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La strategia della tensione? Chiamatela la strategia della grande impunità

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L'Italia repubblicana è stata letteralmente devastata dallo stragismo neofascista, manovalanza politica, di intrighi, complotti di Stato legati indissolubilmente al filo dell'atlantismo. Complotti tutt'altro che immaginari e visionari, che hanno portato alla devastazione e al rischio di far saltare le fondamenta della democrazia repubblicana in Italia. 419 morti, 1181 feriti, l'apice venne raggiunto nel 1980 con 125 morti e 236 feriti. Ciò che è accaduto dal 1969 al 1984 è stato quasi un ventennio di violenza rimasta pressoché impunita. E quando c'è l'impunità significa che il sistema ne è stato partecipe. Tanti protagonisti di quella vicenda ne sono usciti indenni, molti hanno portato con sè i segreti nella tomba, altri, se li porteranno. Tra persone graziate, che avrebbero dovuto marcire in galera e non rimpiangono ciò che hanno fatto, parlando in alcuni casi di errori di gioventù, come se ammazzare più persone, fosse un semplice e banale errore di gioventù. ...

Ronchi conobbe la distruzione della grande guerra, che memoria ne è rimasta oggi di quella devastazione?

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   Ronchi fu tanto in prima linea, quanto retrovia in quella maledetta guerra, e fu anche oggetto di bombardamenti che distrussero decine di abitazioni e procurarono decine di vittime civili. E beffa nella beffa, la popolazione, che in parte riuscì a fuggire a Wagna, in Austria, allo scoppio della guerra, rimase imprigionata nei confini comunali a causa dell'esplosione della colera. Ben 2500 cittadini, praticamente la metà della popolazione, bloccata in un territorio in prima linea durante la guerra a causa del colera che nell'agosto del 1915 cagionò una trentina di morti come la storia ha ben raccontato nel corso del tempo. Oltre 500 furono i soldati che persero la vita sul territorio ronchese in quel maledetto conflitto nazionalistico. Eppure saranno passati poco più di cent'anni ma è come se non fosse mai accaduto quell'evento, come se quella distruzione non ci fosse mai stata, eppure c'è stata come la memoria fotografica del tempo ha ricordato e continua...

Quel colpo di Stato voluto dal re per mano degli alleati, per far cadere Mussolini e il fascismo

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Probabilmente è meno noto per molti del 25 aprile, data universale con la quale in Italia si celebra la liberazione dal nazifascismo, anche se come ben sappiamo in diverse località si dovette aspettare ben oltre il 25 aprile, come il 1 maggio da Trieste a Gorizia, per potersi dire liberi dagli occupanti nazisti. Eppure il 25 luglio fu una data fondamentale nel processo storico che porterà alla liberazione. Il colpo di Stato del re con il quale si fece cadere il fascismo mettendo agli arresti Mussolini. Come è risaputo il Gran consiglio   del fascismo non era certamente un organo vincolante, esprimeva   la   proiezione   del   partito   fascista   nelle   istituzioni.   Formato nel   1923 , inserito poi negli organi   apicali   dell’ordinamento   alla   fine   degli   anni   ‘20   con le   leggi   del   1928 (n. 2693) e del 1929 (n. 2049). La seduta del Gran Consiglio, senza alcun v...

In Egitto massacrano un ricercatore universitario,boicottano la giustizia, ma vogliono la partnership tra università egiziane e italiane

Dire che hanno una faccia tosta è dire poco. Ma ci sta. Il loro mondo, malvagio, funziona così. Come in tutte le dittature. Cosa vuoi che sia aver sequestrato, massacrato ed ucciso un ricercatore universitario? Perchè si erano fatti le pippe mentali che fosse una cattivissima spia al servizio di qualche governo straniero chiamato a destabilizzare Al Sisi? Giulio era lì per fare il suo lavoro di ricercatore. E' caduto nella trappola della paranoia del regime egiziano, da cui non è più uscito e nulla si è fatto per poterlo salvare. E ancora oggi rimane inspiegabile come sia possibile che non lo si sia potuto salvare. In tutto ciò, mentre in Italia, il processo, contro alcuni esponenti degli apparati di sicurezza egiziani, procede, l'Egitto continua a relazionarsi con l'Italia come se praticamente nulla fosse mai accaduto. Ma il problema, come detto, non sono loro, ma noi. Noi come Paese che continuiamo a legittimarli, a sostenerli, a collaborare, e ora anche a valutare di ist...

La salvaguardia del verde sia la principale opera pubblica

Per ogni albero tagliato, uno nuovo deve essere piantato! Questo è il principio che fin dall'800 ispira la politica del rimboschimento in Svezia e ben due terzi del Paese sono coperti da foreste. Il FVG è una regione meravigliosa, però in sofferenza anche a causa delle problematiche dovute ad un clima sempre più caldo. Cambiamenti climatici o meno una certezza c’è, i nostri Comuni devono dare la priorità alla cura del verde. Sia questa la principale opera pubblica da sostenere. Mettere da parte altre opere, che al momento sono da considerarsi come secondarie e investire nel verde. A partire da Ronchi che da decenni se la passa male e dove sembra più di attraversare un cimitero di tronchi che un parco urbano in evidente sofferenza. Ronchi ha le potenzialità per divenire un giardino pubblico in stile inglese, ma ad oggi siamo solo nel mondo dei sogni. Servono interventi propositivi e non polemiche o strumentali. Ciò che è stato è stato, serve una visione e una volontà che sia final...