La strage di Vergarolla, se ancora oggi non si riesce a collocare una lapide con i nomi delle vittime

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Mentre a Capodistria non si riesce a porre una targa sulla casa ove nacque Nazario Sauro, c'è chi propone addirittura di restituire alla città una statua di Sauro, noto capitano antiasburgico, il cui monumento, imponente, venne fatto saltare in aria dai nazisti, a Pola, ancora oggi, a 79 anni dalla strage di Vergarolla, non si riesce a porre una targa che ricordi i nomi delle vittime. Una strage che ancora oggi continua a dividere gli storici, tra chi sostiene che gli artefici furono gli jugoslavi, chi fu atto di incuria degli inglesi, chi, opera di fascisti italiani, chi, un semplice e catastrofico incidente, l'unica certezza è che a perdere la vita furono un centinaio di innocenti di cui vennero identificati in 64 e un terzo delle vittime furono  bambini. Tutto ciò è semplicemente scandaloso soprattutto per un Paese che ha introdotto l'Euro, che è europeo e dove la minoranza storica italiana continua a subire delle ingiustizie importanti o degli accontentini come nel caso...

Da Porto Piccolo a Monfalcone di Red Bull, il nuovo circuito per ricchi?


I grandi capitali investono nel nostro Territorio e per molti è un bene. Certo, bisogna poi capire cosa ritorna al territorio, quali e soprattutto quanti sono i posti di lavoro stabili nel tempo, quale l'impatto sull'ambiente, quale la compatibilità con la storia di questa zona cuscinetto tra il Friuli e la Venezia Giulia. Lì, dove una volta c'era una cava è poi sorto un presepe per ricchi. La maggioranza delle case sono semplicemente rimaste invendute, prezzi irraggiungibili per i comuni mortali. Porto Piccolo se da un lato è un capolavoro di architettura, dall'altro è certamente un qualcosa di irripetibile, nel senso che non si deve più ripetere e non è un caso che non riesce a decollare. Lusso, però, attrae lusso. Ed è quello che sta accadendo a poca distanza da Porto Piccolo. A Monfalcone. Dove la Red Bull che ha un fatturato di miliardi di euro, nel 2022 ha chiuso con un fatturato record di 9,684 miliardi di euro (+24% rispetto all’anno precedente), ha investito una piccolissima goccia, rispetto al suo capitale, una goccia che pesa comunque alcuni milioni di euro e che sta lasciando il segno con la rinascita di un sito effettivamente decadente. Dalle spiagge "private", alla riqualificazione di quell'area diventata oggi Marina di Monfalcone, dove le barche di lusso non si fanno attendere e dove la Red Bull vorrebbe promuovere una delle sue attività marginali sul piano sportivo che interessano chiaramente le attività  sul mare.  

La Red Bull è un colosso enorme, fondata  nel 1984 dall’imprenditore Dietrich Mateschitz, scomparso a fine 2022.  I settori in cui investe, oltre quello di naturale competenza, le bibite, è notoriamente la F1, che negli ultimi anni domina in modo indiscutibile anche grazie al declino della Ferrari e della Mercedes, investe, anche nel WorldTour, la massima espressione ciclistica, ed in altri settori, tra cui anche windsurf, kitesurf e kayak che sono le attività che dovrebbero essere sostenute a Monfalcone e che probabilmente vedranno l'attrazione più da parte di austriaci e sloveni, che monfalconesi.  Curioso osservare che se cerchi Monfalcone, nel sito della Red Bull, il risultato della ricerca ad oggi è pari a zero:

 


Un colosso che  è finito sotto la lente di osservazione dell’Antitrust dell’Unione europea i cui investigatori hanno perquisito varie sedi della Red Bull, tra cui quella di Fuschl-am-See, nell’Austria occidentale per verificare se vi sia stato o meno abuso della posizione dominante sul mercato e violazione delle norme antitrust europee che vietano cartelli e pratiche restrittive. La Red Bull però ha agito chiedendo il risarcimento dei danni alla Commissione Europea rilevando che  "il raid della Commissione, condotto nel marzo 2023, non era sufficientemente giustificato da sospetti concreti di comportamento anticoncorrenziale ed è stato fortemente influenzato dalle informazioni filtrate attraverso la lente di una società rivale". Si ha la sensazione che tra Porto Piccolo e la Monfalcone della Red Bull si stia concretizzando a tutti gli effetti un circuito forse per ricchi, dunque, per pochi. Il nostro è un territorio strettamente legato al mare, vissuto come cosa del popolo. Barche piccole ad uso famigliare, posti barca accessibili ai comuni mortali, spiaggia accessibile a tutti. Continuerà ancora ad essere così?

Commenti

  1. La Redbull ha preso anche un campeggio a Grado e per ora hanno abbasato i prezzi. Difficile che ci sia questo rischio, dal momento che i servizi sono a dimensione di famiglie e classe media.
    Probabilmente dà fastidio che l'amministrazione di DX abbia aperto la città al turismo, ma se era per i sinistri campa cavallo... Loro pensano che basti sostituire qualche toponimo, starnazzare a caso di fascismo ogni tanto e sventolare qualche bandierina il 25 aprile ed il I maggio per sostenere l'economia di una città. In ogni caso ci sarà da vigilare... È così bello fare un toč a Sistiana e poi un Rebekin in osmica su a Malchina. A proposito di Sistiana: ho sentito che un'azienda campana ha preso la gestione del lido. Piuttosto di avere la camorra od i casamonica, non è meglio avere la Redbull?

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