La celebrazione del fascismo della passeggiata di Ronchi di D'Annunzio e l'occupazione di Fiume

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Mio caro compagno, Il dado è tratto. Parto ora. Domattina prenderò Fiume con le armi. Il Dio d'Italia ci assista. Mi levo dal letto febbricitante. Ma non è possibile differire. Ancora una volta lo spirito domerà la carne miserabile. Riassumete l'articolo !! che pubblicherà la Gazzetta del Popolo e date intera la fine . E sostenete la causa vigorosamente, durante il conflitto. Vi abbraccio Non sarà stato forse un fascista dichiarato, D'Annunzio, certo è che non fu mai antifascista, era lui che aspirava a diventare il duce d'Italia e la prima cosa che fece, all'atto della partenza da Ronchi per andare ad occupare Fiume, fu quella di scrivere a Mussolini, per ottenere il suo sostegno. Perchè D'Annunzio ne aveva bisogno. Il fascismo fu grato a D'Annunzio, per il suo operato,  tanto che si adoperò anche per il restauro e la sistemazione della casa dove nacque D'Annunzio e morì la madre. E alla notizia della morte, avvenuta il 1 marzo del 193

Sul caso della non foiba di Rosazzo ora cosa dirà la Presidenza del Consiglio dei Ministri? Interpellata da Rizzetto?

Walter Rizzetto, eletto tra le fila del M5S e dal 2015 fa parte del gruppo misto*, in merito alla incredibile questione della non foiba di Rosazzo, ha presentato, il 16 febbraio 2016, seduta 570, la seguente interrogazione a risposta in commissione 5-07789.  Che ha come destinatari il  Presidente del Consiglio dei ministri, il Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale e delegato a rispondere sarà la Presidenza del Consiglio dei ministri:
"Per sapere – premesso che: 
si è appreso che l'archivio del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale avrebbe celato per oltre settant'anni un documento che confermerebbe la presenza di una foiba a Corno di Rosazzo, in provincia di Udine; nella cavità carsica naturale situata nel cuore dei Colli Orientali, tra le province di Udine e Gorizia, sarebbero state gettate nel 1945 tra le duecento e le ottocento persone. Le informazioni riportate dal documento in questione, datato 30 ottobre 1945, sono state divulgate dal presidente della Lega nazionale di Gorizia, Luca Urizio, in occasione del Giorno del ricordo dell'esodo e delle foibe; viene riferito di cadaveri facilmente individuabili perché interrati a poca profondità e si riportano anche i nomi dei presunti responsabili: il comandante Sasso, nome di battaglia di Mario Fantini, della Divisione Garibaldi-Natisone, coadiuvato dal commissario politico Vanni, nome di battaglia, di Giovanni Padoan; si tratterebbe dunque dei partigiani coinvolti anche nell'eccidio di Porzus. Si cita poi come testimone un certo Dante Donato ex comandante Osovano da Premariacco; a quanto è dato sapere, attualmente sono in corso indagini che vedono collaborare i carabinieri del comando provinciale di Gorizia e quelli della compagnia di Palmanova; la foiba sarebbe già stata individuata, ma sul luogo preciso viene mantenuto per il momento il più stretto riserbo; sembra siano numerose le testimonianze di persone a conoscenza dei fatti, inoltre, viene riferito che già negli anni ’90 venne aperta un'indagine poi bloccata per motivi sconosciuti; 
ebbene, per rispetto alle presunte vittime e alla verità storica, è evidente quanto sia doveroso accertare definitivamente tali fatti, che necessitano urgentemente di riscontri. È assurdo che, ad oggi, a quanto è dato sapere, non siano state verificate le informazioni emerse, che sembra già in passato siano state oggetto di un'indagine mai giunta a conclusione –: quali siano gli orientamenti del Governo sui fatti di cui in premessa e, in particolare, come sia possibile che il Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale non abbia proceduto, in oltre sett'anni, ad assumere iniziative per accertare definitivamente i fatti riportati in un documento presente nel proprio archivio; se sia vero che sia stata individuata la foiba e quali iniziative il Governo intenda adottare, per quanto di competenza per contribuire a fare luce sui fatti, anche considerando, che, al di là delle esigenze di riservatezza inerenti alle indagini, non è più possibile tenere all'oscuro i cittadini italiani della veridicità o meno di fatti storici così rilevanti. (5-07789)". Visto il quanto emerso sino ad oggi, cioè il nulla, visto quanto ha comportato l'operazione della non foiba di Rosazzo, siamo curiosi di sapere cosa e come risponderà la Presidenza del Consiglio dei Ministri. Ed anche quali conseguenze, ad esempio in termini di credibilità ecc, ci saranno nei confronti di tutti coloro che si sono prestati a questa allucinante operazione. Avranno ancora contributi e/o sostegno da parte delle nostre Istituzioni? Andranno ancora a parlare nelle nostre scuole? Mica può finire a tarallucci e vino tutta questa vicenda. 

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