C'era una volta Gorz. Gorizia, la città più tedesca del "nord est italiano"

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    Gorizia è oggi, a causa degli eventi del '900, conosciuta forse come la città più italiana, delle italiane, anche se la sua peculiarità discende dal passato asburgico, quello che affascina, quello che interessa i turisti, insieme alla questione dell'ultimo "muro" caduto che divideva Gorizia da Nova Gorica. A partire dal 1500 Gorizia conobbe la sua svolta, una città dove convivevano, senza ghettizzarsi, idiomi diversi, dove la cultura germanofona era rilevante, con l'ultimo censimento dell'Impero che arrivava a contare poco più di 3000 cittadini di lingua tedesca. Tedesco, sloveno, friulano, italiano. Il nome Gorizia, è un nome slavo, una città dallo spirito tedesco, di cui oggi si è praticamente perso pressoché ogni traccia. Salvo iniziative di qualche realtà associativa privata, che mantengono con impegno e passione viva la lingua tedesca a Gorizia e contributi da parte di alcuni storici e studiosi, in città si è assistito ad un vero e proprio annichilime

Egitto, un Paese con il fascismo al potere, legato all'Italia dallo spirito del ventennio

Prendiamo come esempio una delle dittature attuali che più si avvicina a quella fascista del ventennio italiano. L'Egitto. La dittatura egiziana ha preso il potere con un colpo di Stato, ribaltando l'unico Presidente mai eletto democraticamente nella storia egiziana, Morsi, che verrà ucciso in carcere, da un sistema criminale al potere legittimato dalle principali democrazie occidentali. L'Egitto, come è noto, continua a prorogare lo stato di sicurezza, inventandosi anche attentati, con il quale bandisce ogni opposizione, reprime i diritti umani, ci sono sparizioni forzate, non esiste libertà di pensiero. Un Paese che sta costruendo una capitale amministrativa dal nulla, da diversi milioni di abitanti e che diventerà il centro di gravità per gli egiziani benestanti, in un Paese dove la povertà è agli estremi, dove il salario minimo è di 60 euro mensili, per intenderci, quando va bene. Un Paese che trae la propria forza dalla repressione, dalla militarizzazione del Paese, tanto che ora anche nelle scuole si insegnerà la disciplina militare, dal controllo sui sindacati, dallo schiavismo. Insomma, l'Egitto che ha ammazzato Giulio Regeni come i nazisti ammazzavano gli antifascisti, le persone ritenute ostili al regime, o non in vista al regime è tutt'altro che un campione di democrazia ed è il Paese che attualmente è uno dei più vicini al fascismo. In Italia, Paese che ha dato i natali al fascismo, sono cent'anni, in quel maledetto 1919, si continua a dire che il fascismo ha fatto cose buone. Bonifiche, strade, e quant'altro. Poi se si va a vedere come sono state costruite, con quale sistema di sfruttamento, violenza e schiavismo, ci si dovrebbe mettere le mai tra i capelli. E comunque la più bella e strabiliante opera mai realizzata dal fascismo è stata funzionale al crimine che è stato il fascismo. Non esiste il fascismo buono, chi sostiene ciò sostiene una grande baggianata storica funzionale solo a chi vuole la riabilitazione del fascismo. Dire che il fascismo ha fatto cose buone è come dire che l'Egitto fascista sia un paese democratico. E forse è per questo che in Italia si continua a stendere la mano all'Egitto, perchè in fondo c'è lo spirito fascista che lega le anime dei due Paesi. Ma l'anima dell'Italia non è più fascista, è l'opposto, anche se c'è chi vuole far ricadere il Paese nel ventennio, riportando le lancette dell'orologio della storia cent'anni indietro. Serve un segnale di rottura fondamentale con l'Egitto.Va inquadrato come un Paese fascista e dei fascisti non si può essere amici. Ma dei fascisti non si può essere amici

mb

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