Che fine ha fatto la fantomatica prigione di Moro di via Massimi?

Ne avevamo parlato anche su queste pagine, pur esprimendo delle perplessità, su quella che poteva essere stata la prima prigione di Moro, in relazione all'inchiesta del giornalista Zatti della Rai. Il reperto 777 sarebbe stato determinante per indicare la Loyola University di via Massimi. Ma, come già era stato segnalato dal gruppo 16 di marzo e poi in un post significativo pubblicato su insorgenze.net si è sostanzialmente smentito in modo evidente che il reperto 777 corrispondesse a Loyola University. La location era invece la prigione di Ascoli Piceno. Bisognerebbe sul punto chiedersi perchè Morucci avrebbe fatto quel disegno, per quale scopo, e chi gli aveva fornito i dettagli di quel sito carcerario. Altro discorso, è invece, la questione della prima prigione di Moro. Effettivamente non si può escludere che presso la Loyola University possa essere stata la prima temporanea prigione di Moro. Ma la cosa sconcertante è che si è passati dal parlare per alcuni giorni con tanto di s...

Calabria in bancarotta?

 Domanda:  Cosa succede in Calabria?
 Mai si è parlato di Calabria quanto in questi mesi, specialmente per il fattore 'ndrangheta, o per la nota rivolta degli immigrati di Rosarno.
Ma come avevo denunciato sul punto avendo visto le cose con i miei occhi e parlato con le persone dal vivo a Rosarno la situazione è identica agli eventi che hanno preceduto la pseudo rivolta, se non peggio. Gli immigrati continuano a raccogliere le arance, la mattina sono sempre lì ad attendere che qualcuno li carichi su qualche furgone o macchina per sfruttarli. Anzi qualcosa è cambiato, ora loro dicono di non vivere più a Rosarno, vivono in una situazione ancora più degradata di quella di prima.
Ecco il risultato della pseudo rivolta!
Mi chiedo solo perchè sul punto si tace ancora? Dove è la magistratura? Dove è la politica? Dove sono i media che hanno puntato per giorni i loro fari in Calabria ed a Rosarno?

Calabria terra di secolare storia ed eterna bellezza è giunta forse al collasso economico.
Il nuovo fisco previsto dal federalismo fiscale secondo uno studio del Pd, prevede che   i municipi, con il passaggio dai trasferimenti statali all'autonomia delle imposte perderebbero complessivamente 445 milioni di risorse l'anno da destinare ai servizi.

In effetti  con il decreto del Ministro dell’Interno del 9 dicembre 2010, pubblicato da qualche giorno nella Gazzetta Ufficiale, sono stati determinati  gli importi delle riduzioni dei trasferimenti erariali, per l’anno 2011, a Province e Comuni con popolazione superiore a 5.000 abitanti.Le riduzioni vanno da un massimo pro capite per residente di 75 euro del Comune di Filadelfia ad un minino di 12,5 di Praia a Mare. Complessivamente, in questo elenco sono compresi il 20% dei Comuni calabresi. Per esempio per quanto concerne le province Cosenza  avrà una decurtazione di oltre 11 milioni di euro; Reggio Calabria 9 milioni di euro; Catanzaro 8 milioni di euro e circa 4 milioni di euro Crotone  e  Vibo Valentia. Ciò è quanto denunciato recentemente dalla Legautonomie operante in Calabria.

Il problema  ovviamente non è solo limitato alla Calabria.  Penso per esempio a Bologna che per far fronte ai tagli decisi dall'alto, che incideranno per un venir meno di 50 milioni di euro nelle casse comunali bolognesi, dal 1 gennaio 2011 aumenterà tutto, dal biglietto del bus che arriverà alla  cifra di 1 euro e 20 cent. alla tassa dei rifiuti, ai parcheggi.
Se i soldi non ci sono in qualche modo si devono trovare, quindi, aumentano le tasse locali, i costi dei servizi pubblici ed essenziali e ripeto essenziali.

Ma un discorso è aumentare le tasse ed i servizi in una città come Bologna altra storia è rapportare la stessa situazione in terre difficili come quella calabrese.
Anzi verrebbe da dire che in Calabria succede di peggio.
Per esempio a Rossano  i dipendenti della casa di riposo Santa Maria di Bocchigliero che lamentano il mancato pagamento di 50 mensilita' arretrate sono in mobilitazione permanente.
A Gioia Tauro per alcuni mesi i dipendenti comunali non hanno percepito lo stipendio, perchè non si trovavano le risorse.
I forestali della Regione hanno avuto enormi ritardi nei pagamenti.

A Vibo Valentia dove da pochi giorni è stata sciolta l’Azienda sanitaria provinciale per infiltrazioni mafiose, emerge sempre con maggiore insistenza la voce che i dipendenti del Comune di Vibo rischiano di non percepire lo stipendio, così come rischiano molte imprese a non vedersi pagate le fatture e così via.
Vibo Valentia La cui area urbana conta circa 87.000 abitanti città con una storia lunga oltre 8.000 anni è questo che si merita? Il Comune è caratterizzato da una parentopoli scandalosa, tra figli e conoscenti che si succedono nella gestione delle poltrone,  città ove l'acqua non è potabile, ove la 'ndrangheta ogni giorno attua attentati,  è praticamente alla sua fine?

Cosa accade in Calabria? 
Senza sordi  no' 'ssi 'ndi cantanu Missi  (Senza soldi non si celebrano Messe.) per dirla con un proverbio calabrese.
E probabilmente di messe politiche se ne vedranno sempre meno, ma il problema resta e permane per la Calabria onesta, bella e consapevole delle potenzialità che pulsano nel cuore della Regione.
Qualcuno prima o poi dovrà interrogarsi sul punto, dovrà capire che l'Italia è allo sfacelo più totale, che la crisi è reale, che il ceto medio non esiste più, che i ricchi son sempre più ricchi, i poveri sempre più poveri.
Oppure questo qualcuno, i governanti, i padroni, lo hanno ben compreso e vogliono la esasperazione della povertà per governare meglio il disagio sociale speculando sulla speranza e sofferenza delle persone; ed allora deve essere la gente comune, i cittadini che vogliono evitare di vivere in condizioni oltre la precarietà presente, ovvero ancora più tragica  di quella attuale, a non far morire quelle mobilitazioni che sono nate recentemente, che nel 14 dicembre del 2010 hanno dimostrato a tutti cosa può fare il senso di rabbia per l'ingiustizia presente.
Queste vacanze devono regalar a tutti un momento di giusto riposo, ma la lotta deve continuare, per evitare che regioni come quella calabrese vadano letteralmente in bancarotta, sempre che non lo siano già e ciò lo stiano solo, con mera ipocrisia,  celando a tutti noi.

Marco Barone

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