La denuncia dell'Avanti su D'Annunzio a Fiume: era tutto previsto, "D'Annunzio andava arrestato e rimandato in Italia"

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Interessante notare le reazioni dei principali quotidiani sulle voci che volevano D'Annunzio entrare in Fiume in quel 12 settembre del 1919. L'Avanti, non era però sorpreso da quanto accadde, anzi, tendeva ad evidenziare che quell'intento di D'Annunzio era nell'aria  da tempo e che il ministro della guerra nulla fece per fermarlo. "Da un po' di tempo erano segnalate partenze alla spicciolata per Fiume di giovani e dì ufficiali: da Bari, Ancona e di altri porti del litorale. A Roma si era costituito un Comitato apposito per le spedizioni a Fiume, che aveva sede in corso. Umberto, n. 103, presso l'Associazione Trento e Trieste. D'Annunzio, del  resto, non   faceva   mistero  nei discorsi  e  persino  negli  articoli, del  suo  proposito". Curioso notare che si scrisse che D'Annunzio partì da Ronchi in motoscafo, ciò a dimostrazione del fatto che la località di Ronchi era totalmente sconosciuta ai più: "Egli  è  par...

Il muro tra Gorizia e Nova Gorica non è mai caduto

 
Stessa piazza, due stati diversi, due nazioni diverse, due città diverse, e immancabilmente, due nomi diversi. Uno in Italiano, uno in sloveno. E qui c'è tutto. Dal lato italiano si chiama piazza della Transalpina, dal lato sloveno, Trg Evrope. Condividono lo stesso momento epocale, il 1 maggio. Potrebbe forse chiamarsi piazza del 1 maggio, visto che il 1 maggio del 2004 ha segnato la liberazione per queste due città, liberazione da quel muro, l'ultimo in Occidente, che divideva due mondi diversi. Certo, il 1 maggio da queste parti è contrapposto, chi lo vive come giorno di liberazione, chi, di occupazione, in relazione a quanto accaduto nel 1945. Ma qui stiamo parlando del 1 maggio del 2004. Quello che dovrebbe unire. E' ricomparsa una recinzione che divide nuovamente Gorizia da Nova Gorica. Lavori in corso dalla parte slovena. " E' ritornato il muro" pensi. Ti fa una strana sensazione. Anche se ciò che è rimasto del vecchio muro, che poi era una rete verde in metallo, è ancora lì, ai lati, visibile. Dal lato sloveno, si racconta quella storia del 2004 in sloveno, dal lato italiano, in italiano. Ognuno parla la propria lingua. Come è giusto che sia.  Le immagini sono sempre più sbiadite. Sembra che non interessi più a nessuno quella storia. Ma quello che continui a chiederti è se quel muro sia realmente caduto. Gorizia e Nova Gorica sono due realtà diverse che non si sono mescolate in questi 16 anni senza muro. A Gorizia domina la narrazione nazionalistica e irredentistica, nelle vie, nei monumenti, a Nova Gorica, quella antifascista e filo jugoslava. D'altronde esiste grazie alla Jugoslavia e quel viva TITO  che sovrasta il monte sopra Nova Gorica ne è una delle prove.
Abbondano i monumenti, le statue dedicate a partigiani. L'antifascismo ha permesso agli sloveni di rivendicare la propria identità di popolo e di nazione. Ha un qualcosa di più sacro rispetto a come viene vissuto di qua, in Italia. Nova Gorica è quella che ha beneficiato forse di più della caduta del muro. Fanno i soldi con le tasche degli italiani che vanno a giocare ai casinò e si divertono nei loro bordelli. Il bilinguismo non esiste, dal punto di vista istituzionale, ma esiste dal punto di vista commerciale, per necessità. L'esatto contrario che si vive di qua. Il bilinguismo esiste a livello istituzionale, ma è poco praticato, a livello commerciale è pressoché inesistente. Non è una necessità. Due città dalla ferrea identità, conservatrici, che non si sono mescolate e non hanno alcuna intenzione di farlo. Neanche con il progetto di Gorizia e Nova Gorica capitale europea della cultura, si mescoleranno, e forse, a dirla tutta, è anche un bene, perché sono due storie monumentali che parlano attraverso i palazzi, i monumenti, i nomi dei luoghi, che raccontano cosa è stato il '900 da queste parti. Una storia che ha diviso e continua a dividere, e non potrà che dividere con o senza muro fisico.
 
mb

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