Il monumento alla Resistenza di Ronchi
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Nella seduta del 13 febbraio del 1965 con voto unanime il Consiglio comunale di Ronchi decise di realizzare un Monumento ai caduti della Resistenza ed alla costruzione dell'Ossario al centro del cimitero locale. In una lettera formulata dall'ANPI, se da un lato si esprimeva compiacimento e soddisfazione per questa decisione, dall'altro si segnalava il rammarico per la posizione assunta dall'Associazione nazionale combattenti e reduci e dalla Democrazia Cristiana poiché si erano "fatti promotori di iniziative tendenti a dare a Ronchi un solo Monumento dedicato a tutti i caduti". E l'ANPI rispose con tono : "sarebbe falsa carità e mera ipocrisia accettare di accomunare nel ricordo in un solo Monumento tutti i Caduti quando ben si sa che la sostanza di una guerra ai fini dell'interesse nazionale è diametralmente opposta ad un altra". Ed ancora, pur evidenziandosi il rispetto "che si deve avere di fronte alla morte di qualsiasi, non si può sottacere il fatto che qui in Ronchi, perchè l'Italia fosse una Repubblica, abbia una sua nuova Carta Costituzionale in cui il cittadino, possa finalmente anche se non ancora completamente,definirsi tale, 27 nostri concittadini nella Resistenza attiva abbiano subito 120 anni di carcere, o 30 di confino,che la Resistenza armata abbia dato 400 partigiani combattenti, di cui 192 tra morti e dispersi senza contare le centinaia di collaboratori e patrioti di cui oltre cento internati in Germania". Ed il senso del Monumento alla Resistenza di Piazza dell'Unità, come veniva comunicato all'Amministrazione Comunale, con una lettera del 16 aprile del 1965 firmato dall'ANPI, dall'Associazione nazionale caduti di guerra, e dall'Associazione nazionale perseguitati politici italiani antifascisti, era ed è "a perenne monito che da quel movimento è sorta l'Italia nuova, quell'Italia che ripudia la guerra e fa della pace il credo della sua vita presente e futura". Dunque, non è stata una passeggiata arrivare a realizzare il Monumento alla Resistenza di Ronchi, che verrà inaugurato il 30 aprile del 1967, il cui iter attraverserà due diverse amministrazioni comunali. Realizzato con il contributo del Comune di Ronchi, dell'ANPI e sottoscrizione volontaria di diversi cittadini. Monumento che riporta in alto la seguente frase: "serrato o popolo intorno al monumento che si chiama ora e sempre resistenza". Da sottolineare che quella frase è di Calamandrei, ed ha una storia molto particolare. Per l'ottavo anniversario del sacrificio di Duccio Galimberti, eroe nazionale, il 4 dicembre del 1952, venne dettata appositamente una famosa epigrafe, collocata nell'atrio del Palazzo Comunale di Cuneo, come protesta per la scarcerazione del criminale nazista Kesserling. Nel 1947 venne processato per crimini di guerra e venne condannato a morte, poi la condanna venne commutata nel carcere a vita, ma nel 1952 venne liberato e dopo la sua liberazione disse che gli italiani gli dovevano dedicare un monumento. Da questa vicenda deriva la nota frase di Calamandrei, nella cui parte finale, però la formulazione corretta è "popolo serrato intorno al monumento che si chiama ora e sempre Resistenza" e non come incisa sul Monumento di Ronchi che è stato adattato evidentemente in salsa ronchese.
mb
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