La ciminiera di Monfalcone va salvaguardata non demolita

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In Italia spesso si preferisce inseguire la via della tabula rasa, dell'annientamento, del vuoto, per dare spazio al nuovo che sormonta e travolge tutto ciò che è stato nel bene e nel male. Ci sono manufatti che hanno segnato la vita e la quotidianità di una comunità. Ci sono manufatti architettonici che caratterizzano i luoghi ed uno di questi è indiscutibilmente la ciminiera di Monfalcone di cui si apprende che nel 2027 avverrà la sua demolizione. Qui non è chiaramente in discussione la riconversione della centrale attuale ma di ciò che esteticamente, simbolicamente, rappresenta quel manufatto enorme di circa 150 metri circa realizzato nel secolo scorso e che andrebbe preservato piuttosto che spazzato via. Quel manufatto potrebbe essere considerato come ciminiera storica industriale, elemento tipico del paesaggio industriale monfalconese. Perchè non valutarne la sua valorizzazione a livello conservativo, anche come elemento storico di riflessione di come i processi ...

Il futuro non deve essere di chi vuole ritornare al passato.Per questo è importante dire no al dannunzianesimo

"Se il tuo progetto per il futuro è tornare nel passato, allora non dovresti guidare alcun Paese". Queste le parole espresse nel corso dell'intervista su Sky da Yuval Noah Harari, tra i più grandi pensatori contemporanei. Intervista dove, da storico, rileva che la storia è mutevole, in continuo cambiamento. " Le maggiori preoccupazioni del passato gradualmente sono cambiate a seconda della situazione. 400 anni fa, nel XVI o XVII Secolo, la preoccupazione di tutti in Europa era la grande battaglia tra Protestanti e Cattolici – la Riforma e la Controriforma. Oggi non importa quasi a nessuno. Persino i religiosi non sono così interessati a questa divisione. Abbiamo voltato pagina." 

E di tentativi di ritorno al passato ve ne sono, a bizzeffe, a partire da chi celebra eventi nefasti per la storia, che hanno martoriato soprattutto il secolo breve, dal quale si fatica a staccarsi in modo decisivo. Siamo legati da una sorta di cordone ombelicale nostalgico al '900, forse perchè fa paura quello che si sa che non sarà. 

D'altronde, come riconosce lo stesso Harari "è la prima volta nella Storia che ignoriamo anche le cose più basilari. Per prima cosa dovremmo essere onesti con noi stessi e con i nostri figli. Dire loro e dire a noi stessi: non sappiamo come sarà il mondo nel 2050. Nel corso della Storia si poteva ignorare quale sarebbe stata la situazione politica dopo 20-30 anni. Ma almeno si poteva prevedere suppergiù il mercato del lavoro e le qualifiche che sarebbero state necessarie. Oggi, se pensiamo a come sarà il mondo tra 30 anni, nessuno sa come sarà il mercato del lavoro. Nessuno sa che qualifiche saranno necessarie. Perciò non sappiamo cosa insegnare di preciso ai giovani di oggi. La scommessa migliore è insegnare ai giovani a studiare, essere sempre flessibili." Il tutto in un mondo che rischia di sfasciarsi in modo catastrofico.  
"Oggi ci sono principalmente tre problemi nel mondo: la possibilità di una guerra nucleare, il collasso ecologico, soprattutto i mutamenti climatici, e infine la tecnologia “destabilizzante”, cioè l’ascesa dell’intelligenza artificiale, della bio-ingegneria, che destabilizzeranno completamente economia, società e perfino il corpo umano." 

Va tagliato il cordone ombelicale con il passato, per contrastare sentimenti nostalgici che non faranno il bene dell'umanità, come la celebrazione dell'occupazione di terre altrui, come Fiume, osannando personaggi come D'Annunzio che la storia e il tempo hanno già condannato e che più di qualcuno cerca di riesumare e riabilitare . 

mb

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