Che fine ha fatto la fantomatica prigione di Moro di via Massimi?

Ne avevamo parlato anche su queste pagine, pur esprimendo delle perplessità, su quella che poteva essere stata la prima prigione di Moro, in relazione all'inchiesta del giornalista Zatti della Rai. Il reperto 777 sarebbe stato determinante per indicare la Loyola University di via Massimi. Ma, come già era stato segnalato dal gruppo 16 di marzo e poi in un post significativo pubblicato su insorgenze.net si è sostanzialmente smentito in modo evidente che il reperto 777 corrispondesse a Loyola University. La location era invece la prigione di Ascoli Piceno. Bisognerebbe sul punto chiedersi perchè Morucci avrebbe fatto quel disegno, per quale scopo, e chi gli aveva fornito i dettagli di quel sito carcerario. Altro discorso, è invece, la questione della prima prigione di Moro. Effettivamente non si può escludere che presso la Loyola University possa essere stata la prima temporanea prigione di Moro. Ma la cosa sconcertante è che si è passati dal parlare per alcuni giorni con tanto di s...

Trieste, ad un cittadino della "minoranza slovena":"in Italia si parla italiano,fai lo sbruffone a casa tua"


Ora, si può discutere se la modalità di protesta fosse giusta, si può discutere di tanti dettagli, di modi di fare o non fare, questo è il dito della vicenda che riguarda un cittadino, un “cittadino italiano appartenente alla minoranza slovena”, come si è qualificato il triestino che in un video pubblicato in rete dal TLT, denuncia quanto accaduto in città il 16 luglio.

Sprovvisto di biglietto sull'autobus è stato soggetto alle procedure di rito. Interverrà anche una pattuglia dei Carabinieri protestando per le presunte violazioni del bilinguismo visivo e anche sostanziale. In una Trieste dove è quasi missione impossibile leggere Trst. Trieste  ha radici tanto latine, quanto germaniche quanto slave. Il cittadino si è espresso nella lingua tutelata dalla legge, quella slovena, essendo cittadino italiano e di Trieste, non uno "straniero". E comunque anche se lo fosse stato, "straniero",  non è che per questo poteva essere trattato, come è stato trattato.E per queste ragioni, dunque, ha subito delle affermazioni sconcertanti come espresse dai due operatori contravventori.
Si sentirà dire: "venite qui in Italia e fate solo gli sbruffoni, in Italia si parla in Italiano, in Slovenia, forse parlerò sloveno, tu sei in Italia e devi parlare in Italiano, ti adegui, vai a farlo lo sbruffone a casa tua". Questa è la luna di tale incresciosa vicenda. Ci poteva essere del nervosismo, e va bene, si sono perse le staffe, e va bene, si può discutere se l'iniziativa intrapresa dal cittadino triestino per denunciare le presunte violazioni fosse giusta nei metodi, e va bene, ma è totalmente inaccettabile ascoltare a Trieste, in quella Trieste che nel 2020 ricorderà i cent'anni dell'assalto al Narodni dom, simbolo delle persecuzioni patite dagli sloveni di Trieste, nei processi violenti di italianizzazione forzata, concetti che non dovrebbero più esistere. Forse perchè si ignora che Trieste ha anche radici slave? Che c'è una minoranza autoctona slovena? Che ci sono cittadini italiani di lingua slovena? Lingua che si parla qui a casa "nostra", nella casa del cittadino che ha subito queste espressioni inqualificabili da parte di due contravventori. E su ciò si dovrebbe riflettere, seriamente. Perchè non è la prima volta, in questi anni, che si registrano in città attacchi, comportamenti inaccettabili, verso chi decide di parlare la propria lingua, quella slovena.

mb

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