Ne avevamo parlato anche su queste pagine, pur esprimendo delle perplessità, su quella che poteva essere stata la prima prigione di Moro, in relazione all'inchiesta del giornalista Zatti della Rai. Il reperto 777 sarebbe stato determinante per indicare la Loyola University di via Massimi. Ma, come già era stato segnalato dal gruppo 16 di marzo e poi in un post significativo pubblicato su insorgenze.net si è sostanzialmente smentito in modo evidente che il reperto 777 corrispondesse a Loyola University. La location era invece la prigione di Ascoli Piceno. Bisognerebbe sul punto chiedersi perchè Morucci avrebbe fatto quel disegno, per quale scopo, e chi gli aveva fornito i dettagli di quel sito carcerario. Altro discorso, è invece, la questione della prima prigione di Moro. Effettivamente non si può escludere che presso la Loyola University possa essere stata la prima temporanea prigione di Moro. Ma la cosa sconcertante è che si è passati dal parlare per alcuni giorni con tanto di s...
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Il sentimento antislavo di D'Annunzio è un dato di fatto indiscutibile
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D'Annunzio come è noto ha più volte espresso pensieri dai connotati profondamente nazionalistici e con sentimento antislavo. Testi nei quali si rivolgeva anche ai popoli "slavi" verso territori oggi appartenenti alla Slovenia. Ad esempio In Italia e vita, il 24 ottobre del 1919, scriveva:
A settentrione di Fiume, essi debbono includere Idria, affinché la torbida Balcania non prema le spalle di Gorizia e di Tolmino. Il distretto di Idria, per secoli di tradizione storica e per evidenza di figurazione terrestre, appartiene al corpo d’Italia. Sta su la linea del displuvio. Per il valico di Circhina e per il valico del Pero s’apre verso il Regno. Non ha in sé una fronte salda, ma forma un baluardo ben proteso dell’alpe di Tarnova. Se Idria è nelle nostre mani, Gorizia rimane protetta. Se ci è tolta, Gorizia rimane esposta al cannone jugoslavo. (...) Come Idria, Postumia spetta a noi. Se non la tenessimo, il flutto della gente balcanica, il flutto della barbarie schiava, giungerebbe a una ventina di chilometri dalle mura di Trieste.Col distretto di Postumia lasceremmo in mano degli Schiavi meridionali il valico di Longatico, quello di Nauporto e forse quello di Prevaldo, che costituiscono da tempo immemorabile la vera Porta d’Italia, la soglia latina calcata dalle incursioni boreali e orientali dei Barbari di ogni evo.
Come si può comprendere si tratta di esternazioni profondamente nazionalistiche e avverse ai popoli "slavi" con riferimento a territori appartenenti oggi anche alla Slovenia. Lo stesso D'Annunzio in altri testi così si rivolgeva verso il popolo "slavo":
quell’accozzaglia di Schiavi meridionali che sotto la maschera della giovine libertà e sotto un nome bastardo mal nasconde il vecchio ceffo odioso..." oppure da Gli ultimi saranno i primi. Discorso al popolo di Roma nell'Augusteo, 4 maggio 1919(…) "Laggiù , su le vie dell’Istria, su le vie della Dalmazia, che tutte sono romane, non udite la cadenza di un esercito in marcia? I morti vanno più presto dei vivi. E per tutto ritrovano essi i segni dei legionari. Fuori la schiaveria bastarda e le sue lordure e le sue mandre di porci! .
Così come non si dovrà dimenticare che uno dei legionari più importanti, fu tale Francesco Giunta, che divenne poi dopo la marcia su Fiume il capo del fascio triestino e anche per un periodo segretario nazionale del PNF oltre che essere stato coinvolto nel noto assalto del Narodni Dom di Trieste avvenuto il 13 luglio del 1920, simbolo delle persecuzioni subite dagli sloveni in queste terre.
Boris Pahor, noto scrittore e insegnante sloveno, in passato fece presente che "oggi popoli e paesi come l’Italia, Slovenia e Croazia vivono in amicizia". Quell'amicizia che va preservata anche tramite la simbologia. Continuare, ancora a celebrare, D'Annunzio, personaggio che ha espresso sentimenti antislavi, e nazionalistici, verso anche territori appartenenti oggi alla Slovenia, significa riportare l'orologio cent'anni indietro.
Come calcolare capienza di una piazza durante manifestazione? La matematica non è una opinione qualcuno disse... 1) per un calcolo della superficie e della capienza, il limite preso di misura è un numero di 4 persone/mq, 2) Piazza del Popolo ha una metratura di di 17.100 mq con una capienza massima e teorica di 68.400 ; 3) Piazza san Giovanni ha una superficie di 39.100 mq, con una capienza totale, quindi, di 156.000 persone. Direi che è arrivato il momento di non dare più i numeri... Marco B. MANIFESTARE A ROMA, QUANDO I PARTITI DANNO I 'NUMERI' - La fisica, con il principio della impenetrabilità dei solidi, insegna che due oggetti non possono occupare lo stesso spazio. Eppure c'é chi ritiene che questo classico teorema non si applichi alle persone, soprattutto se convocate in un determinato luogo ad esprimere pubblicamente la loro opinione politica. Fuor di metafora: quando si tratta di conteggiare i partecipanti alle manifestazioni, i partiti "danno i numeri"...
Il 13 novembre in tutto il mondo si celebra la Giornata Mondiale della Gentilezza, nata da una conferenza del 1997 a Tokyo e introdotta in Italia dal 2000. Per questa propongo una storia per le classi di scuola primaria. La storia che segue, ambientata a Trieste, ha per protagonisti tre supereroi ed una nonna, Rosellina. Il disegno è stato fatto in una classe di una scuola dove la storia è stata letta. mb I tre supereroi e la nonnina Rosellina C’era una volta, anzi no. C’erano una volta tre supereroi. Avete presente quelli con i super poteri che si vedono nei film? Nei cartoni animati? Nei fumetti? Sì, proprio loro. E si trovavano in una bellissima città italiana, Trieste. Non erano mai stati prima a Trieste. Rimasero stupiti nel vedere quanto era lungo il molo sul mare, e quanto era enorme la piazza con due alberi di due navi dove sventolavano le bandiere, ogni tanto. Dopo essersi fatti un selfie sul molo Audace che è costruito sui resti di una vecch...
Trieste, Triest, o Trst, Udine, Udin, Weiden o Viden. Due città distanti poco meno di 100 km. Con una cultura profonda, una storia complessa, che ancora oggi divide. Due città capoluogo di due regioni differenti, con identità differenti, il Friuli, Udine, la Venezia Giulia, Trieste per fondersi e confondersi con una mescolanza spesso mal digerita nell'unità del Friuli Venezia Giulia senza più alcun trattino divisore passando dal cuscinetto della Bisiacaria. Nonostante nel complesso si sia in una regione poco più piccola della sola provincia di Bari per popolazione. La sua area è pari a 7.924 km² cioè di poco superiore alla provincia di Sassari o Torino o Cosenza o Bolzano ad esempio. Ma con o senza trattino la divisione e la rivalità tra queste due città esiste, persiste e resiste. Dai dileggi, ai giochi, dallo sport, dal basket al calcio, a tutto ciò che può portare alla rivalità. Due bellezze contrapposte se non opposte, dalla bora di Trieste all'eleganza di Udine, ...
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