Quella lenta riscoperta delle proprie origini ricordando i caduti austroungarici contro la damnatio memoriae del nazionalismo italiano

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Timidamente, negli anni, son sorti dei cippi, delle targhe, dei monumenti, defilati o meno, con i quali ricordare ciò che dall'avvento del Regno d'Italia in poi in buona parte del Friuli è stato sostanzialmente cancellato dalla memoria pubblica, ma non ovviamente da quella privata. Un territorio legato all'impero asburgico, che ricorda i propri caduti italiani che hanno lottato per la propria terra asburgica. Nei ricordi  memorie delle famiglie che si son tramandate nel tempo è difficile raccogliere testimonianze negative di quel periodo, sostanzialmente si viveva tutti assieme, ognuno con le proprie peculiarità e l'irredentismo italiano era solo una minoranza di un manipolo di esagitati. Poi, come ben sappiamo, con la guerra, le cose son cambiate in modo terrificante, per arrivare alla dannazione della memoria che ha voluto cancellare secoli e secoli di appartenenza asburgica. Lentamente, questi cippi, targhe, dal cimitero di Ronchi, al comune di Villesse, a Lucinico,

Blob, un programma che da trent'anni racconta l'Italia e il mondo. C'è anche Giulio


E sono 30. Trent'anni di Blob
Un programma che ha fatto la storia della televisione italiana e continua a farlo, si spera, a lungo. Blob. Come quel fluido alieno che fa fuggire le persone, da quella realtà che Ghezzi con la sua genialità ha cercato di fermare, ironizzare, drammatizzare, raccontare, da trent'anni a questa parte.  Nasce il 17 aprile 1989  e supera il traguardo delle 9268 puntate! Una cifra pazzesca per la TV pubblica italiana. Un programma scomodo, controcorrente, e bocca di verità. Ha attraversato la storia del Paese, e del mondo, dalla guerra in Iraq, a tangentopoli, dalla caduta del muro di Berlino alla svolta della Bolognina, dalla dissoluzione della Jugoslavia ai bombardamenti di Belgrado, agli attentati della mafia, agli attentati dell'ISIS, al G8 di Genova,  per arrivare a quel "cercando un altro Egitto" di De Gregori. Con scritto Zeurolandia. 
Così ha scritto nel suo modo che oramai tutti abbiamo conosciuto, semplice, mai banale e sempre efficace, la mamma di Giulio, Paola:
Giulio Siamo Noi
Nel suo speciale, Blob30 dedica uno spazio anche a Giulio.
A circa 8 minuti dalla fine, dopo la memorabile scena finale de "I 400 colpi" di Truffaut, scorrono le immagini di Giulio alle note di "cercando un altro Egitto" di De Gregori.

Un consiglio, guardatelo

Saranno sei le foto che ritraggono Giulio Regeni, sequestrato in Egitto il 25 gennaio del 2016 il cui corpo verrà fatto ritrovare il 3 febbraio. In quell'Egitto il cui sistema governativo continua in modo spudorato e strafottente a mentire al mondo, a mentire agli egiziani,  e forse anche a se stesso, per cercare di salvare ciò che non potrà mai essere salvato, da quella verità che quando arriverà non sarà mai tardi, perchè arriverà e travolgerà in modo potente tutto quel sistema che ha fatto della calunnia, della menzogna, della violenza, la sua essenza.

Era mattino presto, e mi chiamano alla finestra
mi dicono "Francesco ti vogliono ammazzare".
Io domando "Chi?", loro fanno "Cosa?".
Insomma prendo tutto, e come San Giuseppe
mi trovo a rotolare per le scale, cercando un altro Egitto



mb

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