Quella lenta riscoperta delle proprie origini ricordando i caduti austroungarici contro la damnatio memoriae del nazionalismo italiano

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Timidamente, negli anni, son sorti dei cippi, delle targhe, dei monumenti, defilati o meno, con i quali ricordare ciò che dall'avvento del Regno d'Italia in poi in buona parte del Friuli è stato sostanzialmente cancellato dalla memoria pubblica, ma non ovviamente da quella privata. Un territorio legato all'impero asburgico, che ricorda i propri caduti italiani che hanno lottato per la propria terra asburgica. Nei ricordi  memorie delle famiglie che si son tramandate nel tempo è difficile raccogliere testimonianze negative di quel periodo, sostanzialmente si viveva tutti assieme, ognuno con le proprie peculiarità e l'irredentismo italiano era solo una minoranza di un manipolo di esagitati. Poi, come ben sappiamo, con la guerra, le cose son cambiate in modo terrificante, per arrivare alla dannazione della memoria che ha voluto cancellare secoli e secoli di appartenenza asburgica. Lentamente, questi cippi, targhe, dal cimitero di Ronchi, al comune di Villesse, a Lucinico,

Si dovrebbe esporre sulla facciata di tutti i 215 Comuni del FVG lo striscione Verità per Giulio

Giulio era di Fiumicello, piccolo paese friulano, che, prima di altri, pose la bandiera a lutto. Lutto per il barbaro omicidio posto in essere da apparati del regime dittatoriale egiziano ancora oggi al potere, contro un suo cittadino. Cittadino del mondo, che amava il popolo egiziano, cittadino di questa piccola e complessa regione italiana, che aspira sempre a ritagliarsi un ruolo di ponte tra Est ed Ovest, anche se oggi sorgono più muri che ponti. 

Una regione che prima di tutte le altre dovrebbe dare l'esempio, l'esempio di solidarietà attiva per il difficile cammino per la verità per Giulio. Ad oggi, sono tanti i casi positivi, ma fanno notizia, purtroppo soprattutto quelli negativi, quelli che hanno comportato una vergognosa rimozione di quello striscione dal Municipio di Trieste, nell'ottobre del 2016, dal palazzo della Regione del FVG, a giugno 2019. Ci sono Comuni che lo espongono,  tanti, altri, che lo hanno tolto, altri, mai esposto. Da ricordare che il 4 aprile del 2016 Piero Fassino, in veste di sindaco di Torino e di presidente di Anci firmò il documento redatto da Amnesty International per la campagna ‘Verità Per Giulio  Regeni’. 

I 215 Comuni del FVG dovrebbero dare tutti, e se non tutti, la maggior parte di essi, il giusto esempio. Ad oggi sono forse più i Comuni sparsi nel resto d'Italia che quelli della regione di Giulio ad esporre lo striscione verità per Giulio. Uno striscione che è simbolo di una lotta che non è di parte partitica, che non ha colore politico, ma è diventata rappresentativa di tutte le violenze in materia di diritti umani subiti da nostri concittadini e non in attesa di verità e giustizia. Uno striscione che ti ricorda che l'Egitto ha massacrato un ragazzo che era lì per studiare. 

Massacrato da un regime che da oltre tre anni prende in giro tutti, un regime con cui sono stati avviati rapporti di normalizzazione. Quello striscione, esposto, ti ricorda che verità e giustizia per Giulio non c'è. Non vederlo, ti fa dimenticare tutto ciò. Vederlo, ti aiuta a mantenere viva l'attenzione su una questione, che prima di tutto l'Egitto spera che l'effetto tempo l'avvolga nella nebbia della rassegnazione. Riuscire ad ottenere verità e giustizia per Giulio è un qualcosa di enorme non solo per la famiglia di Giulio, per Giulio, ma uno stimolo, una speranza per tutti quelli che ad oggi, questa verità e giustizia non la conoscono, pur avendo subiti casi di violazioni di diritti umani. 

Mi domando se sia il caso di pensare ad una sorta di striscione day. Una giornata che non deve essere divisiva,dove chiamare tutti i Comuni italiani, a partire da quelli del FVG, a fare comunque una scelta esponendo lo striscione verità per Giulio Regeni. E comunque una cosa va detta. Se rischio strumentalizzazione c'è stato, questo è emerso con il gesto della rimozione dello striscione e non con la sua esposizione o richiesta  sacrosanta di esposizione. In queste settimane se ne stanno leggendo di cotte e di crude per non parlare di chi in modo sconcertante sembra quasi voler creare una incresciosa contrapposizione tra lo striscione per la verità per Giulio e quello di altre cause che nulla c'entrano con tutto ciò. Non deve finire nell'area partitica e politica questa vicenda, non aspettano altro che ciò coloro che non sanno più a cosa appellarsi o inventarsi pur di far fuori un simbolo che reca fastidio, che dovrebbe unire, ma che in realtà sta iniziando a dividere. Se divisione vi deve essere con lo striscione per Giulio, deve essere solo tra chi si schiera per la verità e giustizia e chi si schiera con il regime dittatoriale egiziano che da più di tre anni sta prendendo in giro tutti.

mb

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