L'Egitto continua a non essere dichiarato Paese insicuro ma Giulio non è finito nell'oblio

 Nel sito Viaggiare Sicuri della Farnesina, nella scheda dedicata all'Egitto si continua a leggere che   " Dal 2011 l’Egitto è stato attraversato da profondi rivolgimenti politico-sociali ed il contesto politico-regionale relativo alla questione palestinese può avere riflessi sulla stabilità sociale e movimenti di protesta. I connazionali che si recano nel Paese per motivi professionali, di studio o turistici, devono essere pienamente consapevoli di tale contesto generale, così come dei rischi di detenzione o di altre misure coercitive connesse alla partecipazione ad attività politiche o anche soltanto a discussioni potenzialmente ricollegabili al contesto politico interno, come dimostra l’omicidio di Giulio Regeni. Come noto, nel 2016, è stato rinvenuto, vicino al Cairo, il corpo del giovane ricercatore italiano, torturato e barbaramente ucciso". I rapporti commerciali tra Italia ed Egitto continuano ad essere consolidati, si stipulano anche accordi...

D'Annunzio in 16 mesi ha distrutto Fiume e ha perseguitato i croati

Come è noto a Fiume inaugura una mostra per il centenario di quella marcia che a Fiume viene letta come il fascismo prima del fascismo. Cosa che in Italia non si vuole capire perchè ci si ostina, per ragioni di opportunismo, a non voler sentire la ragione dei croati e di chi ha subito quell'evento nefasto per le sorti di Fiume. Città dalla plurisecolare autonomia che fu costretta a subire 16 mesi di chiusura ed isolamento che ne sancirono la distruzione socioeconomica. 
A Fiume si consumarono i primi processi di italianizzazione forzata contro i croati. Se nelle mostre che si fanno in Italia si sdogana il dannunzianesimo a Fiume lo si condanna e non potrebbe essere altrimenti.  E la mostra che inaugura il 12 settembre nel palazzo del Governo fiumano attraverso la prospettiva della donna racconta come Fiume venne torturata. La curatrice della mostra afferma, come si legge nel sito croato, "Non hanno idea(in Italia ndr) di cosa sia realmente successo alle persone che sono state improvvisamente costrette a lasciare la loro città perché non avevano più i mezzi di sostentamento, dato che il lavoro di D'Annunzio era proibito a chiunque non fosse italiano. In 16 mesi ha distrutto la città sia in un contesto socio-politico che in termini economici. Questo era in definitiva l'obiettivo di finanziare l'Impresa di Fiume per distruggere Fiume come possibile realtà che fosse in competizione con i porti italiani, in particolare con Trieste", afferma Tea Perincic.
Si racconteranno come alcune donne scesero in piazza per manifestare a sostegno di D'Annunzio, altre contro. Si parlerà  anche della carenza di lavoro in città per i croati, della persecuzione dei croati, come quello subita dai genitori di una donna, una delle protagoniste di quella mostra, che hanno dovuto chiudere il negozio di scarpe in Corso perché erano croati. A Fiume D'Annunzio introdusse l'olio di ricino contro i croati, il razzismo contro i croati era noto in alcuni suoi testi, e oggi stare dalla parte giusta della storia significa stare da una sola parte, senza se e ma, dalla parte di chi ha subito l'oppressione nazionalistica italiana capeggiata da D'Annunzio a Fiume.

mb

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