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Chiamare ancora oggi Ronchi "dei Legionari" sarebbe come chiamare Latina, Littoria

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Come è risaputo dal 1925, la città di Ronchi di Monfalcone, ha visto mutare il proprio nome in Ronchi dei Legionari, per la precisione il 2 novembre del 1925 con il Regio Decreto firmato da Rocco pubblicato nella G.U n° 283 del 5 dicembre 1925. Quest'anno pertanto ricorrono ben cent'anni da questa ricorrenza dovuta all'omaggio voluto dal fascismo per celebrare la presa di Fiume da parte di D'Annunzio che partì casualmente da Ronchi dopo aver dormito per qualche ora in una dimora nella vecchia via di Trieste. E come è ben risaputo nessun cittadino di Ronchi partecipò a quell’atto eversivo che ha subito la città di Fiume per 500 giorni con tutte le conseguenze che ne derivarono per i fiumani che nel 1924 scivolarono anche grazie a quel fatto storico e politico sotto il fascismo. Continuare a chiamare Ronchi "dei Legionari" come se appartenesse a chi mai ha appartenuto nel corso della sua storia, minandosi pertanto ogni identità storica del territorio, sarebbe co...

Proteste contro il green pass di Trieste, ex capitale dei no vax e no green pass. L'Europa conferma che non è stata violata alcuna libertà

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Una interrogazione , manco a dirlo da parte di una parlamentare europea leghista, sui fatti di Trieste ottiene la risposta da parte della Commissione Europea. Trieste, come è noto, suo malgrado, è diventata per qualche settimana la capitale del mondo dei no vax e no green pass, le due questioni si sono mescolate e le conseguenze sono state quelle che tutte ben sappiamo, Trieste ha avuto un boom di contagi anche per queste manifestazioni diventando la vetrina nera d'Italia. La deputata leghista cosa ha chiesto all'Europa?  "L'Italia ha introdotto l'obbligo del "green pass" per accedere ai luoghi lavoro, pubblici e privati, costringendo coloro che non si vaccinano ma intendono svolgere il loro lavoro ad effettuare ogni 48 ore i tamponi con un costo spropositato, soprattutto per le professioni a basso reddito. Nella giornata di lunedì 18 ottobre, a margine di una pacifica protesta di operai del porto di Trieste, la Polizia ha utilizzato idranti e lacri...

Tra le priorità del semestre sloveno la giornata europea contro i totalitarismi. Quanto è credibile la Slovenia che guarda all'Ungheria, Polonia e Russia?

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  La Commissione europea nel suo profilo social, alle critiche che avevo sollevato sul fatto che la Slovenia fosse alla guida del semestre europeo, mi risponde evidenziando che le priorità della presidenza slovena sono ispirate al suo motto: "Insieme. Resilienti. Europa". Il programma della presidenza è incentrato su quattro settori principali: 1. ripresa, resilienza e autonomia strategica dell'UE 2. una riflessione sul futuro dell'Europa 3. stile di vita europeo, Stato di diritto e valori europei 4. maggiore sicurezza e stabilità nel vicinato europeo   Sei mesi passeranno in fretta. Vedremo cosa combinerà la Slovenia. Un programma corposo quello sloveno, politico, ma sei mesi passeranno in fretta. Un programma dove non si parla dei diritti LGBT, di razzismo, di discriminazioni, salvo che per la parità di genere tra uomo e donna nel lavoro, ma si dedica però spazio alla  Risoluzione 1096 (1996) dell'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa e della riso...

Lettera alla Presidente della Commissione Europea e al Presidente del Parlamento Europeo sulle celebrazioni in Italia per l'occupazione di Fiume

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Alla cortese attenzione della Presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen Alla cortese attenzione del Presidente del Parlamento Europeo David Sassoli Spettabili Presidenti , Scrivo, in qualità di cittadino italiano ed europeo, in merito a quanto accade nella regione del Friuli Venezia Giulia, precisamente nella città di Trieste, e di Monfalcone, e nella regione dell'Abruzzo, per il centenario della marcia su Fiume, che nel 1919 portò all'occupazione della città, oggi croata, da parte di truppe guidate da Gabriele D'Annunzio con lo scopo di annettere la città di Fiume/ Rijeka, all'Italia. Atto nazionalistico, eversore, militarista, che anticipò il fascismo, e che si concluse in modo tragico, con una sessantina di morti perchè per scacciare gli occupanti l'Italia fu costretta a muovere le proprie forze, con alcuni giorni di scontri. Morirà anche un ragazzino di soli 12 anni e per la prima volta nella storia d'Ital...

