La denuncia dell'Avanti su D'Annunzio a Fiume: era tutto previsto, "D'Annunzio andava arrestato e rimandato in Italia"

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Interessante notare le reazioni dei principali quotidiani sulle voci che volevano D'Annunzio entrare in Fiume in quel 12 settembre del 1919. L'Avanti, non era però sorpreso da quanto accadde, anzi, tendeva ad evidenziare che quell'intento di D'Annunzio era nell'aria  da tempo e che il ministro della guerra nulla fece per fermarlo. "Da un po' di tempo erano segnalate partenze alla spicciolata per Fiume di giovani e dì ufficiali: da Bari, Ancona e di altri porti del litorale. A Roma si era costituito un Comitato apposito per le spedizioni a Fiume, che aveva sede in corso. Umberto, n. 103, presso l'Associazione Trento e Trieste. D'Annunzio, del  resto, non   faceva   mistero  nei discorsi  e  persino  negli  articoli, del  suo  proposito". Curioso notare che si scrisse che D'Annunzio partì da Ronchi in motoscafo, ciò a dimostrazione del fatto che la località di Ronchi era totalmente sconosciuta ai più: "Egli  è  par...

D'Annunzio in 16 mesi ha distrutto Fiume e ha perseguitato i croati

Come è noto a Fiume inaugura una mostra per il centenario di quella marcia che a Fiume viene letta come il fascismo prima del fascismo. Cosa che in Italia non si vuole capire perchè ci si ostina, per ragioni di opportunismo, a non voler sentire la ragione dei croati e di chi ha subito quell'evento nefasto per le sorti di Fiume. Città dalla plurisecolare autonomia che fu costretta a subire 16 mesi di chiusura ed isolamento che ne sancirono la distruzione socioeconomica. 
A Fiume si consumarono i primi processi di italianizzazione forzata contro i croati. Se nelle mostre che si fanno in Italia si sdogana il dannunzianesimo a Fiume lo si condanna e non potrebbe essere altrimenti.  E la mostra che inaugura il 12 settembre nel palazzo del Governo fiumano attraverso la prospettiva della donna racconta come Fiume venne torturata. La curatrice della mostra afferma, come si legge nel sito croato, "Non hanno idea(in Italia ndr) di cosa sia realmente successo alle persone che sono state improvvisamente costrette a lasciare la loro città perché non avevano più i mezzi di sostentamento, dato che il lavoro di D'Annunzio era proibito a chiunque non fosse italiano. In 16 mesi ha distrutto la città sia in un contesto socio-politico che in termini economici. Questo era in definitiva l'obiettivo di finanziare l'Impresa di Fiume per distruggere Fiume come possibile realtà che fosse in competizione con i porti italiani, in particolare con Trieste", afferma Tea Perincic.
Si racconteranno come alcune donne scesero in piazza per manifestare a sostegno di D'Annunzio, altre contro. Si parlerà  anche della carenza di lavoro in città per i croati, della persecuzione dei croati, come quello subita dai genitori di una donna, una delle protagoniste di quella mostra, che hanno dovuto chiudere il negozio di scarpe in Corso perché erano croati. A Fiume D'Annunzio introdusse l'olio di ricino contro i croati, il razzismo contro i croati era noto in alcuni suoi testi, e oggi stare dalla parte giusta della storia significa stare da una sola parte, senza se e ma, dalla parte di chi ha subito l'oppressione nazionalistica italiana capeggiata da D'Annunzio a Fiume.

mb

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