Il Comune di Ronchi "adotti" la tomba storica della famiglia Fontanot e le tombe storiche a rischio oblio del cimitero

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Il territorio ronchese durante le drammatiche vicende della seconda guerra mondiale ha pagato dazio pesantemente soprattutto per il contributo dato da diverse famiglie nella lotta di liberazione. Decine di famiglie hanno visto spezzato il proprio legame, non hanno potuto veder crescere i propri figli, fratelli, sorelle perchè la guerra non conosce pietà alcuna. Tra le famiglie che maggiormente hanno lasciato il segno nella storia non solo locale ma anche internazionale c'è sicuramente quella dei Fontanot. Su cui sono stati scritti diversi libri, realizzati documentari e intitolate vie in diverse località. Eppure al cimitero di Ronchi non si può restare indifferenti allo stato attuale in cui si trova la tomba dei Fontanot. Scritte purtroppo totalmente illeggibili e alcuni segni di cedimento della struttura tombale. In quella tomba, si riportano i nomi di Fontanot Regina, Fonanot Licio, Fontanot Giovanni, Fontanot Maria, Fontanot Enea, Fontanot Armido, Fontanot Vinicio e Fontanot ed ...

L'occupazione di Fiume. La chiamano "amor patrio". Ma fu un crimine. E l'Europa e l'Italia dove sono?

"D'Annunzio e i legionari una storia di amor patrio nelle radici della nostra identità. Nel centenario dell'Impresa di Fiume". Questa la targa inaugurata, dal Comune di Monfalcone, presso il monumento che sorge tra Monfalcone e Ronchi, eretto nel 1960, per celebrare l'occupazione della città di Fiume, Rijeka. 
Si celebra insomma il militarismo. L'eversione. L'occupazione di una città straniera. Parlano di amor patrio. Militari eversori che sparano contro militari del Regno d'Italia, inviati a Fiume per cacciarli e porre fine alla dittatura che in 16 mesi ucciderà Fiume. A Fiume parlano del fascismo prima del fascismo. In Italia, si racconta una storia diversa. Di amore, di libertà. Chiaro negazionismo storico, oltre che di evidente riduzionismo visto soprattutto quello che i croati dovettero subire di cui in Italia non si fa alcuna menzione nella "storiografia" istituzionale o nella narrazione del sistema. Fiume e Trieste furono unite dalla stessa sorte. Due porti che erano fondamentali per l'Ungheria e l'Austria divennero inutili per l'Italia. Parlano di amor patrio. A livello internazionale è esploso un bel caso. C'è chi dice che finirà tutto qui, chi, invece, teme che la cosa non si arresterà in un contesto balcanico profondamente instabile. Basta vedere quello che sta accadendo tra croati e serbi, per dirla tutta. Provocazioni, irresponsabili o meno, iniziate da tempo, da quel viva l'Istria italiana, del Giorno del Ricordo, al viva Fiume italiana di questo 12 settembre 2019 che ha segnato in modo negativo i rapporti tra la Venezia Giulia e la Croazia, sicuramente.  
E l'Italia? Perchè tace? E l'Europa? Perchè tace? Qui sono stati posti in essere comportamenti irresponsabili dal punto di vista storico e politico riscaldando gli animi. Espressioni di Enti Locali italiani hanno assunto iniziative sconcertanti, da Monfalcone a Trieste, in particolar modo, i Prefetti, perchè tacciono? Il Governo italiano, perchè tace? Il Presidente della Repubblica, perchè tace? Non si può essere complici di chi ha usato la storia, interpretandola a proprio uso e consumo per fini nazionalistici.  Si è danneggiata prima di tutta l'Italia in tutto ciò e le minoranze italiane che vivono in queste terre. Siamo in teoria, chi più, chi meno, nella stessa casa europea. E l'Italia che ne è Paese fondatore ne sta uscendo malconcia a causa di chi ha preferito celebrare e non condannare eventi che la storia può solo condannare e non esaltare. L'occupazione di Fiume, la chiamano amor patrio. Ma fu un crimine.

mb

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