
Era uno dei simboli dell'Impero
tedesco, per poi pagare le conseguenze del collasso dovuto alla prima
guerra mondiale. Nel mondo c'era un
desiderio potente di far collassare quell'Impero amato da tanti ma
odiato da molti. Il vecchio spirito austroungarico, passando anche dalla Germania, non è mai tramontato
nella Venezia Giulia. Anche se la lingua tedesca oramai è parlata da una
minoranza nella minoranza in una regione che deve la propria specialità alla propria identità slava, germanica e latina. La svolta per il porto di Trieste e della
Venezia Giulia arriva dall'Impero tedesco, che ritorna. Probabilmente per i nazionalisti sarà il male minore, rispetto ai comunisti cinesi, ma in ogni caso una soluzione a rischio indigestione. D'altronde il porto di Trieste per decenni è rimasto all'angolo, l'Italia non lo ha mai considerato come una priorità, è stato sacrificato a favore di Venezia. Discorso diverso per chi ha una visione più internazionale e meno campanilistica della società e vuole probabilmente il meglio per questa terra.
Se il meglio sarà rappresentato
dalla società Hamburger Hafen und Logistik (
Hhla) che con una
quota del 50,01 per cento ha fatto quello che era atteso da molti
allontanando quello che per diverse soggettività era lo spettro dei
tentacoli cinesi, non lo sappiamo. L'entusiasmo c'è, l'attenzione è alta. Risponderà il tempo, ma l'ottimismo c'è. Eppure la Cina, piaccia o non piaccia è la prima
potenza mondiale, e con la Cina bisognerà dialogare e collaborare per
far decollare pienamente verso nuovi orizzonti il porto di Trieste e la
Venezia Giulia. Sarà anche il retroterra triestino a beneficiare di
questo accordo. A partire dal polo intermodale di Ronchi. Struttura
dormiente che attende una svolta e questa non può che arrivare con
l'avvento dei tedeschi a Trieste. Stesso discorso vale per l'aeroporto Triesteairport. Come ha reso
noto la società tedesca "le
strutture del terminal HHLA PLT Italy si trovano all'interno del Porto
Franco di Trieste e occupano un'area totale di 27 ettari. Nella parte
settentrionale della struttura vengono già gestiti principalmente i
trasporti di merci generiche e vengono forniti i servizi logistici. Nel
tratto sud sta emergendo il nuovo cuore del terminal: nella nuova area
di sviluppo sarà gestito il traffico container e RoRo. Il sito è stato
preparato secondo le necessità e i requisiti sistemici, tecnici e di
personale sono stati soddisfatti. Una rampa di 35 metri di larghezza è
disponibile per la movimentazione RoRo e processerà l'ultima generazione
di navi RoRo dispiegate nel Mediterraneo. La movimentazione dei
container sarà effettuata in banchina con gru mobili portuali e
nell'area di stoccaggio con reach stacker. La prima gru mobile portuale è
già stata installata. Una gru identica sarà consegnata nel primo
trimestre del 2021. Sono stati ordinati quattro ulteriori reach stacker
eco-efficienti per la movimentazione dei container per integrare
l'attrezzatura esistente. Inoltre dovrebbero essere consegnati nel primo
trimestre.
La posizione strategicamente rilevante del Porto di Trieste
sull'Adriatico consente ottime opportunità di crescita nel trasporto
nell'entroterra. Il terminal polivalente dispone di un proprio
collegamento ferroviario. La controllata ferroviaria di HHLA Metrans
collega già il porto di Trieste con la sua rete intermodale europea.
La regione adriatica si è sviluppata in modo molto dinamico negli ultimi
anni. Essendo il porto più a nord del Mediterraneo, Trieste è la porta
meridionale per l'Europa centrale e orientale. Con HHLA PLT Italia, HHLA
si posiziona in un mercato in crescita che offre buone opportunità di
sviluppo, inclusa l'opportunità di partecipare attivamente e contribuire
a plasmare flussi di merci nuovi e mutevoli". Le
prospettive sono interessanti. Ancora una volta è la sua vocazione
naturale, storica a determinare il rilancio di Trieste e della Venezia
Giulia, quella che porta lì dove un tempo c'era il cuore dell'Impero
caduto che rinasce in questo terzo millennio.
Facciamo un grande in bocca al lupo a questo nuovo progetto sperando che possa segnare in modo decisivo una svolta reale per la nostra regione. La nuova via della seta è rimasta lettera morta, la diffidenza era tanta. Così non sembra essere con i tedeschi. Qui sono di casa. Magari potrà essere l'occasione giusta per risvegliare anche a livello culturale quello spirito mitteleuropeo di cui si parla tanto ma che nella realtà di tutti i giorni è sfumato da diversi anni.
mb
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