Le parole del sindaco di Monfalcone, città dei cantieri, perchè succube dei cantieri navali, seguendo la logica del prima gli "italiani" potrebbero far incavolare. Il contesto è l'inchiesta, l'ennesima, sul caporalato, che ha portato all'arresto di un imprenditore che lavorava all'interno dei bacini di Fincantieri, il quale, stando alle accuse, sfruttava lavoratori stranieri. Ora, tutti si è consapevoli che da quando Fincantieri ha iniziato ad esternalizzare riducendo in modo impattante il numero dei diretti, una manciata oggi rispetto ai numeri storici, dalla fine degli anni '90 è cambiata la fisionomia sociale della città. Si attingeva da manodopera straniera perchè il costo del lavoro era ed è più conveniente. Altrimenti non avrebbe avuto alcun senso.
Si è frammentata l'unicità dell'ambiente lavorativo, favorendo precarizzazione e compromettendo anche l'unità tra tra i lavoratori. Ma i lavoratori stranieri sono le prime vittime di questo sistema. Contrariamente da quanto detto da qualcuno, il problema in Italia non sono i diritti, non è perchè si è parlato di diritti che si è perso il lavoro, un lavoro senza diritti, non è e non deve esistere. Ed i diritti devono essere uguali per tutti, a prescindere dalla nazionalità. Stiamo parlando di concetti basilari. Costituzionali, di diritti umani. Il sindaco di Monfalcone, cosa ha dichiarato al Piccolo di Monfalcone?
Dopo aver criticato il sistema di subappalto, con le solite osservazioni sul sistema di sfruttamento che si verifica contro i lavoratori stranieri, conclude il suo discorso dichiarando che "è inaccettabile l'arrivo ulteriore di persone dall'estero che hanno
generato e continuano a generare "stress" sociale in questa Città". Ora, premesso che se non ci sono le file di lavoratori italiani per andare a lavorare ai cantieri navali, qualcuno qualche domanda dovrà farsela. Sarà che le condizioni di lavoro vengono considerate non accettabili?
E la colpa non è sicuramente degli stranieri. Perchè se qualcuno pensa, nella semplificazione diabolica del prima gli, che se dovessero andare gli italiani a lavorare, le cose prenderebbero una piega diversa, significa non aver capito niente di come funziona oggi il sistema. Nella migliore delle ipotesi. La Fincantieri per rimanere competitiva sul mercato ha deciso di operare a certe condizioni, italiani o stranieri non fa differenza. E Monfalcone subisce i cantieri navali, è la città dei cantieri nel senso che sono i cantieri a determinarne vita e morte e miracoli di questa cittadina. Non è mai riuscita a definire una propria autonomia dai cantieri, e questo è un prezzo che un giorno pagherà caramente, e paga da diversi anni, perchè non ci sono garanzie che Fincantieri continuerà ad operare per sempre qui, si ragiona e si spera sempre nelle commesse, con tutte le conseguenze che ne derivano, ed in una pianificazione che non comporti l'amen di Monfalcone. In un mondo sempre più globalizzato e di difficile gestione.
Invece di strillare contro gli stranieri, perchè, visto che stanno al governo, non si adoperano per avviare l'internalizzazione dei lavoratori? Ricordiamo, se ve ne fosse bisogno, che Fincantieri è oggi controllata 71,6% da Fintecna S.p.A., finanziaria del Ministero dell'economia e delle finanze.
Perchè non si adoperano visto che ne hanno la possibilità governando il Paese, si spera ancora per poco, per abbattere il sistema degli appalti e subappalti in modo radicale? Perchè la destra non potrà mai sostenere una roba del genere, non è nel suo DNA, perchè la cultura della destra è liberismo, capitalismo, ed il prima gli è solo fumo per gli occhi.
mb
in copertina estratto dal Piccolo di Monfalcone del 15 maggio 2019
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