Quella lenta riscoperta delle proprie origini ricordando i caduti austroungarici contro la damnatio memoriae del nazionalismo italiano

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Timidamente, negli anni, son sorti dei cippi, delle targhe, dei monumenti, defilati o meno, con i quali ricordare ciò che dall'avvento del Regno d'Italia in poi in buona parte del Friuli è stato sostanzialmente cancellato dalla memoria pubblica, ma non ovviamente da quella privata. Un territorio legato all'impero asburgico, che ricorda i propri caduti italiani che hanno lottato per la propria terra asburgica. Nei ricordi  memorie delle famiglie che si son tramandate nel tempo è difficile raccogliere testimonianze negative di quel periodo, sostanzialmente si viveva tutti assieme, ognuno con le proprie peculiarità e l'irredentismo italiano era solo una minoranza di un manipolo di esagitati. Poi, come ben sappiamo, con la guerra, le cose son cambiate in modo terrificante, per arrivare alla dannazione della memoria che ha voluto cancellare secoli e secoli di appartenenza asburgica. Lentamente, questi cippi, targhe, dal cimitero di Ronchi, al comune di Villesse, a Lucinico,

Scuola FVG: I bambini "stranieri" devono frequentare le scuole della città in cui vivono come avviene per i bambini italiani


A quanto pare verrà attuata in Friuli Venezia Giulia una rete"per dare risposte alle esigenze di tutti i bambini: a quelli italiani di accedere alle scuole del proprio territorio e a quegli stranieri non italofoni di poter essere integrati."  Questo quanto comunicato dall'assessore regionale all'Istruzione del FVG. Tra bambini stranieri e bambini italiani non ci può e non ci deve essere alcuna differenza. Anche i bambini non italofoni hanno diritto di frequentare la scuola del territorio che vivono, non solo di essere "integrati". Se con il sistema delle reti dovesse per caso attuarsi qualsiasi tipo di sradicamento dalle città in cui vivono, fatto passare per evitare classi con eccesso di stranieri, con la scusante di favorire l'integrazione, cosa che a Monfalcone ha comportato l'esclusione dalla scuola dell'infanzia di decine di bambini, ciò sarà non solo inaccettabile, ma sarà necessaria una mobilitazione anche da parte della cittadinanza.


mb

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