Il Comune di Ronchi "adotti" la tomba storica della famiglia Fontanot e le tombe storiche a rischio oblio del cimitero

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Il territorio ronchese durante le drammatiche vicende della seconda guerra mondiale ha pagato dazio pesantemente soprattutto per il contributo dato da diverse famiglie nella lotta di liberazione. Decine di famiglie hanno visto spezzato il proprio legame, non hanno potuto veder crescere i propri figli, fratelli, sorelle perchè la guerra non conosce pietà alcuna. Tra le famiglie che maggiormente hanno lasciato il segno nella storia non solo locale ma anche internazionale c'è sicuramente quella dei Fontanot. Su cui sono stati scritti diversi libri, realizzati documentari e intitolate vie in diverse località. Eppure al cimitero di Ronchi non si può restare indifferenti allo stato attuale in cui si trova la tomba dei Fontanot. Scritte purtroppo totalmente illeggibili e alcuni segni di cedimento della struttura tombale. In quella tomba, si riportano i nomi di Fontanot Regina, Fonanot Licio, Fontanot Giovanni, Fontanot Maria, Fontanot Enea, Fontanot Armido, Fontanot Vinicio e Fontanot ed ...

A 70 anni dalla Carta dei diritti umani in Italia arrivano gli ispettori ONU.Tappa anche in FVG e Monfalcone?

A dicembre saranno 70 gli anni di quella che viene comunemente definita come la Carta Magna per tutta l'Umanità. La Dichiarazione Universale dei Diritti Umani adottata il 10 dicembre del '48 verrà ratificata dall'Italia il 15 settembre del 1978. Tradotta in più di 200 lingue ed è uno dei documenti più avanzati al mondo, ancora oggi, in materia di tutela dei diritti umani. A partire dal suo meraviglioso articolo 1 quando si dice che "Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti. Essi sono dotati di ragione e di coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza." Ora, come è noto,in Italia arriveranno gli Ispettori dell'Alto Commissario per i Diritti Umani (OHCHR), che è parte integrante del Segretariato delle Nazioni Unite, ed ha per mandato specifico della comunità internazionale, il compito di promuovere e difendere i diritti umani, ed è presieduto dall'Alto Commissario per i Diritti Umani. Che in Italia ci sia un problema di razzismo è un fatto notorio. Razzismo che si accanisce contro più soggettività, dall'omofobia ai cittadini "stranieri". Razzismo che in questo periodo storico difficilissimo, dove si sta assistendo ad uno scontro importate tra nazionalismo, sovranismo, ed europeismo, vede l'Europa chiudersi a riccio, con il rischio effettivo che muri, confini e frontiere ritornino ad essere una deprimente realtà. Basta pensare che in una regione come il FVG la sola incidenza dello 0.36% di richiedenti asilo rispetto ai residenti è bastata per militarizzare confini e determinare effetti domini di intolleranza sconcertanti. E l'Italia sta diventando la prima fortezza d'Europa in tal senso. Razzismo generalizzato che colpisce il Paese indistintamente da Nord a Sud, da Est ad Ovest. Nessuno ne è immune, nessuna località può sentirsi immune. Ed è giusto intervenire, essere monitorati ed attenzionati, come accade nelle zone di guerra e nei Paesi dove la democrazia è optional se non inesistente. Farebbero bene gli ispettori a fare un salto anche dalle parti di Monfalcone, visto quello che sta accadendo ultimamente e anche nella nostra regione.
Cittadina che farebbe gli stessi abitanti di una un paio di vie di una città metropolitana dove c'è un problemino. Non potendosi mettere il numero di tetto per stranieri, non potendola rendere formalmente a numero chiuso per "stranieri" nella sostanza è in quella direzione che sta rischiando di finire? Visto che si ripete come una litania senza fine che ci sono "troppi stranieri"? Dalle panchine tolte dalla piazza della Repubblica, al famigerato tetto per alunni stranieri nelle scuole, all'incentivo alle iscrizioni per i residenti italofoni, che hanno favorito esclusione e non inclusione, ad alcuni benefici previsti solo a chi è residente in città con cittadinanza italiana da almeno 10 anni, i famigerati "monfalconesi doc", alla questione del velo, passando dall'ordinanza nota come "birra calda" già adottata in modo non proprio efficace in realtà come Pisa, Bologna o Rimini, e chissà che altro ancora succederà. Un visita a Monfalcone, per sapere se è tutto nella norma quello che accade oppure se il sentimento sempre più diffuso sia effettivamente nocivo per l'affermazione dei principi di cui alla Carta Magna che compie la bellezza di 70anni in un mondo sempre più ostile. Giusto così, per toglierci il dubbio anche noi comuni mortali.
Marco Barone

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