Nel 1925 ricorrerà il centenario della denominazione fascista “dei Legionari” imposta a Ronchi, già di Monfalcone, per celebrare l’occupazione di Fiume voluta da Gabriele D’Annunzio. Come è storicamente noto, quel fatto ha visto la città di Fiume essere protagonista, suo malgrado, di eventi delicati e tragici che hanno comportato la morte di decine di persone, tra cui Carabinieri ed Alpini inviati per conto del Regno d’Italia a porre fine a quell'evento eversivo e militarista voluto da D’Annunzio, partito casualmente da Ronchi. Evento che condusse anche alla morte di innocenti civili, come Alpalice Almadi di soli 12 anni insieme a Bernetich Antonio, Copetti Antonia, Maurovich Vittorio e Kucich Antonio. Dal 1925, la città di Ronchi di Monfalcone, ha visto mutare il proprio nome in Ronchi dei Legionari, per la precisione il 2 novembre del 1925 con il Regio Decreto firmato da Rocco pubblicato nella G.U n° 283 del 5 dicembre 1925. Nessun cittadino di Ronchi partecipò a quell’atto evers...
Ottieni link
Facebook
X
Pinterest
Email
Altre app
Dai desaparecidos a Giulio Regeni, quel filo giallo che unisce in tre difficili anni,"in tre anni rubati a Giulio"
Ottieni link
Facebook
X
Pinterest
Email
Altre app
-
Ci sono momenti nella vita dove il tempo cambia. Certo, le giornate continueranno a trascorrere, il giorno, sarà giorno,la notte, sarà notte. Ma la percezione del tempo non sarà più la stessa. Oramai sono tre anni pieni da quello che è successo da quel tardo pomeriggio al Cairo del 25 gennaio 2016. Lo ha spiegato Claudio, il papà di Giulio, quanto sono stati tortuosi questi tre anni di lotta. "La nostra
lotta la possiamo portare avanti grazie anche al sostegno delle istituzioni, se abbiamo strappato qualche brandello di verità è grazie alle squadre di procuratori, investigatori, che hanno tessuto una trama(...) Dopo tre anni faticosi di lotta e battaglia, di ricerca, di rimpallo di informazioni, in cerca di risposte che non arrivano dall'altra parte del Mediterraneo".
Tre anni.
Tre, dirà la mamma di Giulio, Paola, è un numero. "Tre sono tanti, se me l'avessero detto non avrei pensato di resistere, spero non saranno 40anni per la verità per Giulio. Perchè ne avrò 101 se saranno 40. Il tempo, per noi è cambiato, dopo tutto quello che è successo a Giulio. Se prima ad una settimana davo un senso, adesso è diverso. Tre anni, mi sono domandata, ho avuto questa immagine, legata alla mia vita professionale. Pensando ai bambini. E' il tempo che uno nasce, cresce, cammina, diventa autonomo. Le competenze di base. Per Giulio non c'è stato progresso nella vita. Tre anni rubati a Giulio che non ha potuto andare avanti nelle sue cose."
E poi quel filo giallo che unisce due vicende per quanto distanti nel tempo, in realtà più vicine che mai, per la lotta, per la resistenza, per il non chiudersi dentro l'armadio, come dirà Paola. Perchè si è scese per strada, per chiedere verità e giustizia. Verrà letto un messaggio, nella serata del 25 gennaio di Fiumicello, di Elsa membro delle Madri di Plaza de
Mayo (in spagnolo Asociación Madres de Plaza de Mayo) associazione
formata dalle madri dei desaparecidos. Elsa che ha perso una figlia ed un
genero durante la dittatura militare argentina. Si è raccontato per anni che si spariva nel nulla per poi essere lanciati da aeroplani nell’oceano o nel Rio della Plata,
nei cosiddetti «voli della morte»; altri inviati in campi di
concentramento. In Egitto, invece, sappiamo quello che è successo a Giulio. Ma l'intento malvagio ed il fine malvagio era il medesimo.
Tre anni difficili. Dove però qualche passo importante si è riuscito a conseguirlo come evidenzierà Alessandra Ballerini. Con parole di fuoco. Sono, come noto, ben le 5 persone iscritte nel registro degli indagati che hanno un nome ed un volto, "ci sono generali, colonnelli, un maggiore, un soldato normale, quattro su cinque appartengono alla National security. C'era un disegno, che va avanti ancora adesso, sottolinea l'avvocato della famiglia di Giulio, denunciando che " è stata coinvolta tutta la scala gerarchica di uno specifico ufficio della National security che è quello che perseguita i nostri consulenti. Ci sono molte persone nel vespaio, ci sono stati tradimenti, alcuni in divisa, Giulio c'è finito subito, in quel labirinto della morte, inconsapevole, si è fidato della sua tutor, della sua università, è stato messo in mano di chi lo ha tradito, e portato nelle mani della National security, sappiamo che sono morti cinque innocenti, ha mentito l'ex ministro degli interni, quando disse che non avevano il nome di Giulio da nessuna parte, che non era mai stato attenzionato."
