Finalmente si ritorna a parlare di scuola dopo il caso della maturità

La reazione spropositata che si è registrata per la questione dell'orale all'esame di maturità,dimostra che in Italia bisogna riprendere in mano la questione scuola con una profonda rivoluzione culturale stile '68 quella che fa tanto paura a chi ideologicamente sta impostando da tempo una scuola pubblica sempre più votata a servire il sistema che a forgiare menti critiche e pensanti. Ordine, disciplina e non pensiero critico. Il dissenso? Si reprime. Finalmente si ritorna a parlare di scuola dove i problemi di ieri sono rimasti irrisolti a cui si sono sommati quelli della società più spietata e individualista di sempre. L'autorevolezza a scuola non la si ottiene solo aumentando gli stipendi del personale. Che sono bassi per non dire indecenti se si pensa a quelli degli ATA. Il rispetto non lo si ottiene inasprendo le norme. La scuola di oggi è un supermercato dove le famiglie hanno un potere di ingerenza spropositato. Addirittura adesso possono anche scegliere il docent...

"Qui si parla solo italiano"

Il Friuli Venezia Giulia è una regione dove si mescolano senza mai confondersi radici slave e latine. Nazionalismi piccoli e grandi qui hanno avuto una storia, una storia fatta di drammi, sofferenze di varia natura. Da esodi dimenticati come quello di quasi 100 mila sloveni non appena l'Italia vinse la prima guerra mondiale al contro esodo, più noto, che ha riguardato le minoranze italiane in Slovenia e Croazia tra la seconda guerra mondiale e l'immediata fine della stessa. Esodi e contro esodi che sono sempre stati una costante di queste zone, come successo anche negli anni '90 tra Serbi e Croati ad esempio nella guerra di dissoluzione della Jugoslavia.  Lingua, cultura, identità.  Qui si parla italiano. Una storia con cui gli sloveni del Friuli e della Venezia Giulia hanno dovuto fare i conti non solo durante i periodi del fascismo ma anche dopo. Come negli anni '60 come viene ricordato in un blog delle minoranze linguistiche del Friuli "bardo-lusevera-dintorni-news". Taipana, un minuscolo Comune del Friuli, da 600 abitanti, Tipàna, che in base al censimento degli anni '70 registrava il 75% della popolazione appartenente alla minoranza linguistica slovena. Nome italianizzato come tanti altri in queste terre. In una seduta del consiglio comunale, ci fu uno scontro tra il consigliere comunale  Tedoldi Guerino (Vojmir)  ed il Sindaco di allora sull'utilizzo dello sloveno in aula. E venne evidenziato dal Tedoldi che "erano  finiti i tempi in cui sulla porta del comune c'era scritto "Qui si parla solo italiano".

Giornalista per il quotidiano in lingua slovena di Trieste "Primorski Dnevnik", tra i fondatori e il primo direttore del giornale Matajur, voce degli sloveni della Slavia Friulana, pubblicò, come Edicije Tedoldi Videm (Edizioni Tedoldi Udine), la traduzione in italiano del libro dello slavista russo Izmail Ivanovič Sreznevskij "Frjuljskie slavjane", con il titolo di "Gli Sloveni del Friuli", era sicuramente una persona attiva e sensibile su questa tematica. 
Una questione quella della tutela della propria identità e lingua che ancora oggi fa discutere, vi è qualche giapponese nella giungla che pensa di essere ancora nell'ottocento, ma è anche vero che effettivamente si è innescata una retromarcia temporale molto importante. Il Friuli Venezia Giulia è una regione che ha conosciuto due guerre mondiali, il fascismo prima ancora della marcia su Roma, il razzismo, le leggi razziali applicate ancor prima della loro proclamazione, avvenuta non a caso a Trieste. Son passati tutti da qui, come si è detto, e forse di questi passaggi si ricordano più macerie che altro. Una terra fertile per i razzismi ma che ha saputo anche resistere e respingerli ma non sconfiggerli.

Marco Barone
si ringrazia Olgica per le informazioni e non solo 

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