Lo spirito di solidarietà del Friuli

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  Dopo la tempesta, potente, imprevista, sconvolgente, la classica quiete, che sa di beffa. Il sole, il silenzio, il rumore di chi spala fango, di chi si è attivato senza battere ciglio per aiutare. Subito. Solidarietà. Così è stato nei periodi delle grandi tragedie e drammi che hanno colpito questa piccola fetta di terra d'Europa. Che ha conosciuto due guerre mondiali, con il Friuli non spettatore, ma suo malgrado, attore. Così è stato con eventi diabolici, come la tragedia del Vajont, così come è stato con il terremoto del 1976. Una terra che non cerca di compiacersi, che non ha bisogno di sentirsi dire quanto siamo bravi o più fighi o meno fighi degli altri. Si va oltre, si va avanti, insieme. Il dolore delle vite sottratte cinicamente da questo mondo è e rimarrà vivo, ma la forza di rialzarsi in breve tempo, senza perdere tempo in giustificati lamenti, che questa terra continua a dimostrare, generazione dopo generazione, è più unica che rara. Il sole splende lì dove una frana h...

Chiamare ancora oggi Ronchi "dei Legionari" sarebbe come chiamare Latina, Littoria





Come è risaputo dal 1925, la città di Ronchi di Monfalcone, ha visto mutare il proprio nome in Ronchi dei Legionari, per la precisione il 2 novembre del 1925 con il Regio Decreto firmato da Rocco pubblicato nella G.U n° 283 del 5 dicembre 1925. Quest'anno pertanto ricorrono ben cent'anni da questa ricorrenza dovuta all'omaggio voluto dal fascismo per celebrare la presa di Fiume da parte di D'Annunzio che partì casualmente da Ronchi dopo aver dormito per qualche ora in una dimora nella vecchia via di Trieste. E come è ben risaputo nessun cittadino di Ronchi partecipò a quell’atto eversivo che ha subito la città di Fiume per 500 giorni con tutte le conseguenze che ne derivarono per i fiumani che nel 1924 scivolarono anche grazie a quel fatto storico e politico sotto il fascismo. Continuare a chiamare Ronchi "dei Legionari" come se appartenesse a chi mai ha appartenuto nel corso della sua storia, minandosi pertanto ogni identità storica del territorio, sarebbe come chiamare ancora oggi Latina con il suo nome fascista, Littoria. Già sulla fine dell’estate del ’44, il ministero dell’Interno, tramite la Prefettura, suggerì proprio di cambiare la denominazione al Comune capoluogo e alla Provincia. Fu proposto di mutare il nome originariamente di Littoria in Latinia. Il 7 giugno 1945, la Gazzetta Ufficiale pubblicava il decreto luogotenenziale 9 aprile 1945 n. 270 che modificava la denominazione del comune da Littoria a Latina. Il cambio fu voluto per segnare una rottura con l'epoca fascista e porre fine anche con tale gesto simbolico a quell'epoca vergognosa della nostra storia. Se ci sono riusciti a Latina, non si vede perchè non si possa riuscire a Ronchi ad eliminare dei Legionari, denominazione che storpia la storia della cittadina, orgogliosamente antifascista e che ha dato un contributo elevato per la Resistenza e marchia il territorio con il timbro fascista di cui si farebbe certamente bene a meno.

mb

 

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