La celebrazione del fascismo della passeggiata di Ronchi di D'Annunzio e l'occupazione di Fiume

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Mio caro compagno, Il dado è tratto. Parto ora. Domattina prenderò Fiume con le armi. Il Dio d'Italia ci assista. Mi levo dal letto febbricitante. Ma non è possibile differire. Ancora una volta lo spirito domerà la carne miserabile. Riassumete l'articolo !! che pubblicherà la Gazzetta del Popolo e date intera la fine . E sostenete la causa vigorosamente, durante il conflitto. Vi abbraccio Non sarà stato forse un fascista dichiarato, D'Annunzio, certo è che non fu mai antifascista, era lui che aspirava a diventare il duce d'Italia e la prima cosa che fece, all'atto della partenza da Ronchi per andare ad occupare Fiume, fu quella di scrivere a Mussolini, per ottenere il suo sostegno. Perchè D'Annunzio ne aveva bisogno. Il fascismo fu grato a D'Annunzio, per il suo operato,  tanto che si adoperò anche per il restauro e la sistemazione della casa dove nacque D'Annunzio e morì la madre. E alla notizia della morte, avvenuta il 1 marzo del 193

L'ultima? " Brindisi città già capitale d'Italia"e si dimenticano di Salerno.Nessuna delle due fu mai capitale,solo sede di governo

Da tempo in Puglia si sollevò la richiesta di riconoscere a Brindisi il ruolo di capitale d'Italia. Ora, arriva una proposta di legge. Proposta da due parlamentari di Forza Italia. Si legge che 13 gennaio 1960, il Presidente della Repubblica Giovanni Gronchi concesse, con proprio decreto, alla città di Brindisi la medaglia d’argento al valor civile con la seguente motivazione: « Sopportava con intrepido coraggio e fiero comportamento numerosi bombardamenti sacrificando la vita di molti suoi figli all’ideale patriottico. In virtù della sua posizione geografica, partecipò con l’intera popolazione attivamente alle operazioni belliche. Fu sede del primo governo democratico della nuova Italia ». Evidenziano, con grande senso di intuito, che il "Presidente Gronchi si riferiva evidentemente a quanto accadde in Italia nel periodo da settembre 1943 a febbraio 1944.La permanenza delle istituzioni dello Stato a Brindisi segnò dunque l’avvio del processo che portò alla costituzione della Repubblica italiana. A Brindisi fu emanato il primo atto della rinascita della libertà di stampa, dopo anni di « bavagli » (...) Per le esposte considerazioni, con la presente proposta di legge, che si compone di un solo articolo, si prevede quindi di conferire alla città di Brindisi il titolo di « città già capitale d’Italia »."

Ma si dimenticano di Salerno.  Come è noto, forse Salerno, più della stessa Brindisi, meriterebbe di avere questo titolo. D'altronde non è un caso che esiste anche la voce Salerno Capitale, "dicitura colloquiale che si riferisce al periodo di cinque mesi della storia d'Italia, durante la seconda guerra mondiale, in cui Salerno dall'11 febbraio al 15 luglio 1944 fu sede provvisoria del governo italiano. Salerno, come prima Brindisi, non fu mai proclamata capitale, che restò quindi formalmente sempre Roma." Senza dimenticare lo sbarco di Salerno. In realtà né Salerno, né Brindisi furono mai capitali d'Italia. Furono città che ospitarono provvisoriamente il governo italiano in quel Regno del Sud stato fantoccio in mano alle forze alleate.

Ricordiamo che storicamente in Italia le capitali sono state Torino, Firenze ed attualmente ancora Roma, anche se a dirla tutta se c'è una città che meriterebbe questo titolo, sarebbe una sola, Milano non solo perchè ha dato i colori del tricolore all'Italia, ma perchè luogo simbolicamente e politicamente potente per il riscatto dell'Italia a partire dal proclama del 25 aprile, oltre che essere il vero motore economico del Paese.

Marco Barone
 

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