Quella lenta riscoperta delle proprie origini ricordando i caduti austroungarici contro la damnatio memoriae del nazionalismo italiano

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Timidamente, negli anni, son sorti dei cippi, delle targhe, dei monumenti, defilati o meno, con i quali ricordare ciò che dall'avvento del Regno d'Italia in poi in buona parte del Friuli è stato sostanzialmente cancellato dalla memoria pubblica, ma non ovviamente da quella privata. Un territorio legato all'impero asburgico, che ricorda i propri caduti italiani che hanno lottato per la propria terra asburgica. Nei ricordi  memorie delle famiglie che si son tramandate nel tempo è difficile raccogliere testimonianze negative di quel periodo, sostanzialmente si viveva tutti assieme, ognuno con le proprie peculiarità e l'irredentismo italiano era solo una minoranza di un manipolo di esagitati. Poi, come ben sappiamo, con la guerra, le cose son cambiate in modo terrificante, per arrivare alla dannazione della memoria che ha voluto cancellare secoli e secoli di appartenenza asburgica. Lentamente, questi cippi, targhe, dal cimitero di Ronchi, al comune di Villesse, a Lucinico,

Ronchi: capitale del giornalismo del NordEst. Ritorna il festival del giornalismo

E sono quattro. Un progetto voluto dall’associazione culturale Leali delle Notizie,di Ronchi, che ha conosciuto i natali nel 2015, e da quel momento, variando, cercando sempre di migliorarsi e di individuare la propria specificità, è arrivato già alla sua quarta edizione che si svolgerà nella città che ospita l'aeroporto del Friuli Venezia Giulia, Trieste Airport, dal 5 al 9 giugno. Una sinergia tra privato e pubblico significativa che vedrà a Ronchi giungere nomi noti e meno noti del circuito mediatico e del giornalismo, i temi affrontati saranno vari, ogni giornata avrà una propria dimensione. Ma la perla di questa edizione è sicuramente il premio intitolato a Daphne Anne Vella, coniugata Caruana Galizia uccisa a malta il 16 ottobre 2017, che ha avuto anche il riconoscimento del Parlamento europeo con tanto di alto patrocinio. L'elenco dei giornalisti ammazzati in Italia e nel mondo è lungo. Cosimo Cristina sarà il primo giornalista ad essere ucciso dalla mafia in Sicilia, il suo corpo venne fatto ritrovare il 5 maggio lungo la strada ferrata della linea Palermo-Messina. Come lui saranno decine i giornalisti massacrati dalle mafie, dai nomi più noti ad altri meno noti. Una elencazione che dovrebbe mettere i brividi. Intimidazioni, pressioni, minacce che nel corso del tempo si sono estese non solo a chi è giornalista di mestiere ma anche a chi esercita il dovere civico dell'informazione, che non dovrebbe essere solo un  semplice mestiere, in una società dove la libertà di stampa non è mai stata assoluta ma sempre relativa, tramite lo strumento della rete. Internet  ha ampliato il diritto dell'informazione, il diritto alla formazione del cittadino, nel mondo. Un festival che cresce anno dopo anno, che vede Ronchi trasformata nella capitale del giornalismo certamente del NordEst.
Marco Barone


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