Il mondo gattopardiano dopo il coronavirus

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C'è stato un tempo sconvolgente che sembrava non finire più. Sembrava che il mondo perduto non sarebbe più potuto tornare. Sembrava tutto. E invece, non è cambiato niente. Dopo settimane di bombardamenti mediatici ai limiti del terrorismo psicologico su come ci si dovesse comportare per evitare di essere contagiati dal cornoavirus e non incorrere nella covid19, sembraba impensabile pensare che il post coronavirus, potesse essere come il prima. Nulla sarà come prima, si diceva. Ci sarà un prima coronavirus, un dopo coronavirus. Si ripeteva.  La stretta di mano sembrava essere destinata all'estinzione, gli abbracci, essere ridotti al minimo, il baciarsi sulla guancia, due, tre volte, all'italiana, a rischio estinzione come i dinosauri, e che dire della distanza di sicurezza sociale di almeno un metro? Si temeva che questo potesse essere il modo tipico delle relazioni "aosciali".  Si pensava che potesse derivarne l'Italia dei balconi di D'Annunzio e Mussol...

Dal D'Annunzio "duce" a Peppino Garibaldi pronto a marciare contro D'Annunzio, al tradimento verso la Patria


La Stampa del 1919 tratta in modo durissimo l'occupazione della città di Fiume. Ed emergono tante particolarità interessanti. 
Ad esempio si riporta un dispaccio di un'agenzia francese dove si scrive che Peppino Garibaldi era pronto a marciare contro D'Annunzio con 30 mila volontari per liberare la città.
Si racconta come in Istria si stavano preparando le truppe temendo qualche nuovo azzardo da parte di D'Annunzio per difendere Abbazia , Si racconta lo sbarco a Zara di 800 fiumani guidati da D'Annunzio.  Avvenuto il 15 novembre del 1919. Si segnala l'intervento di un gruppo di "arditi"che in casa del Vescovo impose di esporre la bandiera italiana e la stessa cosa avvenne alla società croata del Sokol.

E che dire della formula di giuramento verso D'Annunzio? Chiamato come il "Duce Divino".




Emerge con forza che quell'atto, considerato come un vero incubo per l'Italia, tanto che quando giungerà a termine si scriverà che l'incubo è finito,



si è posto  contro gli interessi della Patria. Una sorta di tradimento dal momento in cui i legionari usarono le armi contro l'esercito che rappresentava la propria patria, agiva nell'interesse dell'Italia. Con il Natale di sangue si concluderà quell'atto militarista che ha scombussolato il Paese e porterà ad imboscate fratricide. Si rimane basiti del fatto che oggi ci siano delle Istituzioni che celebrano quell'atto eversivo realizzato contro la stessa Italia, atto che la Stampa definirà come l'atroce gesta dannunziana.


mb

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