Nel 2026, 80 anni dalla strage di Vergarolla, come per la strategia della tensione, senza verità, anche se non si era più in Italia

Immagine
  Ancora oggi non c'è una lapide istituzionale che ricordi a dovere le vittime della strage di Vergarolla di cui non si conosce il numero esatto dei morti, 64 furono  le vittime identificate. Quanto accaduto il 18 agosto del 1946 ha lasciato il segno indelebile nella storia delle complesse vicende del confine orientale spesso strumentalizzate per revisionismi storici, nazionalismi nostalgici, che nulla c'entrano con la verità e la giustizia negata alle vittime di quel fatto drammatico. Come accaduto durante lo stragismo neofascista durante la strategia della tensione, praticamente non vi è stata alcuna verità, nessuna inchiesta degna di nota. Solo supposizioni, teorie, ipotesi, spesso istanze degne di ultras più che di seguaci della verità. Quel fatto tragico è stato chiaramente utilizzato dalla retorica revisionista per le proprie battaglie ideologiche anticomuniste e contro la Jugoslavia comunista di Tito. Quando accadde quel fatto, Pola, era una zona enclave all'interno ...

Chiusura dei negozi nei giorni festivi. Il FVG fa retromarcia rispetto al passato. Approva mozioni per limitare aperture

I grandi centri di distribuzione espongono a bella vista la scritta a caratteri cubitali, aperto di domenica, a significare che non chiudono mai. Il FVG è stata una delle regioni più liberali d'Italia in tal senso. Arrivando a prevedere fino a 29 domeniche di apertura ogni anno a partire dalla legge regionale del 2005. Poi arriverà il Decreto Legge 6 dicembre 2011, n. 201, convertito, con modificazioni, con Legge n. 214/2011, ed il Governo Monti normerà la liberalizzazione degli orari e delle aperture degli esercizi commerciali senza eccezioni e su tutto il territorio nazionale.
Che il FVG sia un concentrato di centri commerciali è un fatto notorio. E la provincia di Gorizia ha un primato non certamente positivo in tal senso. E quando i centri commerciali sono aperti non si può impedire alle persone di andare in questi luoghi. Troppi estremi hanno determinato disastri. Si creano città finte, outlet, si svuotano i centri storici veri, sempre più desertici. Ora il FVG ha deciso di invertire marcia. Almeno negli intenti. Approvate due mozioni che dovrebbero impegnare il Governo a regolamentare diversamente quella liberalizzazione selvaggia che non ha certamente fatto bene al Paese. Lo scopo è quello di rimettere la regolamentazione alle regioni, ma questo non significa che ciò possa essere sempre un bene. Ricordando quello che si è detto in premessa, il FVG è stata la regione che ha liberalizzato di più in Italia, ancor prima degli interventi centrali in tal senso. E' una questione di sensibilità e priorità. Le priorità in questo momento devono essere quelle di riuscire a tutelare quel piccolo commercio al dettaglio che è stato demolito dalla globalizzazione selvaggia. Il made in Italy oggi non significa più nulla, così anche tutto il resto come un piccolo e devastante effetto domino.

Marco Barone

Commenti

Post popolari in questo blog

Come calcolare capienza di una piazza durante manifestazione?

Una storia per bambini della scuola primaria nella giornata Mondiale della Gentilezza

Quale la città più bella tra Udine e Trieste?