La tornata elettorale del 23 ottobre
che coinvolgerà i Comuni di Ronchi e Monfalcone in questo momento è
incentrata unicamente sul nome del futuro candidato a Sindaco. Nomi e
nessun contenuto, nessun programma, nessuna progettualità. Si è partiti
al contrario. Purtroppo, questo è l'effetto di una data così ravvicinata
e di un referendum che ha visto, per fortuna, respingere una scellerata
idea fusionista, priva di ogni reale progettualità. Ma ancora tarda ad
arrivare il decreto della Regione di recepimento della chiara ed
ineccepibile volontà popolare. Per correttezza nei confronti dei
cittadini questo decreto dovrebbe arrivare prima del 23 ottobre, perché
se così non sarà non si possono escludere colpi di coda che possano
minare la volontà popolare, magari proponendo con qualche forza politica
"amica" dei fusionisti, un Sindaco a favore della fusione e sostenuto
da forze politiche fusioniste. Nulla è da escludere in una stagione
autunnale, dal punto di vista elettorale, e politica, calda. Nel merito
della questione di Ronchi, per quanto mi riguarda, visto che mi è stato chiesto da più parti, valuterò come e se
dare il mio contributo in questa fase, avendo in mente diversi contenuti ed idee chiaramente di
sinistra, dove ambiente, sociale, cultura, lavoro, sport, siano le
direttrici da perseguire e con dei paletti chiari. Uno di questi è la non possibilità a parer mio, di alcuna alleanza
con il PD, pur conoscendo diversi esponenti del PD locale che rispetto. Ma la considerazione che ora segue non è verso le singole persone, ma verso la questione politica generale del PD.
Il problema è il PD, quello che attua e realizza a livello nazionale e
regionale, politiche di destra, capitaliste, neoliberiste, e non di
sinistra, da tutti i punti di vista, siano questi storici, sostenendo
processi revisionisti, sociali, come il nefasto Jobs Act, la cattiva
scuola, la riforma costituzionale, pur non avendo avuto alcun minimo
mandato per riformare la Costituzione, il decisionismo esasperato, e
così via dicendo. Non è più un partito di sinistra il PD. Ed il locale,
seppur può essere visto come un qualcosa di diverso, in realtà
difficilmente può essere sconnesso dal PD in via complessiva perché il
partito è unico, punto. Rispetto sicuramente chi non ha sputato nel
piatto nel quale ha mangiato per anni dovendo, suo malgrado, digerire
scelte infelici, ma avrebbe ben potuto lasciare un partito oramai
destro, perchè è evidente a tutti che questo PD non è più riformabile.
A
Ronchi è necessario un cambiamento, e non è tanto una questione
generazionale, o di esperienza amministrativa, non si nasce politici e
la politica non è una professione, altrimenti la maggior parte dei
cittadini verrebbero tagliati fuori dai processi democratici più
importanti. E' una questione di idea diversa di Ronchi. Nel rispetto
della tradizione di Ronchi, che è sempre stata una piccola ma importante
roccaforte della sinistra, si deve avere il coraggio di proporre
politiche in modo chiaro di sinistra, pur andando in controtendenza
rispetto a quello che accade nel nazionale, ed in Europa, dove le
peggiori destre ed anche reazionarie avanzano incontrastate. Non potrà
essere l'alternativa il qualunquismo di chi non si definisce né di
destra né di sinistra che cavalca l'onda nazionale anticasta, ma è
necessaria l'identità. Ma prima di tutto i programmi ed i contenuti. Pur
nella consapevolezza del poco tempo a disposizione è a ciò che si deve
dare priorità, se si ha realmente a cuore il futuro di Ronchi. Quale progettualità, quale idea di e per Ronchi? Il nome
del candidato a Sindaco può benissimo venire anche dopo. Vedremo come il
quadro evolverà in questi giorni,e comunque deve essere chiaro che i processi elettorali non sono l'unica via esistente per fare il bene della comunità,per una Ronchi che sappia guardare al futuro senza dimenticare e
rinnegare il suo articolato ed importante passato.
Marco Barone
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