Cosa è rimasto del primo maggio nazionale a Monfalcone?

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Si parlava di Gorizia, della storia del suo confine, anche se si era a Monfalcone, che non ha avuto alcun muro nel corso della sua storia, ma solo un confine con Duino, quando si dovevano scegliere le sorti del territorio con la questione del TLT osteggiata tanto dall'Unione Sovietica, quanto dagli americani. Altri tempi, altre storie, nella storia. Ma come è risaputo la scelta di Monfalcone per il primo maggio 2024 è stata logistica ed un ripiego rispetto alla scelta principale di Gorizia in vista della capitale europea della cultura 2025. Una piazza della Repubblica gremita di militanti sindacali, tanti provenienti dal vicino Veneto e anche dal resto d'Italia, tante bandiere, ci si aspettava forse una partecipazione più importante della rappresentanza dei lavoratori immigrati della Fincantieri. Scesero in piazza in 6 mila per rivendicare il diritto a pregare. Il diritto sul lavoro e le questioni del lavoro non sono sicuramente meno importanti, anzi, tutto parte da lì. E gli i

E arrivano le maglie con scritto " Fiume o morte" con il nome di Ronchi




«In nome di tutti i morti per l’Italia giuro di essere fedele alla Causa Santa di Fiume, non permetterò mai con tutti i mezzi che si neghi a Fiume l’annessione completa ed incondizionata all’Italia. Giuro di essere fedele al motto: Fiume o morte».
Questa  era la formula del giuramento di Ronchi. Venti ufficiali, duecentoventidue granatieri, quattro mitragliatrici, quattro pistole mitragliatrici, sedicimila munizioni per i fucili, la spedizione ebbe l’apporto determinante di una parte di esercito, soldati frustrati e confusi in seguito alla pace, alla riduzione di personale, alla smobilitazione, che vedevano in D’Annunzio ed in Fiume, con la piena complicità dello stesso Vate, mezzi utili per fini che solo la storia sarebbe riuscita a spiegare con gli eventi successivi. Fiume era solo uno strumento, non il fine.
Il fine, la luna, sarà chiara qualche anno dopo, con la marcia su Roma. In occasione del centenario della marcia su Fiume, in rete, stanno circolando delle magliette che la Federazione Nazionale Arditi avrebbe preparato per l'occasione. Richiamando quel motto del fiumanesimo che venne fatto poi proprio dal fascismo. Fiume o morte. 
Gli arditi, nati negli anni venti, ebbero un ruolo centrale nella marcia dell'occupazione di Fiume che si concluderà in modo violentissimo, con una sessantina di morti.  La maggior parte di costoro si aggregarono al fascismo delle primi origini, con i nascenti fasci del combattimento, di cui D'Annunzio nel 1920 prese anche la tessera.  La situazione storica degli arditi fu abbastanza complessa, come si può leggere ad esempio sul noto  sito analisidifesa "(...) "la Federazione Nazionale Arditi d’Italia (F.N.A.I.) la quale – ritenuta vicina al fascismo – nel 1921 subì la scissione dell’ala sinistra e antifascista che si organizzò negli “Arditi del popolo”. La Federazione venne ritenuta fiancheggiatrice dello squadrismo che cercava di reprimere il dissenso al fascismo, mentre l’ala scissionista si schierò sul versante opposto per contrastare la suggestione dittatoriale"

Immaginiamo che a Fiume saranno ben contenti di vedere queste magliette, no? E Ronchi, medaglia d'argento al valor militare per l'attività partigiana ?  Vedere associato il proprio nome a ciò? Si dirà, si tratta di maglie rievocative. E' vero. Il problema è proprio la rievocazione che non deve più esistere e trovare alcun tipo di legittimazione né da punto di vista storico, né dal punto di vista politico.

mb

Commenti

  1. Articolo vergognoso e fazioso, nonché storicamente scorretto. Gli Arditi, tecnicamente "Riparti d'Assalto", nacquero nel 1917 (il 29 luglio). I militari che chiamarono D'Annunzio a guidarli erano Granatieri, della Sassari ed anche Arditi. Tutti Uomini che per la Patria e la Vittoria sacrificarono tutto. E che a fine guerra, si trovarono smobilitati e con le promesse fatte non mantenute. Facile giudicare col metro attuale...
    Quanto a Ronchi dei Legionari (e non dei partigiani) la Storia è Storia. Sono gli articoli come questo che la confondono con la politica.

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