Via Sant'Ambrogio una via alla ricerca della sua identità

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Un tempo via del Duomo, o del Teatro, oggi via Sant'Ambrogio che porta lo stesso nome del duomo consacrato dopo i disastri della prima guerra mondiale nell'ottobre del 1929, pur senza il campanile che dovette attendere la fine degli anni '50 per essere battezzato. Una via che nel corso della sua storia è sempre stata da transito di merce e persone e che è diventata negli ultimi tempi il teatro dello scontro identitario di una Monfalcone alla ricerca del proprio equilibrio sociale. Perchè è evidente che a Monfalcone, terra di passaggio, da quando è diventata grazie ai Cosulich città dei cantieri, per questo contesa dal regno d'Italia all'Austria, per privarla dei suoi cantieri insieme al porto triestino, ha conosciuto quelle dinamiche proprie delle città portuali. Gente che viene, gente che va. Approdo e partenza di nuove identità. Dal Sud Italia, all'Asia, passando da quel centinaio di nazionalità che a Monfalcone stanno cercando il proprio equilibrio, ognuna ne

Non ci sono più scuse. Va richiamato l'ambasciatore italiano dall'Egitto


Anche se l'omicidio di Giulio Regeni e la continua detenzione di Patrick Zaky sono fatti sconnessi, hanno in comune il regime fascista egiziano, il cui potere giudiziario, dopo la riforma costituzionale, risponde agli ordini del Presidente Al Sisi che con il colpo di stato del luglio 2013 ha portato i militari al potere in Egitto.  Oltre 77 mila persone hanno firmato la petizione con la quale richiamare l'ambasciatore italiano dall'Egitto. 
Cantini è stato inviato da Alfano in Egitto dopo il richiamo del suo predecessore in Italia per consultazioni e da quel momento, dal 14 agosto 2017, quando ne è stato deciso il ritorno di questa figura, che si verificherà nel mese di settembre, c'è stato un solo nastro. L'ambasciatore non si smuove dall'Egitto. Rimane lì.  Che poi si sia ottenuto di più quando l'ambasciatore venne richiamato che quando questo è ritornato in Egitto, sembra contare poco. Qualche accontentino da parte egiziana che poi si è rivelato essere l'ennesima presa in giro, ma il sistema ha deciso in modo chiaro che l'ambasciatore non si tocca. Ripetendo la solita balla che con l'ambasciatore si mantiene il dialogo aperto e si può cooperare con l'Egitto. Paese con il quale non esiste alcun accordo di cooperazione giudiziaria. Paese retto da una dittatura di stampo fascista, bisogna chiedersi perchè l'ambasciatore non si può toccare. Esiste qualche patto istituzionale che non si può svelare? Perchè non lo si può richiamare visto che tutte le motivazioni che dovrebbero giustificare la sua presenza in quel Paese sono semplicemente inconsistenti? Ora che è stata confermata l'ennesima proroga della detenzione di Zaky, vanno avanti a colpi di 45 giorni, pur non essendo un cittadino italiano, ma un cittadino egiziano, è un nostro studente e dobbiamo dimostrarci certamente più sensibili e attivi rispetto a quanto fatto dall'Università di Cambridge con Giulio. E comunque che sia egiziano o meno poco importa, un segnale va dato. Per Giulio e per Patrick, due fatti diversi, ma che hanno in comune la dittatura egiziana e che coinvolgono nettamente il nostro Paese.

mb

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