In merito agli ultimi mancati progressi, ha rimarcato che "E' un generale che indaga sull'omicidio di stato, un generale nominato da Al Sisi." Ciò per far capire chi ha il potere nell'Egitto nato dal colpo di stato del luglio 2013. L'unica cosa che è seguita alla richiesta della procura di Roma è stata ennesima gettata di fango contro Giulio per la questione del visto, smontata nel giro di un secondo.
In quell'Egitto dove vengono rimandati indietro le persone che fuggono, a causa di uno scellerato accordo del 2007 e perchè l'Egitto non è mai stato dichiarato Paese non sicuro e continua ad essere presentato come vetrina attraente per i turisti a partire da quelli italiani, e dal sistema Italia in affari con quello egiziano a più livelli, anche perchè il 20% dell'economia egiziana passa dal turismo. Richiamo dell'ambasciatore e dichiarare l'Egitto non sicuro sono le due istanze fondamentali che vanno perseguite per ottenere la Verità e Giustizia per Giulio e per tutti i Giulio e le Giulia d'Egitto.
Intanto, sono trascorsi tre anni. E tre anni sono tanti.
Il 13 novembre in tutto il mondo si celebra la Giornata Mondiale della Gentilezza, nata da una conferenza del 1997 a Tokyo e introdotta in Italia dal 2000. Per questa propongo una storia per le classi di scuola primaria. La storia che segue, ambientata a Trieste, ha per protagonisti tre supereroi ed una nonna, Rosellina. Il disegno è stato fatto in una classe di una scuola dove la storia è stata letta. mb I tre supereroi e la nonnina Rosellina C’era una volta, anzi no. C’erano una volta tre supereroi. Avete presente quelli con i super poteri che si vedono nei film? Nei cartoni animati? Nei fumetti? Sì, proprio loro. E si trovavano in una bellissima città italiana, Trieste. Non erano mai stati prima a Trieste. Rimasero stupiti nel vedere quanto era lungo il molo sul mare, e quanto era enorme la piazza con due alberi di due navi dove sventolavano le bandiere, ogni tanto. Dopo essersi fatti un selfie sul molo Audace che è costruito sui resti di una vecch...
Come calcolare capienza di una piazza durante manifestazione? La matematica non è una opinione qualcuno disse... 1) per un calcolo della superficie e della capienza, il limite preso di misura è un numero di 4 persone/mq, 2) Piazza del Popolo ha una metratura di di 17.100 mq con una capienza massima e teorica di 68.400 ; 3) Piazza san Giovanni ha una superficie di 39.100 mq, con una capienza totale, quindi, di 156.000 persone. Direi che è arrivato il momento di non dare più i numeri... Marco B. MANIFESTARE A ROMA, QUANDO I PARTITI DANNO I 'NUMERI' - La fisica, con il principio della impenetrabilità dei solidi, insegna che due oggetti non possono occupare lo stesso spazio. Eppure c'é chi ritiene che questo classico teorema non si applichi alle persone, soprattutto se convocate in un determinato luogo ad esprimere pubblicamente la loro opinione politica. Fuor di metafora: quando si tratta di conteggiare i partecipanti alle manifestazioni, i partiti "danno i numeri"...
"Con il termine foiba, che deriva dal latino fovea, vengono chiamati gli inghiottitoi naturali tipici delle aree carsiche; tali abissi si prestano assai bene a far scomparire in maniera rapida oggetti di dimensioni anche notevoli nelle zone in cui la natura rocciosa del terreno rende problematico lo scavo. In tal senso nella Venezia Giulia (ex province di Trieste, Gorizia, Pola e Fiume) le f. vennero largamente utilizzate durante la Seconda guerra mondiale e nel dopoguerra, per liberarsi dei corpi di coloro che erano caduti a causa degli scontri tra nazifascisti e partigiani". Così la Treccani . Ma la foiba ha fatto parte in tempi non sospetti e con un certo cinismo o sarcasmo del testo di alcune canzoni, poesie proprie della "cultura" popolare. Pisino (in croato Pazin) in Croazia, nel 1925 vi era un testo di una canzone patriottica "italiana" nei cui versi così faceva: "fioii mii, chi che ofende Pisin, la pagherà:In fondo alla foiba finir el do...
Commenti
Posta un commento