La celebrazione del fascismo della passeggiata di Ronchi di D'Annunzio e l'occupazione di Fiume

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Mio caro compagno, Il dado è tratto. Parto ora. Domattina prenderò Fiume con le armi. Il Dio d'Italia ci assista. Mi levo dal letto febbricitante. Ma non è possibile differire. Ancora una volta lo spirito domerà la carne miserabile. Riassumete l'articolo !! che pubblicherà la Gazzetta del Popolo e date intera la fine . E sostenete la causa vigorosamente, durante il conflitto. Vi abbraccio Non sarà stato forse un fascista dichiarato, D'Annunzio, certo è che non fu mai antifascista, era lui che aspirava a diventare il duce d'Italia e la prima cosa che fece, all'atto della partenza da Ronchi per andare ad occupare Fiume, fu quella di scrivere a Mussolini, per ottenere il suo sostegno. Perchè D'Annunzio ne aveva bisogno. Il fascismo fu grato a D'Annunzio, per il suo operato,  tanto che si adoperò anche per il restauro e la sistemazione della casa dove nacque D'Annunzio e morì la madre. E alla notizia della morte, avvenuta il 1 marzo del 193

La strage di Vergarolla. Incidente o attentato? Un caso ancora irrisolto da oltre 70 anni









L'unica foto di quel fatto, diventata oramai simbolo, è quella colonna di fumo, che sale verso l'alto, portando con sé oltre 65 vite in quel  primo pomeriggio del 18 agosto del 1946. Non si era in Italia, come qualcuno erroneamente crede. Ma le vittime furono pressoché italiane. Si doveva svolgere una manifestazione sportiva dai connotati nazionalistici che aveva come scopo quello di rivendicare l'italianità dei luoghi. Esplosero le mine che dovevano essere controllate dagli inglesi.Con quelle mine francesi, come emerse dalle testimonianze dell'epoca, c'era un rapporto di convivenza. Erano convinti tutti che fossero in sicurezza. Ma tanto in sicurezza non furono visto che esplosero. E per esplodere fu necessario innescarle. E qui si apre una storia che ancora oggi non conosce verità di una strage che è stata dimenticata dall'Italia per mezzo secolo, che delle vittime se ne è letteralmente infischiata ed è stata strumentalizzata dai più solo per fini nazionalistici spacciandolo per amor patrio. I più piccoli tra le vittime avevano tre anni, la più anziana, 60 anni. L'elenco delle vittime della strage di Vergarolla, è lungo. A Trieste dal 2011 c'è un cippo che qualifica, senza se e ma, il fatto come attentato contro gli italiani, a Vergarolla, un cippo generico, su un blocco di pietra d'Istria, con inciso: "Vergarola 18.08.1946 13 h." e in basso "Grad Pula - 1997 - Città di Pola". 
Teorie e complotti diversificati, l'unica cosa certa è che quella strage danneggiò tanto la Jugoslavia, quanto l'Italia quanto gli inglesi e soprattutto comportò un massacro di vittime innocenti. I quotidiani italiani dell'epoca dedicarono poco spazio a quell'evento. Tra i più noti c'era sicuramente la Stampa che nell'edizione del 20 agosto scriveva 1946
"Una terrificante sciagura è accaduta ieri nella pineta di Vergarola a pochi chilometri da Pola. Erano circa le 14.15 e numerosi bagnanti, attratti dalla giornata estiva, sostavano sulla spiaggia e il mare quando una serie di spaventose esplosioni echeggiavano all'improvviso, sollevando mostruose colonne di fumo e di terriccio e seminando intorno la distruzione e la morte. Varie decine di persone investite dalla formidabile deflagrazione venivano letteralmente fatte a pezzi, altre restavano più o meno gravemente ferite, mentre quelle che erano rimaste incolumi si davano a una corsa per salvarsi. Quell'improvviso cataclisma era dovuto all'esplosione a catena di una trentina di mine marine di fabbricazione francese abbandonate su tutta la spiaggia, da una quindicina di mesi. Passato il primo momento di terrore la gente accorreva sul posto per recare qualche soccorso agli infortunati. Sopravvenivano intanto i vigili del fuoco, la croce rossa e la polizia militare e civile. Uno spettacolo raccapricciante si parò dinanzi ai primi volonterosi; sul terreno sconvolto dalle titaniche esplosioni erano disseminate membra sanguinolente, corpi dilaniati, decapitati o privi di arti, mentre numerosi feriti gemevano all'intorno straziati da orribili ferite. Iniziata l'opera di soccorso una trentina di cadaveri venivano raccolti e trasportati nella cappella mortuaria dell'ospedale civile, un'altra ventina di salme irriconoscibili, perchè ridotte a masse informi di carne sanguinante, è stata trasportata all'ospedale; (feriti, assai numerosi, più di settanta in tutto, sono stati ricoverati d'urgenza negli ospedali dove hanno ricevuto i primi soccorsi. Purtroppo parecchi di essi erano in condizioni assai gravi ed in giornata 17 sono deceduti. Complessivamente i morti ammontano finora a quasi settanta, ma numerose persone sono tuttora mancanti, e si teme pertanto che esse, trovandosi in prossimità delle mine esplose, siano state letteralmente polverizzate Tra i feriti si trovano due soldati britannici, uno dei quali versa in gravi condizioni. La catastrofe ha seminato la desolazione netta città. Pola è in lutto. Cinema, teatri ed esercizi pubblici sono chiusi. Stamane tutti i lavoratori hanno sospeso il lavoro per dieci minuti in segno di lutto per le vittime della sciagura. Sulle cause che hanno portato a così spaventosa carneficina nulla è dato sapere; tuttavia poiché le mine erano caricate a tritolo e non potevano esplodere essendo sprovviste di detonante, si affaccia l'ipotesi di un mostruoso atto. Gli anni della guerra del dopoguerra ci hanno abituato ormai ad orrori, ed a crimini di inaudita ferocia. Non si può certo escludere a priori l'ipotesi di una delittuosa macchinazione L'esasperazione della popolazione per questa sciagura che non ha precedenti è al colmo. La stampa e la Camera del Lavoro si sono rese interpreti del sentimento detta popolazione che esige l'immediato allontanamento delle munizioni che oltre valle Lunga sono disseminate da per tutto. "



