A Lussino, salvate diverse tombe di cittadini italiani dall'oblio, ma c'è ancora molto da fare per il riconoscimento dei diritti della minoranza italiana

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Viene reso noto che a Lussino, grazie all'operato di alcuni cittadini sensibili alla salvaguardia della memoria storica ed identità dei luoghi, sono state salvate una trentina di tombe, esattamente ben 37, nel cimitero di San Martino, dall'oblio e dal degrado a cui erano destinate. I cittadini in questione, tramite la nota pagina facebook dedicata a Lussino hanno reso noto che grazie al finanziamento promosso dall'Università Popolare di Trieste, attraverso i fondi del MAECI Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale,hanno potuto  attivarsi per salvarle. Iniziativa di gran pregio che merita il giusto riconoscimento e gratitudine in un contesto dove la comunità degli italiani,con difficoltà , essendo anche gli italiani autoctoni  ridotti al minimo storico, cerca di attivarsi per quanto possibile anche tramite l'operato di singole individualità per la difesa della memoria storica. Una delle battaglie che stanno conducendo da anni ad esempio è il  r...

Quell'elenco di medici caduti nell'emergenza coronavirus



Sono tanti, troppi, più di cento i medici morti durante l'emergenza coronavirus. L'elenco viene pubblicato nel sito nazionale della federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri . Nell’elenco – spiega il Presidente – "si è deciso di includere tutti i medici, pensionati o ancora in attività, perché per noi tutti i medici sono uguali e uguale è il cordoglio per la loro perdita. Alcuni dei medici pensionati, inoltre, erano rimasti o erano stati richiamati in attività; alcuni di loro avevano risposto a una chiamata d’aiuto. Perché non si smette mai di essere medici, lo resta sino in fondo e per tutta la vita”.
Uccisi durante il lavoro, in un Paese che ha conosciuto una strage di cittadini morti con, per o di coronavirus. Ma non è solo colpa del virus. E' di un sistema fallimentare, che ha fallito dall'inizio. Abbiamo avuto percentuali di operatori sanitari contagiati, intorno al 15% circa. Enormi. La sanità italiana sarà anche una delle migliori del mondo, ma è quella che ha subito un cazzotto enorme per incapacità gestionali, per errori commessi. Non è solo per i disastri ereditati, ma anche per quelli compiuti durante questa emergenza. Ci siamo sciacquati la coscienza con gli applausi fatti ai medici. Dei medici contagiati, morti, non si parla più. Perchè parlarne, ora, significherebbe dover interrompere quella narrazione del vogliamoci bene che più di qualcuno vuole imporre. Verità e giustizia per questi morti sul lavoro, verità e giustizia per i cittadini morti per gli errori commessi in un Paese messo in ginocchio non dal virus, ma da irresponsabilità. Gli ultimi non saranno i primi, ma i primi saranno gli ultimi. Siamo stati i primi a chiudere una nazione intera, saremo gli ultimi a riaprirla. Pretendere giustizia, non significa fare giustizialismo, vendetta, ma salvaguardare quello stato di diritto che in Italia in questi mesi di emergenza è letteralmente saltato in aria con un Paese allo sbando come mai nel corso della sua recente storia.

mb

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