Lo spirito di solidarietà del Friuli

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  Dopo la tempesta, potente, imprevista, sconvolgente, la classica quiete, che sa di beffa. Il sole, il silenzio, il rumore di chi spala fango, di chi si è attivato senza battere ciglio per aiutare. Subito. Solidarietà. Così è stato nei periodi delle grandi tragedie e drammi che hanno colpito questa piccola fetta di terra d'Europa. Che ha conosciuto due guerre mondiali, con il Friuli non spettatore, ma suo malgrado, attore. Così è stato con eventi diabolici, come la tragedia del Vajont, così come è stato con il terremoto del 1976. Una terra che non cerca di compiacersi, che non ha bisogno di sentirsi dire quanto siamo bravi o più fighi o meno fighi degli altri. Si va oltre, si va avanti, insieme. Il dolore delle vite sottratte cinicamente da questo mondo è e rimarrà vivo, ma la forza di rialzarsi in breve tempo, senza perdere tempo in giustificati lamenti, che questa terra continua a dimostrare, generazione dopo generazione, è più unica che rara. Il sole splende lì dove una frana h...

FVG nuovamente caso nazionale, su Piazzapulita, dal corteo dei casapoundisti alla "caccia" ai migranti, alla "caccia" alla libertà




Raccontare il '900 è difficile. Ci vorrebbe un secolo per raccontare un secolo intero, o meglio il secolo breve. Forse il più complesso di sempre. Ma non abbiamo questo tempo. Un secolo, il '900, il più turbolento e violento dell'intera storia dell'umanità, quello che ha procurato più morti, distruzione, dolore e sofferenze su scala globale. Dittature in ogni dimensione, spazio. Ma è stato anche il secolo del riscatto, delle varie forme di resistenza, di ordini sociali avversi che si son contrapposti. Non abbiamo il tempo di raccontarlo a dovere, ma stiamo facendo i conti con ciò che è sopravvissuto a quel tempo. Ai fascismi di ieri, con i colori e le modalità del ventunesimo secolo. Come il corteo del 3 novembre di Trieste, in modo vergognoso autorizzato, e che ha visto, comunque una risposta di Trieste con 10mila manifestanti. Come non si vedeva da decenni. Su Piazzapulita è emersa tutta l'inquietudine che quel corteo ha rappresentato, immagine inquietante per la Trieste che sperava di lasciarsi il secolo breve alle spalle. Ma quel secolo breve è qui, nuovamente. O meglio, cerca di recuperare spazi e dimensioni. Viviamo in una società disastrata, scuole in stato pietoso, sanità in stato disastrato, il lavoro finito su chi l'ha visto, ed uno stato non in grado di affrontare e risolvere i suoi problemi, deve andare alla caccia delle streghe.
E le streghe di oggi sono i migranti. Contro cui scaricare tutto l'odio sociale e le colpe delle nostre colpe e responsabilità. Ed in FVG è emersa una sorta di caccia al migrante, come denunciato su Piazzapulita. Da respingimenti in stile effetto domino che partono dall'Italia e finiscono in Bosnia, dove la situazione è esplosiva.  Quando dalla Francia vennero i migranti spediti in Italia come pacchi, ribellione del popolo inferocito. Quando dall'Italia li rispediamo come pacchi in Bosnia, tramite Slovenia e Croazia. Silenzio. Tutto regolare. Tra smentite e altro, dopo l' inchiesta del Piccolo che portò alla luce questo fatto calò il silenzio. Ma Dopo quello che è emerso a Piazzapulita qualcuno una domanda se la farà?  Mancano solo le ronde per la caccia ai migranti in una regione militarizzata, che vorrebbe diventare fortezza nella grande fortezza europea, in quelle contraddizioni enormi che connotano una democrazia oramai in affanno. E tutto ciò è estremamente pericoloso. Ma anche caccia (nel senso di ricerca) alla libertà, da parte di chi non ha più nulla da perdere e tutto da conquistare, a partire da quella felicità, che nessun confine e frontiera potrà mai negare fino a quando si crederà ancora nei valori dei diritti umani, nonostante tutto.
Marco Barone

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