Il caso si è riaperto negli ultimi anni. Ad esempio nel 2013 venne presentata una interrogazione scritta da Garavini Laura, del PD per sapere, "poichè alcuni documenti pubblicati nel 2008 e ritrovati nel «Public Record Office» inglese fanno riferimento al possibile autore della strage, tale Giuseppe Kovacich, che viene citato come agente del servizio segreto jugoslavo Ozna; dichiarazioni di testimoni oculari dell'esplosione pubblicate recentemente accennano alla presenza di una o più persone sospette nelle immediate vicinanze del luogo dell'attentato poco prima dell'esplosione; se l'ipotesi dell'attentato terroristico fosse confermata, si tratterebbe di una fra le più gravi stragi di connazionali del secondo dopoguerra(....) se il Governo non ritenga opportuno, per quanto di competenza, istituire una commissione di esperti indipendenti, incaricata di approfondire e studiare ulteriormente le cause della strage, anche alla luce delle testimonianze dei superstiti e dei documenti ritrovati recentemente (...)".
Nel 2017, sempre con una interrogazione scritta, presentata questa volta da Rampelli Fabio, di Fratelli d'Italia,  per sapere " se non ritenga di prendere contatto con il Governo croato al fine di sostenere la richiesta di apporre la targa commemorativa delle vittime della strage di Vergarolla."

Una strage tremenda, che vede gli inglesi essere interessati a dare la colpa a terzi, pur di uscirne impuniti, stante che era sotto la loro vigilanza quell'esplosivo, il nazionalismo italiano ha tutto l'interesse a dare la colpa alla Jugoslavia e la Jugoslavia sicuramente  ai fascisti italiani. Insomma, probabilmente l'ipotesi dell'incidente è quella forse più plausibile, per un evento tremendo che ha spezzato decine e decine di famiglie.

mb

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