L'Egitto continua a non essere dichiarato Paese insicuro ma Giulio non è finito nell'oblio

 Nel sito Viaggiare Sicuri della Farnesina, nella scheda dedicata all'Egitto si continua a leggere che   " Dal 2011 l’Egitto è stato attraversato da profondi rivolgimenti politico-sociali ed il contesto politico-regionale relativo alla questione palestinese può avere riflessi sulla stabilità sociale e movimenti di protesta. I connazionali che si recano nel Paese per motivi professionali, di studio o turistici, devono essere pienamente consapevoli di tale contesto generale, così come dei rischi di detenzione o di altre misure coercitive connesse alla partecipazione ad attività politiche o anche soltanto a discussioni potenzialmente ricollegabili al contesto politico interno, come dimostra l’omicidio di Giulio Regeni. Come noto, nel 2016, è stato rinvenuto, vicino al Cairo, il corpo del giovane ricercatore italiano, torturato e barbaramente ucciso". I rapporti commerciali tra Italia ed Egitto continuano ad essere consolidati, si stipulano anche accordi...

La nuova via della Seta si è fermata a piazza Tienanmen



L'Italia è il primo Paese del G7 a far parte della nuova via della Seta, con l'asse Genova-Trieste che sarà un punto di riferimento importante, passando da quel Pireo oramai made in Cina. A Trieste si vede la nuova via della Seta come la svolta, anche se gli americani non rimarranno sicuramente a guardare, segnali di "guerra fredda" ve ne sono stati ed altri ve ne saranno. Intanto, mentre si discute dei futuri investimenti con il capitale cinese, da un Paese in teoria comunista, ma con il capitalismo di stato, ogni questione ideologica è stata messa da parte, per dare spazio alla voce dell'economia, che poi è quella che nel mondo determina pace e guerra. Ma la via della Seta si è fermata a piazza Tienanmen in questo 4 giugno, trent'anni da quel fatto che anticiperà in modo clamoroso la caduta del muro di Berlino, il mondo si divide. In una Cina che come denunciano siti come la BBC o la CNN dove quel fatto, considerato ancora oggi come incidente del 4 giugno, è stato totalmente rimosso dalla memoria collettiva e le nuove generazioni non sanno nulla, e da chi denuncia quel fatto come una strage tremenda del regime comunista cinese. Non ci sono dati, le fonti sono contrastanti, da chi parla di centinaia di morti, da chi migliaia, a chi come alcune notizie pubblicate su WikiLeaks mette in dubbio che si sia verificata una strage. Come si legge su Wikipedia, ad esempio, " Il Telegraph riporta infatti che secondo i dispacci fra le ambasciate occidentali furono esplosi solo sporadici colpi di armi da fuoco all'interno di piazza Tienanmen, al contrario di altre zone al di fuori del centro di Pechino Secondo la testimonianza diretta di un diplomatico cileno, inoltre, la maggior parte dei soldati entrati in piazza Tienanmen era dotata solo di armamenti antisommossa, come manganelli e mazze di legno". Non sappiamo come è andata realmente quella storia, tanti se e ma, come sulla foto storica di quell'evento. Come si legge sulla CNN, "Widener, un fotografo della Associated Press, stava concentrando la sua macchina fotografica su una fila di carri armati nella piazza Tiananmen di Pechino quando, inaspettatamente, l'uomo che verrà fotografato, indosserà una camicia bianca e pantaloni scuri, portando con sé quelle che sembravano borse della spesa. Widener pensò che l'uomo avrebbe rovinato la composizione della sua cornice. Non sapeva che stava per realizzare una delle foto più iconiche della storia. Fino ad oggi, non sappiamo chi sia e cosa gli sia successo. Ma rimane un potente simbolo di sfida".  Sfida a quella verità che a trent'anni dai fatti ancora oggi non c'è.

mb

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