La ciminiera di Monfalcone va salvaguardata non demolita

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In Italia spesso si preferisce inseguire la via della tabula rasa, dell'annientamento, del vuoto, per dare spazio al nuovo che sormonta e travolge tutto ciò che è stato nel bene e nel male. Ci sono manufatti che hanno segnato la vita e la quotidianità di una comunità. Ci sono manufatti architettonici che caratterizzano i luoghi ed uno di questi è indiscutibilmente la ciminiera di Monfalcone di cui si apprende che nel 2027 avverrà la sua demolizione. Qui non è chiaramente in discussione la riconversione della centrale attuale ma di ciò che esteticamente, simbolicamente, rappresenta quel manufatto enorme di circa 150 metri circa realizzato nel secolo scorso e che andrebbe preservato piuttosto che spazzato via. Quel manufatto potrebbe essere considerato come ciminiera storica industriale, elemento tipico del paesaggio industriale monfalconese. Perchè non valutarne la sua valorizzazione a livello conservativo, anche come elemento storico di riflessione di come i processi ...

Prima gli italiani? Discriminati i bisiachi. Prima i bisiachi

Difendere le proprie radici culturali, la propria storia, la propria identità e la propria lingua. Che poi questa sia un dialetto poco importa. Nelle scuole della Bisiacaria, zona cuscinetto tra il Friuli e Trieste, vi è una concentrazione di italiani preponderante. Eccessiva. Non ci può essere integrazione se tutti parlano italiano. Applicato il tetto per i non italofoni, pur non capendosi sulla base di cosa si identifichi in via presuntiva un bambino come italofono, sussiste una emergenza che rischia di portare all'estinzione quella specificità che ha connotato la storia di questa piccola regione del confine orientale italiano. Il bisiaco. 
La nostra cultura. Le nostre radici. Il nostro popolo. Prigioniero tra due acque, Timavo e Isonzo, due fiumi non sacri alla patria, ma sacri ai bisiachi, si rischia l'estinzione del bisiaco a causa dell'eccessiva italianizzazione di queste terre iniziata nei tempi che furono soprattutto con una importazione di terroni impressionante assimilati in cabibi.
Troppi italiani, pochi bisiachi. Il bisiaco a breve diventerà uno sconosciuto, un qualcosa che si potrà leggere neanche nei libri di storia, ma nei libri locali racchiusi in qualche scaffale di una biblioteca del mandamento. Spazio permettendo. Il prima gli italiani ha comportato una discriminazione, una esclusione sociale importante nei confronti dei bisiachi. Il doc è minato nelle sue fondamenta. Ed allora avanti tutta con il prima i bisiachi. Si pretende un tetto di italiani nelle classi del 30%, per salvaguardare una specie sociale in via di estinzione, come le tigri, nel mondo ne sono rimaste solo meno di 4 mila e visto il calo demografico sussistente in Bisiacaria e Friuli Venezia Giulia è allarme rosso o nero.

Marco Barone

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