Chiamare ancora oggi Ronchi "dei Legionari" sarebbe come chiamare Latina, Littoria

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Come è risaputo dal 1925, la città di Ronchi di Monfalcone, ha visto mutare il proprio nome in Ronchi dei Legionari, per la precisione il 2 novembre del 1925 con il Regio Decreto firmato da Rocco pubblicato nella G.U n° 283 del 5 dicembre 1925. Quest'anno pertanto ricorrono ben cent'anni da questa ricorrenza dovuta all'omaggio voluto dal fascismo per celebrare la presa di Fiume da parte di D'Annunzio che partì casualmente da Ronchi dopo aver dormito per qualche ora in una dimora nella vecchia via di Trieste. E come è ben risaputo nessun cittadino di Ronchi partecipò a quell’atto eversivo che ha subito la città di Fiume per 500 giorni con tutte le conseguenze che ne derivarono per i fiumani che nel 1924 scivolarono anche grazie a quel fatto storico e politico sotto il fascismo. Continuare a chiamare Ronchi "dei Legionari" come se appartenesse a chi mai ha appartenuto nel corso della sua storia, minandosi pertanto ogni identità storica del territorio, sarebbe co...

Occupata Fiume, venne dato l'ordine di arrestare D'Annunzio

Interessante leggere cosa riportavano alcuni quotidiani nazionali in merito all'occupazione di Fiume, fatto avvenuto proprio mentre erano in corso le trattative sulle sorti della città in quel periodo governata da più contingenti. La Stampa del 13 settembre 1919, riportava un titolo importante, ad effetto "un colpo di mano di D'Annunzio a Fiume". Dove emergevano notizie frammentate, e soprattutto le preoccupazioni del governo che andavano dal rischio di rappresaglia degli americani rischiando di far patire di fame l'Italia, alla denuncia di un complotto ai danni dello Stato che avrebbe avuto conseguenze incalcolabili per l'Italia. E si chiedeva pertanto l'arresto di D'Annunzio e il rimpatrio immediato in Italia. "Non bisogna dimenticare che a Fiume alla testa delle truppe italiane si trova il generale Pittaluga con una brigata di fanteria e uno squadrone di cavalleria. Ora al generale è stato impartito l'ordine di arrestare D'Annunzio e di rimandarlo in patria".

Quel Pittaluga con cui D'Annunzio ebbe un faccia a faccia, come racconta lo stesso "poeta soldato" in un testo che viene riportato in un reportage del Corriere di Napoli del 1954. D'Annunzio, si legge, visto che il Pittaluga aveva ricevuto l'ordine di non far passare la carovana dannunziana a Fiume, invitò il generale a sparare al petto di D'Annunzio indicando la sua medaglia d'oro e la placca di mutilato. Pittaluga, si legge, desistette, sostenendo che non avrebbe sparato sugli italiani. Nel Natale di sangue, invece, si racconterà una storia diversa, dove si spareranno tra di loro gli italiani, perchè per scacciare gli occupanti della città, il Regno d'Italia fu costretto a sparare contro i legionari. Nello scontro a fuoco durato cinque giorni ci saranno centinaia di feriti, una sessantina di vittime, tra cui anche un ragazzino di soli 12 anni, una delle diverse vittime civili coinvolte, in questa pagliacciata narcisistica come la definì Pasolini, che si pose da ponte tra la prima guerra mondiale e il fascismo. 

mb

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