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La celebrazione del fascismo della passeggiata di Ronchi di D'Annunzio e l'occupazione di Fiume

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Mio caro compagno, Il dado è tratto. Parto ora. Domattina prenderò Fiume con le armi. Il Dio d'Italia ci assista. Mi levo dal letto febbricitante. Ma non è possibile differire. Ancora una volta lo spirito domerà la carne miserabile. Riassumete l'articolo !! che pubblicherà la Gazzetta del Popolo e date intera la fine . E sostenete la causa vigorosamente, durante il conflitto. Vi abbraccio Non sarà stato forse un fascista dichiarato, D'Annunzio, certo è che non fu mai antifascista, era lui che aspirava a diventare il duce d'Italia e la prima cosa che fece, all'atto della partenza da Ronchi per andare ad occupare Fiume, fu quella di scrivere a Mussolini, per ottenere il suo sostegno. Perchè D'Annunzio ne aveva bisogno. Il fascismo fu grato a D'Annunzio, per il suo operato,  tanto che si adoperò anche per il restauro e la sistemazione della casa dove nacque D'Annunzio e morì la madre. E alla notizia della morte, avvenuta il 1 marzo del 193

Quella lenta riscoperta delle proprie origini ricordando i caduti austroungarici contro la damnatio memoriae del nazionalismo italiano

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Timidamente, negli anni, son sorti dei cippi, delle targhe, dei monumenti, defilati o meno, con i quali ricordare ciò che dall'avvento del Regno d'Italia in poi in buona parte del Friuli è stato sostanzialmente cancellato dalla memoria pubblica, ma non ovviamente da quella privata. Un territorio legato all'impero asburgico, che ricorda i propri caduti italiani che hanno lottato per la propria terra asburgica. Nei ricordi  memorie delle famiglie che si son tramandate nel tempo è difficile raccogliere testimonianze negative di quel periodo, sostanzialmente si viveva tutti assieme, ognuno con le proprie peculiarità e l'irredentismo italiano era solo una minoranza di un manipolo di esagitati. Poi, come ben sappiamo, con la guerra, le cose son cambiate in modo terrificante, per arrivare alla dannazione della memoria che ha voluto cancellare secoli e secoli di appartenenza asburgica. Lentamente, questi cippi, targhe, dal cimitero di Ronchi, al comune di Villesse, a Lucinico,

Andare avanti con il passo del gambero..c'erano una volta i bunker della guerra fredda e GLADIO

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L'organizzazione GLADIO fu voluta non tanto dalla NATO ma dagli americani per costituire un gruppo paramilitare, clandestino e incostituzionale, di migliaia di persone, prevalentemente civili, pronto ad intervenire in caso di invasione da parte dei comunisti jugoslavi od eventualmente sovietici. Come la storia ha insegnato non ci fu alcuna invasione, ma i rapporti tra pezzi di GLADIO e la strategia della tensione rimangono una delle pagine più nebulose della storia repubblicana italiana su cui probabilmente non ci sarà mai piena verità. Collisioni tra massoneria, servizi deviati, neofascisti, con l'obiettivo unico di non consentire l'avanzata del comunismo in Italia ed in Europa, perchè Stay Behind era presente ovunque non solo in Italia, ma quello che accadde in Italia non ebbe eguali nel resto d'Europa.    Attraversando il Carso, devastato dalle trincee, può capitare di imbattersi anche in  alcuni bunker della guerra fredda che dovevano essere utilizzati per cercare d

