La celebrazione del fascismo della passeggiata di Ronchi di D'Annunzio e l'occupazione di Fiume

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Mio caro compagno, Il dado è tratto. Parto ora. Domattina prenderò Fiume con le armi. Il Dio d'Italia ci assista. Mi levo dal letto febbricitante. Ma non è possibile differire. Ancora una volta lo spirito domerà la carne miserabile. Riassumete l'articolo !! che pubblicherà la Gazzetta del Popolo e date intera la fine . E sostenete la causa vigorosamente, durante il conflitto. Vi abbraccio Non sarà stato forse un fascista dichiarato, D'Annunzio, certo è che non fu mai antifascista, era lui che aspirava a diventare il duce d'Italia e la prima cosa che fece, all'atto della partenza da Ronchi per andare ad occupare Fiume, fu quella di scrivere a Mussolini, per ottenere il suo sostegno. Perchè D'Annunzio ne aveva bisogno. Il fascismo fu grato a D'Annunzio, per il suo operato,  tanto che si adoperò anche per il restauro e la sistemazione della casa dove nacque D'Annunzio e morì la madre. E alla notizia della morte, avvenuta il 1 marzo del 193

Le vie e le piazze delle città e l'identità dei luoghi

Via, Roma, via Garibaldi, Marconi , Mazzini, Dante Alighieri , Cavour, Matteotti e Verdi. Vie a santi, o dedicate a date significative, in Italia, vi è una grande omologazione dell'odonomastica. Una nazionalizzazione del Paese che ha lasciato il segno attraverso i luoghi con cui abbiamo a che fare ogni giorno. Le norme di riferimento risalgono al fascismo, come la Legge 23 giugno 1927, n. 1188 e regio decreto-legge 10 maggio 1923, n. 1158 come successivamente adattati. Eppure le vie o piazze delle nostre città statisticamente hanno visto sacrificare l'identità del luogo, a favore di quella più generica identità nazionale, che passa dai santi, agli artisti, da militari, a re, da statisti, a poeti, da personaggi pressoché fondamentali per il simbolismo nazionale e nazionalistico pur se spesso controversi o storicamente da condannare. Ogni luogo, ogni città, ogni paese, statisticamente vedrà il prevalere di vie, piazze, dedicate, intitolate a date, personaggi, eventi, diventati simbologia dell'identità nazionale, prevaricando su quell'identità locale, che meriterebbe certamente maggior tutela e rispetto, senza dover prevalere ma neanche essere così fortemente soccombente. Le vie, le piazze, dovrebbero raccontare la storia dei luoghi, invece, spesso, si perdono e confondono in quella omologazione che depotenzia in modo impattante l'identità del paese, della città. Insomma, una sorta di globalizzazione nazionale dell'odonomastica.
mb

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