La celebrazione del fascismo della passeggiata di Ronchi di D'Annunzio e l'occupazione di Fiume

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Mio caro compagno, Il dado è tratto. Parto ora. Domattina prenderò Fiume con le armi. Il Dio d'Italia ci assista. Mi levo dal letto febbricitante. Ma non è possibile differire. Ancora una volta lo spirito domerà la carne miserabile. Riassumete l'articolo !! che pubblicherà la Gazzetta del Popolo e date intera la fine . E sostenete la causa vigorosamente, durante il conflitto. Vi abbraccio Non sarà stato forse un fascista dichiarato, D'Annunzio, certo è che non fu mai antifascista, era lui che aspirava a diventare il duce d'Italia e la prima cosa che fece, all'atto della partenza da Ronchi per andare ad occupare Fiume, fu quella di scrivere a Mussolini, per ottenere il suo sostegno. Perchè D'Annunzio ne aveva bisogno. Il fascismo fu grato a D'Annunzio, per il suo operato,  tanto che si adoperò anche per il restauro e la sistemazione della casa dove nacque D'Annunzio e morì la madre. E alla notizia della morte, avvenuta il 1 marzo del 193

Contrasto all'omotransfobia: scuola e la dichiarazione di Malta

Uno dei primi dibattiti introdotti in parlamento, in tema di contrasto all'omofobia, risale al luglio del 1979. L'occasione venne data dalla trasmissione del film « Il funzionario nudo » di Jack Gold , una fiction inglese totalmente incentrata sulla vita di un omosessuale, avvenuta sulla televisione pubblica nei primi giorni del luglio del 1979. 
In Parlamento si presentò una interrogazione scritta, perché vennero effettuati dei tagli alla pellicola, di circa dieci minuti, per gli interpellanti, due minuti per il Governo. Ma si criticava anche la televisione in genere, il modo in cui trattava l'argomento dell'omosessualità, spesso in maniera sprezzante, non veritiera e favorendo la diffusione di battute e allusioni derisorie nei confronti dei cittadini omosessuali. Passano gli anni, giunge un nuovo secolo, qualche passettino in avanti è stato certamente fatto, ma con estrema lentezza. Recentemente è stata varata la Risoluzione del Parlamento europeo( 2 aprile 2014 ) sulla revisione intermedia del programma di Stoccolma. Si evidenzia il timore “che la crisi economica possa trasformarsi in una crisi della democrazia e ritiene necessari un forte impulso politico e un funzionamento trasparente delle istituzioni democratiche a livello nazionale ed europeo per difendere le conquiste democratiche, lo Stato di diritto e i diritti fondamentali, per combattere l'aumento del populismo in Europa e per rafforzare ulteriormente la cittadinanza dell'Unione” ma anche che “che si debba rispondere con maggiore attenzione alla particolare situazione dei gruppi vulnerabili e al rafforzamento della lotta contro il razzismo, la xenofobia, l'antisemitismo, l'intolleranza religiosa, l'islamofobia, l'antigitanismo, l'omofobia e la transfobia”. 

L'Agenzia per i diritti fondamentali dell'Unione europea (FRA) raccogliendo le risposte di 93.000 persone in UE e Croazia ha reso noto che in tutta Europa oltre il 60% dei ragazzi Lgbt ha subito insulti o aggressioni a scuola per il suo orientamento sessuale, e uno su quattro dei gay/lesbiche dice di essere stato vittima di violenza o di minacce violente.  Contestualmente a ciò, l'Italia ha sottoscritto a Malta la dichiarazione europea contro l’omofobia e la transfobia insieme a sedici altri governi che indica una roadmap molto chiara per i prossimi anni e che farà da riferimento per l’Italia nella attuazione della Strategia nazionale LGBT”. 

Una dichiarazione ancora oggi disponibile solamente in inglese, dove, tra i vari punti, si sottolinea la necessità di assicurare che il diritto all'istruzione possa essere efficacemente tale e privo di qualsiasi discriminazione razziale che vada a colpire in particolar modo l'identità di genere. Si raccomanda un contrasto forte e deciso al bullismo omofobico, all'emarginazione sociale, ad ogni trattamento degradante legato all'orientamento sessuale di genere od identità.
 Impegni chiari, precisi e concisi. 
Che la scuola dovrà recepire in toto. Non può e non deve essere la così detta crisi, una scusante, che debba legittimare la priorità sulle questioni economiche e la mancanza di interventi in materia di diritti civili . I diritti civili, i contrasti contro le discriminazioni, i diritti umani non devono concorrere con le questioni economiche, sono una priorità assoluta specifica e particolare, specialmente in questo periodo dove concetti medievali e reazionari, trovano sempre più spazio, violando ogni precetto comunitario ma anche costituzionale in materia. 
A scuola non solo si deve parlare di contrasto all'omotransfobia, ma è necessario formare tutto il personale scolastico in tal senso, il MIUR dovrebbe organizzare, in armonia con l'UNAR e le associazioni di categoria, dei corsi permanenti perché ciò non interessa solo la comunità studentesca ma anche i lavoratori, è necessario costituire sportelli anti-discriminazione in tutte le scuole, incentivare la lettura e la cultura che contrasti ogni tipo di razzismo, e perché no? introdurre anche una materia didattica specifica contro le discriminazioni, contro il razzismo. Perché se la scuola è la base della civiltà e della democrazia reale, non si può né rimanere indifferenti né rimanere ancorati a precetti e valori che oggi non dovrebbero proprio più esistere, precetti e valori che, purtroppo, continuano a condizionare l'esercizio della libertà di essere ed il contestuale intervento dello Stato, in via legislativa, in materia.

Commenti

  1. salve sono uno dei responsabili di Newsgo, ho visto il suo blog e volevo sapere se le interessava una collaborazione con il nostro sito.

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