Con i problemi di natura mentale in Italia siamo stati sempre diffidenti, proprio per ragioni di approccio mentale, di sottovalutazione verso una problematica enorme, diffusa. La rivoluzione basagliana ha lasciato un segno importante, ma oggi ai più dice poco o nulla.
L'Italia è un Paese di depressi a leggere i dati dell'ISTAT. Infatti la depressione è il disturbo mentale più
diffuso: si stima che in Italia superino i 2,8 milioni (5,4% delle
persone di 15 anni e più) coloro che ne hanno sofferto nel corso del
2015 e siano 1,3 milioni (2,5%) coloro che hanno presentato i sintomi
della depressione maggiore nelle due settimane precedenti l’intervista.
Dati inferiori alla media europea
In Italia la prevalenza della depressione nel corso dei 12 mesi riferita dalla popolazione di 15 anni e più è inferiore alla media europea (5,5% contro 7,1%) e presenta valori prossimi a quelli di Francia (5,9%) e Grecia (4,7%), ma distanti da quelli di Germania (10,6%), Regno Unito (8,9%) e Spagna (7,8%).
La depressione aumenta nello stato di disagio economico e minore istruzione
Lo studio dell'ISTAT rileva che "per gli adulti di 35-64 anni e gli anziani con basso livello di istruzione le prevalenze di questi disturbi all’incirca raddoppiano rispetto ai coetanei con maggiori credenziali formative (rispettivamente 3,4% contro 7,5% per gli adulti e 6,3% contro 16,6% per gli anziani) . Inoltre, sono soprattutto i soggetti adulti appartenenti ai due quinti di reddito più svantaggiati della popolazione che mostrano prevalenze del disturbo quasi doppie rispetto ai coetanei appartenenti ai due quinti più alti (4% contro 8,3%). Il divario si attenua leggermente nelle classi di popolazione anziana (12% contro 17,3%)."
Aumenta nelle scuole la presenza di alunni con disabilità mentale
"I dati delle Rilevazioni sulle scuole del Miur mostrano un lento ma costante incremento degli alunni con disabilità all’interno delle scuole italiane, soprattutto quelli con disturbi di salute mentale Nell’anno scolastico 2016/2017 gli alunni con disabilità rappresentano circa il 3% degli alunni delle scuole di ogni ordine e grado e, in particolare, gli alunni con disabilità intellettiva, pari a due alunni con disabilità su tre, rappresentano la quota più importante."
Scuole di primo ciclo e disturbi di tipo mentale
"I dati dell’indagine sull’integrazione degli alunni con disabilità, condotta annualmente dall’Istat nella scuola primaria e secondaria di primo grado confermano che anche nelle scuole del primo ciclo l’insieme dei disturbi di tipo mentale è quello più frequente (73%) e maggiormente associato (56%) ad altre forme di disabilità tra gli alunni con almeno un disturbo. Alcuni disturbi sono più diffusi tra i maschi, come ad esempio i disturbi del comportamento e dell’attenzione (21% maschi e 10,1% femmine); i disturbi dello sviluppo (25,7% contro 20,4%) e quelli della sfera affettivo relazionale (17,7% e 14,0%) mentre la disabilità intellettiva è presente maggiormente tra le femmine (52,4% contro 41,9%)"
Problemi di apprendimento e disturbi di tipo mentale
"Gli alunni con solo disturbo di salute mentale presentano un problema grave nell’area dell’apprendimento nel 23,2% dei casi: questa percentuale raggiunge il 41,2% se al disturbo mentale si associa un’altra disabilità . Rispetto agli alunni con altre disabilità, emergono differenze nell’area dell’interazione e del tempo libero e nell’eseguire un compito. In particolare, il 18,5% di alunni con solo disturbo mentale presenta un problema grave di funzionamento nell’interazione e tempo libero e questa percentuale sale al 26,2% se al disturbo si sommano altre disabilità, mentre si attesta al 15,8% tra gli alunni con altre disabilità. In presenza di un disturbo di salute mentale isolato, nel 19% dei casi si osserva un grave problema ad eseguire un compito, contro il 17% degli alunni con altre disabilità."
La domanda è tanto ovvia quanto banale, la scuola è realmente attrezzata per affrontare tutto ciò con le dovute competenze?
Marco Barone
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