C'è anche la strage di Ronchi del 15 settembre 1943 nell'atlante delle stragi nazifasciste

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Nel 2009 il governo italiano e quello della Repubblica Federale Tedesca  hanno realizzato una Commissione storica congiunta  con il mandato di elaborare un’analisi critica della storia e dell’esperienza comune durante la seconda guerra mondiale. Tra i frutti di quel lavoro vi è stato il noto atlante delle stragi nazifasciste in Italia che raccoglie tutte le atrocità della guerra per mano nazifascista. E vi è citata anche Ronchi. L'episodio a cui si fa cenno è quello risalente al 15 settembre del 1943, cioè pochi giorno dopo la costituzione della storica Brigata Proletaria, quando mille partigiani si ritrovarono a Selz per cercare di arrestare, con la battaglia di Gorizia, l'avanza nazista. Si legge nella scheda ronchese curata dallo storico Liuzzi, " Il 15 settembre cinque militari italiani cercarono rifugio presso la villa Hinke ignari che fosse di proprietà di una famiglia tedesca/austriaca - la villa fu acquistata nel 1901 dall’Ammiraglio della Marina Milit...

Il muro tra Gorizia e Nova Gorica non è mai caduto

 
Stessa piazza, due stati diversi, due nazioni diverse, due città diverse, e immancabilmente, due nomi diversi. Uno in Italiano, uno in sloveno. E qui c'è tutto. Dal lato italiano si chiama piazza della Transalpina, dal lato sloveno, Trg Evrope. Condividono lo stesso momento epocale, il 1 maggio. Potrebbe forse chiamarsi piazza del 1 maggio, visto che il 1 maggio del 2004 ha segnato la liberazione per queste due città, liberazione da quel muro, l'ultimo in Occidente, che divideva due mondi diversi. Certo, il 1 maggio da queste parti è contrapposto, chi lo vive come giorno di liberazione, chi, di occupazione, in relazione a quanto accaduto nel 1945. Ma qui stiamo parlando del 1 maggio del 2004. Quello che dovrebbe unire. E' ricomparsa una recinzione che divide nuovamente Gorizia da Nova Gorica. Lavori in corso dalla parte slovena. " E' ritornato il muro" pensi. Ti fa una strana sensazione. Anche se ciò che è rimasto del vecchio muro, che poi era una rete verde in metallo, è ancora lì, ai lati, visibile. Dal lato sloveno, si racconta quella storia del 2004 in sloveno, dal lato italiano, in italiano. Ognuno parla la propria lingua. Come è giusto che sia.  Le immagini sono sempre più sbiadite. Sembra che non interessi più a nessuno quella storia. Ma quello che continui a chiederti è se quel muro sia realmente caduto. Gorizia e Nova Gorica sono due realtà diverse che non si sono mescolate in questi 16 anni senza muro. A Gorizia domina la narrazione nazionalistica e irredentistica, nelle vie, nei monumenti, a Nova Gorica, quella antifascista e filo jugoslava. D'altronde esiste grazie alla Jugoslavia e quel viva TITO  che sovrasta il monte sopra Nova Gorica ne è una delle prove.
Abbondano i monumenti, le statue dedicate a partigiani. L'antifascismo ha permesso agli sloveni di rivendicare la propria identità di popolo e di nazione. Ha un qualcosa di più sacro rispetto a come viene vissuto di qua, in Italia. Nova Gorica è quella che ha beneficiato forse di più della caduta del muro. Fanno i soldi con le tasche degli italiani che vanno a giocare ai casinò e si divertono nei loro bordelli. Il bilinguismo non esiste, dal punto di vista istituzionale, ma esiste dal punto di vista commerciale, per necessità. L'esatto contrario che si vive di qua. Il bilinguismo esiste a livello istituzionale, ma è poco praticato, a livello commerciale è pressoché inesistente. Non è una necessità. Due città dalla ferrea identità, conservatrici, che non si sono mescolate e non hanno alcuna intenzione di farlo. Neanche con il progetto di Gorizia e Nova Gorica capitale europea della cultura, si mescoleranno, e forse, a dirla tutta, è anche un bene, perché sono due storie monumentali che parlano attraverso i palazzi, i monumenti, i nomi dei luoghi, che raccontano cosa è stato il '900 da queste parti. Una storia che ha diviso e continua a dividere, e non potrà che dividere con o senza muro fisico.
 
mb

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