Gorizia e Nova Gorica una capitale europea della cultura divisa dalla memoria storica, giusto così

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L'ennesimo no giunto dal Comune di Gorizia alla richiesta di revoca della cittadinanza onoraria al dittatore Mussolini, ha scatenato un putiferio politico rilevante. Ma era da mettere in conto. Come è risaputo, dal punto di vista storico, Gorizia nel conferire la cittadinanza onoraria a Mussolini non fece nulla di più e nulla di meno rispetto a quello che fecero sostanzialmente tutti i comuni italiani nel ventennio. L'atto non fu spontaneo, ma un banale allineamento alle volontà del regime. La Stampa del 21 maggio 1924 denunciava, in diversi casi, l'esistenza di alcune circolari sia prefettizie che di funzionari fascisti, che invitavano i Comuni a riconoscere la cittadinanza onoraria a Mussolini per blindare l'inizio della nuova legislatura. Circolari che valevano come monito per i Comuni che non avevano seguito ancora l'esempio di Roma. Ed i  Prefetti, nel loro atto "riservato" invitavano i consigli comunali, che si prodigavano a riconoscere la cittadinan

La foiba nella cultura popolare da Pisino a Ronchi

"Con il termine foiba, che deriva dal latino fovea, vengono chiamati gli inghiottitoi naturali tipici delle aree carsiche; tali abissi si prestano assai bene a far scomparire in maniera rapida oggetti di dimensioni anche notevoli nelle zone in cui la natura rocciosa del terreno rende problematico lo scavo. In tal senso nella Venezia Giulia (ex province di Trieste, Gorizia, Pola e Fiume) le f. vennero largamente utilizzate durante la Seconda guerra mondiale e nel dopoguerra, per liberarsi dei corpi di coloro che erano caduti a causa degli scontri tra nazifascisti e partigiani". Così la Treccani.
Ma la foiba ha fatto parte in tempi non sospetti e con un certo cinismo o sarcasmo del testo di alcune canzoni, poesie proprie della "cultura" popolare.
Pisino (in croato Pazin) in Croazia, nel 1925 vi era un testo di una canzone patriottica "italiana" nei cui versi così faceva: "fioii mii, chi che ofende Pisin, la pagherà:In fondo alla foiba finir el dovarà". Od ancora, in un libro del 1919, una poesia così : " A Pola xe l'Arena la Foiba xe a Pisin che i buta zo in quel fondo chi ga zerto morbin".



Superando la Croazia, oltrepassando la Slovenia, si giunge in Friuli Venezia Giulia, a Ronchi, cuore della Bisiacaria, dove vi è un passaggio di una nota canzone, Jukei lì, Jukei là, che si balla nella cantada di Vermegliano, l'unica canzone tra le altre cose che viene ballata, con un ritmo particolare che coinvolge tutta la piazza, ritmo allegro pur raccontando una storia tragica, " Il cadavere crepato fu buttato in una foiba e sior Toni con una fionda un bel clap gli tirò".

Marco Barone 

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