Semplicemente Lisi

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Ci sono storie che iniziano dalla fine. Una fine che paradossalmente rappresenta l'inizio. L'inizio di quelle memorie, di quei ricordi che hanno plasmato nel corso degli anni la vita di personaggi più unici che rari, semplicemente straordinari. Come viene osservato dai più che lo hanno conosciuto, si rimane spesso sorpresi dal fatto che Lino Marega, detto Lisi, sia forse più noto oltre i confini friulani che all'interno della nostra regione. Nel corso degli anni ci sono stati tanti studi tante ricerche di altissimo livello in FVG. Che hanno cercato di focalizzare la vita di Marega che non scrisse mai una sola riga sul proprio passato, sulla sua storia. Un'immagine emblematica che può essere del partigiano Lisi è sicuramente quella di immaginarlo al distributore di benzina con una sola pompa come lo ricordano i villessini. Una pompa sola di benzina davanti praticamente alla propria casa. Oggi non esiste più quella pompa. È stata poi apposta una targa, però sulla sua dim

Quelle tensioni sul confine tra americani e jugoslavi

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Anno 1945, l'esercito di liberazione jugoslavo si era ritirato dai territori liberati il primo maggio del 1945 e poi occupati e amministrati fino al 12 giugno di quell'anno con le vicende storiche ben note. La situazione al confine era tesa, tanto che verso la metà di dicembre del 1945 si registrarono degli scontri tra jugoslavi e americani. Si raccontava ad esempio dell'uccisione di un Maggiore americano, si raccontava che a Tolmino due ufficiali americani, mentre andavano a caccia, vennero respinti dai partigiani di Tito. Nella notte dal 14 al 15 dicembre — sempre secondo l' agenzia d'informazione americana — si erano presentati al posto di guardia presso il ponte di Lucinico circa trecento soldati di Tito, armati. Tre soldati americani di guardia al posto di blocco informavano telefonicamente della critica situazione i comandi superiori Nella velina si legge che "sopraggiungevano immediati rinforzi che si aggiravano su una cinquantina di indivi

Ma i monfalconesi cosa pensano di tutto ciò?

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  Partiamo da alcuni dati numerici. Nell'ultima tornata elettorale che ha visto l'estrema destra confermarsi a Monfalcone, si è eletto il sindaco con 7500 voti validamente espressi su 10692 espressi, il 75% dei votanti, ma gli elettori complessivi erano, nel 2022, ben 20630, dunque il 48% dei cittadini non si è recato a votare, e 7500 voti rappresentano solamente il 36.35% del totale del corpo elettorale monfalconese. Dunque per farla breve, una minoranza a Monfalcone sta dettando legge, queste sono le distorsioni della democrazia, in un contesto dove la gente a votare ci va con fatica, con poca voglia ed il disinteresse è sempre più consistente. E come è risaputo negli ultimi eventi elettorali in Italia, la scarsa partecipazione al voto ha favorito le destre, perchè mentre a sinistra ci si diletta nelle guerre intestine, in questo oramai siamo dei maestri a farlo anche in pubblico dominio, le destre, sul momento elettorale, riescono ad andare oltre, a fare squadra, per poi far

Salvate i Casoni di Caorle, un patrimonio storico unico e irreplicabile

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Volavano alti nel cielo i germani reali e i codoni si alzavano all’improvviso dai canneti verso spazi eterni; guizzava il cefalo a mezz’aria ricadendo nell’acqua e le anatre si perdevano nei giochi di ali e di luci . Quanto scritto da E. Hemingway è un paesaggio che è ancora oggi pressoché esistente a Caorle, anche se i luoghi di Hemingway rischiano di essere compromessi per sempre, come la tenuta in cui fu ospite dal barone Raimondo Nanuk.  Patrimonio storico dal valore universale, unico, insieme ai Casoni di Caorle, espressione della più alta tradizione lagunare veneta, dove vivevano i pescatori, e che oggi resistono solo per la fatica, la passione, la determinazione di chi non si arrende a quel futuro che altri casoni hanno conosciuto nel resto d'Italia, come quelli della Quarantia, nell'isontino, spazzati via dalla burocrazia che può diventare uno strumento terribile quando lo vuole. I casoni se non sono vissuti,  e diventano solo oggetti inanimati, sono il nulla, la belle