Il saluto fascista "commemorativo" non è reato? Riscriviamo la Legge come ha richiesto la Commissione Europea

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I simboli sono importanti. Dietro un simbolo si cela una storia, dietro la storia emergono questioni non sempre conciliabili con la democrazia. Non è conciliabile con la democrazia ciò che è nato per demolire la democrazia, e la democrazia per tutelarsi deve essere molto rigorosa in materia. Incompatibile, antitesi della democrazia è certamente il fascismo. Ora, come è noto, la Corte di Appello di Milano con una sentenza del mese di ottobre 2016 ha affermato che "non è chiaro se il loro comportamento abbia superato il confine della commemorazione per giungere alla condotta diffusiva", e per ciò gli imputati sono stati assolti, nonostante la procura avesse sostenuto "la sussistenza negli imputati della volontà diffusiva della ideologia fascista, intrinsecamente connessa alla modalità della manifestazione commemorativa". La Cassazione a marzo del 2016, in materia di saluto fascista, aveva affermato che questo è, come dovrebbe essere, reato . Spiegando come il gest...

L'Europa sul caso immigrazione in FVG: va operata distinzione tra richiedenti asilo e chi arriva illegalmente

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A maggio 2015 veniva posta una interrogazione scritta alla Commissione europea sulla fantomatica emergenza dei profughi in FVG. Emergenza che mai è esistita, smentita dai fatti, mentre è innegabile l'esistenza in alcuni casi di una politica, vedi il caso di Gorizia, volutamente di non accoglienza. L'interrogazione che veniva posta evidenziava che "In Friuli Venezia Giulia l'afflusso dei migranti in entrata da Tarvisio, punto di transito per decine di migliaia di clandestini in arrivo dall'Ungheria, insieme alla pressione già esercitata sull'Italia dagli arrivi via mare, mette a serio rischio l'equilibrio sociale e la sicurezza dei cittadini. La mancanza di risorse per gestire in sicurezza la permanenza di tutti questi immigrati irregolari rischia di sfociare in episodi di intolleranza e di conflitto sociale con evidenti ripercussioni sulla sicurezza dei cittadini friulani. Alla luce di quanto esposto, può la Commissione far sapere: 1. se è a con...

Il caso Alcatel di Trieste arriva la risposta della Commissione Europea

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Ad aprile 2015 veniva proposta una interrogazione scritta alla Commissione Europea sulla questione Alcatel di Trieste: “L'acquisizione del gruppo Alcatel-Lucent da parte di Nokia dovrebbe essere portata a termine entro i primi mesi del 2016. Secondo le stime del coordinamento sindacale europeo di Alcatel-Lucent, l'acquisizione comporterà tagli per 900 milioni di EUR e circa 10 mila esuberi in tutto il mondo. Questa situazione ha provocato significative manifestazioni sindacali da parte dei lavoratori dello stabilimento triestino di Alcatel-Lucent Italia. Premesso che lo stabilimento di Trieste occupa circa 900 dipendenti ed ha un alto valore strategico per la sua posizione geografica e per il livello di specializzazione della produzione, si chiede alla Commissione europea:È a conoscenza di possibili tagli al personale derivanti dall'acquisizione del gruppo Alcatel-Lucent da parte di Nokia concernenti stabilimenti con sede all'interno dell'UE, come nel caso del s...

La Commissione Europea pone sotto vigilanza l'Italia

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Con un rapporto conciso ed eloquente, pubblicato il cinque marzo 2014, la Commissione Europea attesta che l'Italia, insieme a Slovenia e Croazia, sta vivendo squilibri macroeconomici eccessivi, che richiedono un monitoraggio specifico e forte azione politica. La Commissione effettuerà il monitoraggio specifico delle politiche raccomandate in Italia dal Consiglio nel quadro del semestre europeo, e riferirà regolarmente al Consiglio e l'Eurogruppo .  Dunque nuove raccomandazioni si apprestano ad arrivare, nuovi paletti, nuove misure che rischiano di far implodere un Paese semplicemente sprofondato nella palude da cui non riesce ad uscire.  Per la Commissione Europea l'Italia deve affrontare il livello molto elevato del debito pubblico e la competitività esterna debole, entrambi sono in ultima analisi, radicati nella crescita prolungata della produttività stagnante e richiedono attenzione politica urgente. La necessità di un'azione decisa per ridurre il rischio di...