Non c'è due senza tre...la nuova commissione d'inchiesta sull'operazione Moro

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  Sei film, decine e decine di libri, due commissioni d’inchiesta parlamentare e ora ne arriverà una terza, pare, per cercare di far luce per quanto possibile su tutte quelle zone oscure che connotano l’affare di Stato Moro. Perché alla fine dei conti è di questo che si tratta e stiamo parlando. Le narrazioni, i racconti che si sono susseguiti negli anni hanno falsato, a livello di immaginario collettivo, la realtà. Oramai lo hanno capito anche coloro che hanno gli occhi coperti dal miglior prosciutto DOP che non hanno fatto tutto da soli, i fantomatici rivoluzionari brigatisti e che nell’operazione Moro sono state coinvolte una pluralità di soggettività, che avranno abbracciato tanto organizzazioni criminali che eversive che connesse anche agli apparati di sicurezza di uno o più Stati. Da GLADIO a quant’altro, ma un conto è muoversi nella melma del vago, un conto quanto più indizi costituiscono una prova. Il memoriale brigatista è stato un capolavoro politico e

D'Annunzio non fu mai fascista? Eppure...

C'è chi lo definisce il padre nobile del fascismo, e chi, all'opposto, dice che D'Annunzio, il duce divino come si faceva chiamare dai suoi legionari a Fiume, sostiene che non fu mai fascista. Sicuramente non ebbe incarichi di primo livello nel fascismo come accadde per tanti suoi legionari. Ricordiamo Tommaso Beltrami Luogotenente fiumano di D'Annunzio, uno dei legionari più convinti ed espressione dell'anima reazionaria del fiumanesimo, capo dello squadrismo ferrarese, il legionario Francesco Giunta, segretario nazionale del PNF oltre che capo del fascio triestino, il legionario Giovanni Giuriati, ministro nel governo fascista e segretario nazionale del PNF, il legionario Enzo Emilio Galbiati, segretario del PNF, il legionario Renato Ricci, ministro, nonché capo della MVSN e non solo, per citarne alcuni. D'Annunzio non fu fascista, eppure il 5 ottobre del 1920 aderì al Fascio di combattimento di Fiume. Non fu fascista, eppure il 3 agosto del 1922 in una Milano occupata dallo squadrismo fascista, in uno dei suoi ultimi discorsi dal balcone, rivolgendosi agli italiani, ma parlando ai fascisti, disse"in voi vedo una gioia virile e maschia allegrezza". Due mesi dopo sarà marcia su Roma. Non fu fascista, ma dopo la marcia su Roma e l'omicidio Matteotti che svelò il vero spirito del fascismo, che venne anticipata da quella su Fiume, il fascismo prima del fascismo come la definiscono a Fiume, firmò il Manifesto degli intellettuali fascisti. Non fu fascista, ma in base all'articolo 5 della legge 2693/1928 vi era tra i membri del gran Consiglio del fascismo anche il Presidente dell'Accademia d'Italia, e D'Annunzio ne fu presidente dal 1937 al 1938. Certamente non fu mai ostile al fascismo, non fu mai antifascista, anzi, il fascismo era talmente grato a D'Annunzio che si adoperò anche per la ristrutturazione e sistemazione della casa dove nacque il "poeta" e morì sua madre oltre che sobbarcarsi le spese per il Vittoriale che non venne donato solo al popolo italiano ma anche alle Autorità dello Stato italiano e le Autorità dello Stato italiano di quel tempo erano ovviamente quelle fasciste. Atto dove si evidenziava un sollecito al Capo del governo, che era Mussolini:  "E al Capo del Governo d'Italia domando che interamente egli accetti l'offerta intera".
E alla notizia della morte, avvenuta il 1 marzo del 1938, in piena dittatura fascista nella seduta del 2 marzo 1938, l'anno in cui si proclameranno le leggi razziali, i deputati si alzeranno in piedi, si interromperà la seduta della camera, si proclamerà lutto nazionale. A ciò seguiranno, poi, i funerali di stato. 

mb

Commenti

  1. ottimo intervento. (Sono tra coloro che si sono espressi contro la nuova statua celebrativa - non del poeta - ma del duce dell'impresa fiumana). Fosse riuscito lui (come sognava) a marciare su Roma, avrebbe plasmato un altro tipo di regime - comunque turbonazionalista. Non ci riuscì e gli fece comodo appoggiare quello del rivale Mussolini (che quindi lo avvolse nella bambagia).

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