C'era una volta Gorz. Gorizia, la città più tedesca del "nord est italiano"

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    Gorizia è oggi, a causa degli eventi del '900, conosciuta forse come la città più italiana, delle italiane, anche se la sua peculiarità discende dal passato asburgico, quello che affascina, quello che interessa i turisti, insieme alla questione dell'ultimo "muro" caduto che divideva Gorizia da Nova Gorica. A partire dal 1500 Gorizia conobbe la sua svolta, una città dove convivevano, senza ghettizzarsi, idiomi diversi, dove la cultura germanofona era rilevante, con l'ultimo censimento dell'Impero che arrivava a contare poco più di 3000 cittadini di lingua tedesca. Tedesco, sloveno, friulano, italiano. Il nome Gorizia, è un nome slavo, una città dallo spirito tedesco, di cui oggi si è praticamente perso pressoché ogni traccia. Salvo iniziative di qualche realtà associativa privata, che mantengono con impegno e passione viva la lingua tedesca a Gorizia e contributi da parte di alcuni storici e studiosi, in città si è assistito ad un vero e proprio annichilime

Perchè in Italia la minaccia del terrorismo islamista viene sminuita?

Il noto sito internet Site   usato come riferimento da tutti i media occidentali quando ciò è funzionale a certe logiche, ignorato quando si devono seguire altre logiche, ha  raccolto ad oggi tre pagine di minacce, intimidazioni, attenzioni dell'estremismo islamista nei confronti dell'Italia. Si parte dal 2004 per arrivare alle ultime notizie di questo tragico agosto. Colpita Barcellona, dove non è, ahimè, per nulla escluso il ripetersi di altri atti di guerra terroristica, l'attenzione si è immediatamente focalizzata sull'Italia. Anche perchè forse per la prima volta dopo tanto tempo sono stati intercettati nella misteriosa e mai compresa galassia del mondo della fantomatica comunicazione dei terroristi islamisti dei chiari messaggi contro l'Italia.


E come è già stato notato hanno utilizzato un fermo-immagine vecchio, il cui messaggio però è netto, ma tradotto in italiano e questa è la cosa che dovrebbe far pensare, se non preoccupare seriamente.


Tutti sono consapevoli del fatto che l'Italia verrà colpita. E' solo una questione di quando, come e dove e non più di se. E non è un caso che il livello di allerta si è alzato proprio nel momento in cui si entra in un periodo caldo, quello in prossimità delle elezioni politiche. Non esistono luoghi sicuri, né città sicure, ma l'errore peggiore che si può commettere è quello di far finta di niente, di sminuire a livello mediatico e comunicativo tale situazione. La paura va gestita, perchè come è già stato detto e scritto in passato la guerra al terrorismo non avrà forse mai fine, sicuramente non avrà termine nelle nostre vite, e si dovrà imparare a convivere con questa situazione, con delle restrizioni di alcune libertà, con alcune rinunce inevitabili. Solo che ancora non si è capito a quali libertà dobbiamo rinunciare e quali saranno le rinunce inevitabili. Certamente non si tratta di qualche banale muro di cemento, dissuasore o metal dector o videosorveglianza diffusa ad incidere più di tanto sulle nostre reali libertà. Si tratterà di ben altro che presto comprenderemo. D'altronde alcuni passi vero l'accettazione di questa situazione sono stati fatti ed in modo spontaneo. I militari nelle città vengono richiesti sempre con maggior assiduità. La militarizzazione delle città non spaventa più, al contrario rassicura.  Gli slogan che vorrebbero simulare una realtà opposta rispetto a quella reale, come non ho paura, una sorta di insensata sfida eroica, fomentano delle pericolose e dolorose illusioni. Ci si deve preparare all'inevitabile, perchè essere colti di sorpresa nascondendo o sminuendo i pericoli ed i rischi non è un buon servizio che si realizza nei confronti della comunità. 
Anche perchè l'impreparazione psicologica in Italia ad affrontare questa guerra avrà delle conseguenze violente e reazionarie, peggiori di quelle riscontrate in modo minimale in altri Paesi colpiti e che continuano ad essere colpiti dalla violenza del terrorismo.

Marco Barone



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