È arrivato il momento di restituire a Ronchi il nome dell'aeroporto e dell'autostrada

Una questione su cui ritorno con periodicità e che ad oggi,ha visto sostanzialmente seppur una presa di posizione importante e positiva da parte della nostra attuale amministrazione comunale, di concreto però non c'è stato alcun mutamento. Mi riferisco tanto al nome del nostro scalo aeroportuale che all'uscita dell'autostrada. Si continua a chiamare il nostro aeroporto, Trieste Airport. Per ragioni commerciali. Un nome che comunque non unisce, ma divide, perchè attualmente non rappresenta il Friuli, ma solo la Venezia Giulia. Vero è che storicamente l'aeroporto doveva sorgere nel territorio triestino, e che alla fine si è optato su Ronchi, ma Ronchi è in provincia di Gorizia, a 30 km di distanza da Trieste ed equidistante tra il capoluogo regionale e quello friulano. E poi esistono anche Gorizia e Pordenone. Il nostro aeroporto è regionale, il nome giusto potrebbe essere semplicemente Ronchi Airport Friuli Venezia Giulia. Perchè è lo scalo di tutta la regione e non cert...

La campanella di San Polo sottratta da D'Annunzio a Monfalcone deve essere restituita alla città

La chiesetta di San Polo, come è noto, è stata privata da cent'anni di un suo bene. Se ne è parlato in abbondanza, si è innescata anche una disputa tra alcuni storici, c'è chi diceva che la campanella non fosse al Vittoriale, chi, invece, sosteneva che fosse sulla prua della nave Puglia, come riporta ancora oggi un pannello adiacente alla chiesetta che andrà necessariamente aggiornato e chi invece fosse nella sala del Lebbroso, cosa che pare essere stata confermata solo recentemente.

 


L'arroganza di D'Annunzio ha colpito anche la chiesetta di Monfalcone. Di origine medioevale e l'esile monofora campanaria, priva di campanella, perchè sottratta da D'Annunzio all'alba del 12 settembre 1919 quando con un centinaio di uomini partì da Ronchi di Monfalcone per andare ad occupare Fiume dove si consumò una pagliacciata che non fece ridere, perchè finì in tragedia.  Tragedia per la città con i 500 giorni di delirio, e per chi perse la vita per quel delirio terminato a cannonate. Dicono che è un bene inalienabile perchè appartiene allo Stato italiano. 

 


Dunque, si vive nel paradosso che si riescono a restituire od a recuperare beni appartenenti ad altri Paesi, ma non si riescono a recuperare beni appartenenti ad una località italiana sottratti con strafottenza ed arroganza ai danni della città per soddisfare i propri capricci o le proprie ossessioni di raccolta di oggetti. Diciamo pure, è solo una questione di volontà. A D'Annunzio tutto è stato concesso e perdonato, lo Stato italiano ha pagato i suoi vizi, e non è giusto che, per quanto forse artisticamente di scarso valore, non possa la chiesetta di San Polo, realizzata con il danaro ed il lavoro della povera gente, riavere quel bene che appartiene alla città di Monfalcone. È solamente una questione di principio nazionalistico, se lo Stato vuole, può benissimo attivarsi per far ritornare a casa propria quel bene sottratto furtivamente a Monfalcone, inalienabile o meno che quel bene sia.

mb

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