Quella lenta riscoperta delle proprie origini ricordando i caduti austroungarici contro la damnatio memoriae del nazionalismo italiano

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Timidamente, negli anni, son sorti dei cippi, delle targhe, dei monumenti, defilati o meno, con i quali ricordare ciò che dall'avvento del Regno d'Italia in poi in buona parte del Friuli è stato sostanzialmente cancellato dalla memoria pubblica, ma non ovviamente da quella privata. Un territorio legato all'impero asburgico, che ricorda i propri caduti italiani che hanno lottato per la propria terra asburgica. Nei ricordi  memorie delle famiglie che si son tramandate nel tempo è difficile raccogliere testimonianze negative di quel periodo, sostanzialmente si viveva tutti assieme, ognuno con le proprie peculiarità e l'irredentismo italiano era solo una minoranza di un manipolo di esagitati. Poi, come ben sappiamo, con la guerra, le cose son cambiate in modo terrificante, per arrivare alla dannazione della memoria che ha voluto cancellare secoli e secoli di appartenenza asburgica. Lentamente, questi cippi, targhe, dal cimitero di Ronchi, al comune di Villesse, a Lucinico,

Continua l'asse Veneto-FVG. Proposta di legge per servizio militare e civile obbligatorio. "Obbedienza, identità, dovere e Patria" i valori da perseguire

L'asse Veneto-FVG continua. Anche se a dire il vero pare essere il FVG a seguire il Veneto che il Veneto ad inseguire il FVG, Veneto che si mangerà il FVG in un solo boccone come e quando lo deciderà se le cose continueranno così. E' solo questione di tempo.   Si propone un progetto di legge nazionale  che vorrebbe portare ad istituire, nuovamente, il servizio militare e civile obbligatorio.  

Le motivazioni? Nella relazione di accompagnamento si legge che " è di stringente attualità il rischio di un ulteriore drastico calo della presenza delle Forze armate sul nostro territorio regionale. Non è infatti sfuggita ad alcuno di noi, e nemmeno al Presidente Fedriga che ha risposto con un energico diniego, la proposta avanzata di recente dalla Ministro della Difesa Elisabetta Trenta di trasferire caserme e personale militare al Sud così da avvicinare i giovani militari, in prevalenza meridionali, ma di stanza al Nord, alle loro famiglie." Ovviamente non poteva mancare l'ossessione per i migranti. Ricordiamo che il FVG ha una incidenza rispetto alla popolazione residente dello 0,36%. Tanto è bastato per portare la regione alla militarizzazione. "Ricordiamoci, inoltre, che la nostra Regione è la porta di accesso di crescenti e incontrollati flussi migratori; si tratta, infatti, di una situazione di emergenza difficile da gestire senza l’apporto fondamentale dei nostri militari, che in prospettiva verranno impegnati sempre di più, in sinergia con le Forze dell’ordine, per garantire, come richiesto incessantemente dai nostri cittadini, quella sicurezza che comincia solo con l’adeguata difesa delle nostre frontiere – che non sono unicamente le pubbliche strade confinarie di accesso - e si completa con un capillare controllo del territorio." Il testo proposto si rifà a quello della Regione Veneto, unica sostanziale diversità è la durata del periodo di servizio, in FVG è proposto per 6 mesi anziché 8 mesi come in Veneto.  Ed il tutto a quasi 20anni dalla sacrosanta abolizione  o meglio sospensione della leva militare obbligatoria (legge 226/2004).
Quali i valori che a detta di costoro si acquisirebbero? "Obbedienza, condivisione, solidarietà, identità, dovere e Patria".

Verrebbero coinvolti tutti i cittadini di sesso maschile e femminile tra il diciottesimo e il ventottesimo anno di età  che in base al testo di legge avrebbero l'obbligo di svolgere il servizio civile o militare obbligatorio per sei mesi.

Invece di discutere e proporre l'innalzamento dell'obbligo scolastico, in un Paese come l'Italia fermo alla terza media, con pochi laureati, con tasso di abbandono scolastico sconcertante, meglio sei mesi di militare. Anche no.

Marco Barone

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