A Lussino, salvate diverse tombe di cittadini italiani dall'oblio, ma c'è ancora molto da fare per il riconoscimento dei diritti della minoranza italiana

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Viene reso noto che a Lussino, grazie all'operato di alcuni cittadini sensibili alla salvaguardia della memoria storica ed identità dei luoghi, sono state salvate una trentina di tombe, esattamente ben 37, nel cimitero di San Martino, dall'oblio e dal degrado a cui erano destinate. I cittadini in questione, tramite la nota pagina facebook dedicata a Lussino hanno reso noto che grazie al finanziamento promosso dall'Università Popolare di Trieste, attraverso i fondi del MAECI Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale,hanno potuto  attivarsi per salvarle. Iniziativa di gran pregio che merita il giusto riconoscimento e gratitudine in un contesto dove la comunità degli italiani,con difficoltà , essendo anche gli italiani autoctoni  ridotti al minimo storico, cerca di attivarsi per quanto possibile anche tramite l'operato di singole individualità per la difesa della memoria storica. Una delle battaglie che stanno conducendo da anni ad esempio è il  r...

Altro che viva l'Italia, in FVG le scuole sono al collasso. Per la seconda volta si dimette direttore USR


Tra cerimonie dove nazionalismi e patriottismo si son confusi sotto il grido di Viva l'Italia, il pilastro più importante di ogni società, in FVG, è in condizioni di precarietà totale. La scuola.  Una regione dimenticata dall'Italia, quell'Italia che qui ora avrebbe festeggiato il suo centenario, ma che pare disinteressarsi di ciò che succede da tempo nelle scuole di questa regione. Colpita nella sua autonomia a partire dal massimo vertice quale l’Ufficio scolastico regionale, come è noto nel 2014 si è deciso che quattro Uffici scolastici regionali italiani, Basilicata, Friuli Venezia Giulia, Molise ed Umbria, vista la popolazione studentesca ivi presente, non potranno avere alla guida un direttore generale bensì un dirigente di livello non generale. E ciò delle conseguenze le ha avute. E nel giro di un anno arrivano nuove dimissioni alla guida dell'USR. Dopo quelle della dottoressa Misso, che si è dimessa per motivi personali dopo solo sei mesi, ora è il turno del dott.Giacomini. Dimissioni che sono anche una forma di protesta verso quella dignità negata a questa regione. Alcuni numeri della crisi sono ben noti.Seicento docenti in meno rispetto all’organico previsto, 98 dirigenti scolastici su 171, 14 scuole senza direttore dei servizi generali e amministrativi (Dsga), personale per il sostegno ai bisogni educativi speciali (Bes) coperto solo per il 60%, il 40% in meno del personale amministrativo, tecnico e ausiliario degli istituti (Ata) e un Ufficio scolastico regionale, declassato nel 2014, che e’ passato da 133 a una sessantina di unità. Un disastro totale. Per non parlare della questione sicurezza delle scuole. O per non parlare della mancanza di supplenti e di tutte le difficoltà ordinarie che le comunità scolastiche sono costrette ad affrontare quotidianamente che non finiscono all'attenzione dei media, ma sono notevoli e preoccupanti in una società sempre più cattiva e irrispettosa del ruolo svolto dal personale scolastico e della scuola. Ciò grazie anche alle scellerate riforme messe in campo negli ultimi decenni, quadro che si è chiuso in modo deprimente con la famigerata "buona scuola", che di buono ha avuto solo il merito di far sollevare l'80% del personale scolastico per respingerla al mittente in uno sciopero epocale, nel 2015, come non accadeva da decenni. Insomma, il FVG è in una situazione allarmante. E ciò continua a succedere quando tra il livello regionale e nazionale continuano ad esserci  "governi amici",  figurarsi nel caso contrario cosa sarebbe successo.

Marco Barone

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