Finalmente si ritorna a parlare di scuola dopo il caso della maturità

La reazione spropositata che si è registrata per la questione dell'orale all'esame di maturità,dimostra che in Italia bisogna riprendere in mano la questione scuola con una profonda rivoluzione culturale stile '68 quella che fa tanto paura a chi ideologicamente sta impostando da tempo una scuola pubblica sempre più votata a servire il sistema che a forgiare menti critiche e pensanti. Ordine, disciplina e non pensiero critico. Il dissenso? Si reprime. Finalmente si ritorna a parlare di scuola dove i problemi di ieri sono rimasti irrisolti a cui si sono sommati quelli della società più spietata e individualista di sempre. L'autorevolezza a scuola non la si ottiene solo aumentando gli stipendi del personale. Che sono bassi per non dire indecenti se si pensa a quelli degli ATA. Il rispetto non lo si ottiene inasprendo le norme. La scuola di oggi è un supermercato dove le famiglie hanno un potere di ingerenza spropositato. Addirittura adesso possono anche scegliere il docent...

L'Italia che rialza la testa da Torino a Catanzaro

Aljazeera riporta la notizia, a commento dell'aggressione vergognosa subita da una famiglia rom nella periferia romana per l'assegnazione di una casa, fatto che ricorda quanto sta accadendo ultimamente in Bulgaria, dove è partita una vera caccia ai rom, che "secondo le organizzazioni per i diritti umani, il numero dei crimini di odio è triplicato dal 2017 al 2018" da quanto in Italia esiste il governo gialloverde. 
D'altronde se hai un ministro dell'Interno che scrive che gli unici nomadi che gli piacciono sono il gruppo musicale, dopo quanto accaduto a Roma, di che stupirsi? In qualsiasi Paese civile si sarebbe dimesso, perchè costretto da un Paese coscienzioso della gravità di quanto successo. Ma noi siamo in Italia. Dove i fascismi sono stati sdoganati,  un Paese senza Norimberga, ma dove anche chi fino all'altro ieri credeva che il ritorno del fascismo, pur con gli adattamenti ovvi di questo secolo, fosse quasi cosa impossibile, inizia a cambiare idea. L'odio è ovunque, diffuso. E viene praticato. Non è solo più verbale. Ipotetico. Teorico. E' reale.  Le ragioni sono plurime, le cause anche. Ma c'è l'Italia che resiste, che alza la tesa. Come a Torino, dove si son buttati alla fine i fascisti fuori dal salone del libro. La democrazia non è pensata per dare spazio a chi vuole la fine della democrazia e di quei valori che la costituiscono, come libertà, uguaglianza e fratellanza. Come a Catanzaro, una città che si è ribellata con quegli striscioni che vennero rimossi a Salerno, colpendo proprio con gli striscioni.  Torino e Catanzaro. Due punte estreme, simbolicamente importanti. Perchè i calabresi che partirono per andare a lavorare alla FIAT, ne vissero di cotte e di crude, superarono il razzismo, lo sconfissero insieme ai torinesi che non si ritrovavano nel razzismo. Due punte estreme, due fari simbolici di una Italia che da nord a sud, da est a ovest inizia a dire, anche no!
Insomma, l'Italia che rialza la testa c'è. La strada da percorrere è lunga, saranno anni difficili, complessi, da guerra civile in materia di diritti e sociale, ma chi vuol riportare il Paese indietro nel ventennio del secolo breve, non avrà vita facile. E fallirà. Tutti i fronti sono importanti, da quello culturale, a quello storico, da quello politico, a quello sociale, per riconquistare quella bellezza, quella vitalità, quella solidarietà, che è stata deturpata nel nostro Paese da tempo.

mb

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