Gorizia e Nova Gorica una capitale europea della cultura divisa dalla memoria storica, giusto così

Immagine
L'ennesimo no giunto dal Comune di Gorizia alla richiesta di revoca della cittadinanza onoraria al dittatore Mussolini, ha scatenato un putiferio politico rilevante. Ma era da mettere in conto. Come è risaputo, dal punto di vista storico, Gorizia nel conferire la cittadinanza onoraria a Mussolini non fece nulla di più e nulla di meno rispetto a quello che fecero sostanzialmente tutti i comuni italiani nel ventennio. L'atto non fu spontaneo, ma un banale allineamento alle volontà del regime. La Stampa del 21 maggio 1924 denunciava, in diversi casi, l'esistenza di alcune circolari sia prefettizie che di funzionari fascisti, che invitavano i Comuni a riconoscere la cittadinanza onoraria a Mussolini per blindare l'inizio della nuova legislatura. Circolari che valevano come monito per i Comuni che non avevano seguito ancora l'esempio di Roma. Ed i  Prefetti, nel loro atto "riservato" invitavano i consigli comunali, che si prodigavano a riconoscere la cittadinan

Coronavirus: è saltata l'unità d'Italia oltre al lume della ragione








Ovunque si parla di coronavirus. Da giorni e giorni i media non parlano che di questo. E' stata creata una situazione di panico, volendo o non volendo, ed infatti, quando si sono resi conto che la situazione stava scappando di mano, che si fa? Si dice che il coronavirus è una semplice influenza con percentuali di mortalità inferiori rispetto alla vecchia SARS e non solo. Insomma, non c'è di che preoccuparsi. Intanto, decreti d'emergenza, ovunque, schizofrenia da ricovero negli ospedali chiusi da Basaglia, verrebbe da dire.  Mentre nel mondo l'Italia viene vista come un Paese 'untore'. Un mondo che dichiara di prepararsi alla pandemia cosa che in Italia nella nuova narrazione soft dopo quella da grande panico viene sminuita.
E' successo di tutto e di tutto ancora accadrà. Casi di razzismo contro i cinesi ma anche contro i lombardi ed i veneti. Poi nel tempo si aggiungeranno quelli delle altre regioni "infette". Parlare veneto, in giro per l'Italia, comporta l'attirarsi l'attenzione. Se prima quell'accento non diceva nulla ai più, ora, nella mente del cittadino scatta l'allarme. E' veneto. Poi, se ti scappa uno starnuto, magari scatta pure una "delazione". Veneto, più starnuto, uguale, infetto. Che poi magari sei allergico a qualcosa e sei sano come un pesce, questo può nel momento non contare un cazzo. Insomma, si è iniziato a capire che parlare la propria lingua può essere un problema. Cose che in Italia non si vedevano da tempo, erano la normalità sotto il fascismo contro gli sloveni, ad esempio, e diffuse, negli anni del boom economico contro i meridionali nel nord Italia. Tutti a comprare amuchina e mascherine. Ma inspiegabilmente in molte città dove queste mascherine sono andate esaurite, in giro vedi poche persone con le mascherine e se la indossi magari ti prendono per il culo. E soprattutto capisci cosa significa portare quella mascherina quando hai dei problemi di salute. Ti guardano tutti. Un virus che è in Italia probabilmente prima della sua esplosione e che ha fatto implodere il Paese. Chi invocava con atti di sciacallaggio la chiusura dei confini, ed i soliti nauseanti bla, bla, bla, ora deve assistere alla situazione paradossale che è l'Italia ad essere isolata dagli altri Paesi. E soprattutto che i veri confini sono sorti all'interno del Bel Paese, dove è andata letteralmente a quel paese l'unità d'Italia. L'autonomismo non ha fatto una bella figura. In certe mani è meglio non averlo. Su alcune materie non dovrebbe esistere, su alcune questioni d'emergenza nazionale, servirebbe l'emergenza nazionale e non regionale. E qui invece ognuno ha fatto quello che minchia ha voluto. Chi chiudeva le scuole, chi sospendeva solo le lezioni, chi questo, chi quello. Follia totale. Intanto, niente scioperi, niente assembramenti, niente riunioni, niente cultura, qualcosa resiste, non si è osato chiudere i centri commerciali, i ristoranti, si è osato chiudere le biblioteche ed i teatri. Ai lavoratori esposti, dai mezzi pubblici ecc, non sono state date le mascherine, ma intanto spuntano le tende davanti agli ospedali di alcune realtà e gli assalti ai supermercati. Controlli negli aeroporti, prima sui voli esteri, poi capiscono che non bastavano ed eccoli spuntare su tutti in teoria, anche se non è così nella realtà, controlli sui treni, ma sfuggono gli autobus, gli accessi dall'autostrada, dalle strade comuni. Non si può controllare tutto. Non si può mettere in quarantena un Paese intero. Il coronavirus ha dimostrato la vulnerabilità dell'Italia, un paese dove è saltato letteralmente il lume della ragione. Finita questa pagina vergognosa, saranno tante le cose da dover chiarire, sono diverse le cose che non tornano. E comunque una cosa va detta, gli sciacalli sovranisti della politica italiana hanno fatto capire agli italiani, almeno a quelli dotati di cervello, cosa significherebbe lasciare il paese nelle loro mani.  Sarebbe un disastro totale.


mb

Commenti

Post popolari in questo blog

Una storia per bambini della scuola primaria nella giornata Mondiale della Gentilezza

Come calcolare capienza di una piazza durante manifestazione?

La foiba nella cultura popolare da Pisino a Ronchi