La ciminiera di Monfalcone va salvaguardata non demolita

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In Italia spesso si preferisce inseguire la via della tabula rasa, dell'annientamento, del vuoto, per dare spazio al nuovo che sormonta e travolge tutto ciò che è stato nel bene e nel male. Ci sono manufatti che hanno segnato la vita e la quotidianità di una comunità. Ci sono manufatti architettonici che caratterizzano i luoghi ed uno di questi è indiscutibilmente la ciminiera di Monfalcone di cui si apprende che nel 2027 avverrà la sua demolizione. Qui non è chiaramente in discussione la riconversione della centrale attuale ma di ciò che esteticamente, simbolicamente, rappresenta quel manufatto enorme di circa 150 metri circa realizzato nel secolo scorso e che andrebbe preservato piuttosto che spazzato via. Quel manufatto potrebbe essere considerato come ciminiera storica industriale, elemento tipico del paesaggio industriale monfalconese. Perchè non valutarne la sua valorizzazione a livello conservativo, anche come elemento storico di riflessione di come i processi ...

L'Italia che rialza la testa da Torino a Catanzaro

Aljazeera riporta la notizia, a commento dell'aggressione vergognosa subita da una famiglia rom nella periferia romana per l'assegnazione di una casa, fatto che ricorda quanto sta accadendo ultimamente in Bulgaria, dove è partita una vera caccia ai rom, che "secondo le organizzazioni per i diritti umani, il numero dei crimini di odio è triplicato dal 2017 al 2018" da quanto in Italia esiste il governo gialloverde. 
D'altronde se hai un ministro dell'Interno che scrive che gli unici nomadi che gli piacciono sono il gruppo musicale, dopo quanto accaduto a Roma, di che stupirsi? In qualsiasi Paese civile si sarebbe dimesso, perchè costretto da un Paese coscienzioso della gravità di quanto successo. Ma noi siamo in Italia. Dove i fascismi sono stati sdoganati,  un Paese senza Norimberga, ma dove anche chi fino all'altro ieri credeva che il ritorno del fascismo, pur con gli adattamenti ovvi di questo secolo, fosse quasi cosa impossibile, inizia a cambiare idea. L'odio è ovunque, diffuso. E viene praticato. Non è solo più verbale. Ipotetico. Teorico. E' reale.  Le ragioni sono plurime, le cause anche. Ma c'è l'Italia che resiste, che alza la tesa. Come a Torino, dove si son buttati alla fine i fascisti fuori dal salone del libro. La democrazia non è pensata per dare spazio a chi vuole la fine della democrazia e di quei valori che la costituiscono, come libertà, uguaglianza e fratellanza. Come a Catanzaro, una città che si è ribellata con quegli striscioni che vennero rimossi a Salerno, colpendo proprio con gli striscioni.  Torino e Catanzaro. Due punte estreme, simbolicamente importanti. Perchè i calabresi che partirono per andare a lavorare alla FIAT, ne vissero di cotte e di crude, superarono il razzismo, lo sconfissero insieme ai torinesi che non si ritrovavano nel razzismo. Due punte estreme, due fari simbolici di una Italia che da nord a sud, da est a ovest inizia a dire, anche no!
Insomma, l'Italia che rialza la testa c'è. La strada da percorrere è lunga, saranno anni difficili, complessi, da guerra civile in materia di diritti e sociale, ma chi vuol riportare il Paese indietro nel ventennio del secolo breve, non avrà vita facile. E fallirà. Tutti i fronti sono importanti, da quello culturale, a quello storico, da quello politico, a quello sociale, per riconquistare quella bellezza, quella vitalità, quella solidarietà, che è stata deturpata nel nostro Paese da tempo.

mb

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