Che fine ha fatto la fantomatica prigione di Moro di via Massimi?

Ne avevamo parlato anche su queste pagine, pur esprimendo delle perplessità, su quella che poteva essere stata la prima prigione di Moro, in relazione all'inchiesta del giornalista Zatti della Rai. Il reperto 777 sarebbe stato determinante per indicare la Loyola University di via Massimi. Ma, come già era stato segnalato dal gruppo 16 di marzo e poi in un post significativo pubblicato su insorgenze.net si è sostanzialmente smentito in modo evidente che il reperto 777 corrispondesse a Loyola University. La location era invece la prigione di Ascoli Piceno. Bisognerebbe sul punto chiedersi perchè Morucci avrebbe fatto quel disegno, per quale scopo, e chi gli aveva fornito i dettagli di quel sito carcerario. Altro discorso, è invece, la questione della prima prigione di Moro. Effettivamente non si può escludere che presso la Loyola University possa essere stata la prima temporanea prigione di Moro. Ma la cosa sconcertante è che si è passati dal parlare per alcuni giorni con tanto di s...

Preserviamo la nostra storia e memoria, con un piano di salvaguardia e tutela dei monumenti nell'isontino del '900


L'Isontino è un territorio splendido, ricco di storia e anche contraddizioni. Attraversato dall'Isonzo, «nessun fiume al mondo ha il colore dell’Isonzo» disse Dora Bassi, con gran veduta poetica, è una mescola di colori, di profumi, straordinari. Ed in questa mescola la storia si confonde con la modernità, con quel presente, che a Redipuglia campeggia 8000 volte a ricordare che nulla è scontato e che dei ragazzi, per poter estendere i confini dell'Italia e sottrarli a quell'Impero che ha plasmato identità e bellezza e ricchezza in questo territorio da sempre votato al pluralismo culturale, a partire dalle sue lingue, hanno perso la propria vita in giovanissima età. Un territorio diffuso come i suoi monumenti, che spaziano in ogni dimensione e luogo, che abbracciano una fetta di storia importante, di quel secolo terribile, connotato da due guerre mondiali che hanno visto questo frammento di terra, essere suo malgrado, infelice attore e spettatore. E questi monumenti necessitano di essere tutelati, salvaguardati. Il tempo, imperterrito, divora, come la ruggine, la materia, la degrada, ed in questa società sempre più complessa, la spada di Damocle della burocrazia, abbinata a volte all'indifferenza, al disinteresse, rischia di favorire l'avanzata della grande armata del buco nero che risucchierà ogni memoria e ricordo. Ed allora occorre attivarsi, con un grande piano di salvaguardia dei monumenti del '900 presenti nel nostro territorio. Perchè purtroppo di situazioni difficili ve ne sono tante, l'elenco è lungo, ed interessano diverse monumenti, siano correlati alla vicende della prima guerra mondiale che della seconda guerra mondiale, a partire da quelli della Resistenza, ma non solo. Non si può pretendere che possano i piccoli Comuni fare tutto da soli, non hanno le risorse e le possibilità. Serve l'ausilio della Regione, come minimo, per effettuare un monitoraggio di tutti i monumenti per ripristinarne il decoro con urgenza e sottrarli a quel degrado a cui rischiano di essere condannati dal nostro tempo.

 mb

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