il nostro scalo per chiuderlo. Costato anche questo un bel pò di soldini pubblici, ora privatizzato e che sta aspettando il suo definitivo rilancio. Purtroppo l'emergenza coronavirus è stata una mazzata tremenda, ma è soprattutto nei momenti di difficoltà che la solidarietà nazionale e del sistema Paese deve farsi sentire. Visto che la mano non viene tesa e continuiamo a rimanere ai margini del mondo, a questo punto è il caso di salutare Alitalia, e guardare ad altre compagnie, magari low cost, che possano a prezzi accessibili garantire anche alla gente comune di essere collegati  via area con Roma e Milano. Non dovrebbe diventare una questione di principio, ma a questo punto, lo è.

mb



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