Da oltre cent'anni vi è quell'interrogativo leninista che ha fatto tremare parte dell'Occidente fino alla caduta del muro di Berlino,
che fare?
Non sono cent'anni ma sono 14 anni che un rottame è stato depositato nello spazio dello scalo di Ronchi, che dopo un periodo difficile ed a rischio di fallimento ora aspetta il suo decollo nella speranza che possa non essere soffocato dalla voracità della concorrenza veneta che continua a minare quella fetta di confine che è il FVG. Per destino beffardo o non beffardo, emerge con chiarezza la scritta Venezia sull'aereo abbandonato nello scalo di Ronchi. Nell'articolo di Luca Perrino,
sul Piccolo, si legge che "il prossimo 20 aprile saranno la bellezza di 14 anni. E lui è ancora lì,
a riflettere un'immagine sinistra e inquietante, pessimo biglietto da
visita dell'aeroporto di Ronchi dei Legionari." Non si sa per quale motivo e neanche a quale costo e se danno erariale eventuale vi sia stato qualora acquistato con soldi pubblici, dopo l'incidente del 2004 che lo rese inutilizzabile. Un rottame senza identità, senza sedili, motori e strumentazioni, una scatola bicolore, cibo per la ruggine e acqua per l'oblio. Si legge nel citato articolo che "negli anni passati si era parlato di trasformarlo in un museo
dell'aviazione, in un gate guardian da mettere in mostra all'esterno
dello scalo, in un manufatto per le esercitazioni dei Vigili del fuoco.
Ma nulla si è mosso ed il Md82 è ancora là".
Già. Facendo una ricerca su internet le soluzioni che emergono non è che sono enormi. Si va dalla semplice demolizione alla riconversione in hotel a cinque stelle, semplici ostelli, o anche ristoranti o bar, ovviamente trattasi di iniziative di privati. Lo si potrebbe mettere in vendita su Ebay come già successo in passato, proporre una sorta d'asta, almeno per recuperare i soldi buttati, potrebbe diventare una sorta di attrazione, un luogo per effettuare esposizioni, mostre, per videogiocatori, si potrebbero fare una infinità di cose, con il dovuto spazio, le dovute idee e sinergie, ma a furia di chiedersi che fare, di perdersi tra rimorsi e rimpianti, la ruggine farà il suo corso, come sempre, perchè non perdona e non ha pietà.
Marco Barone
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